Scuole ancora chiuse in Emilia Romagna

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A Bologna 40.338 ancora in Dad mentre la politica festeggia l’imminente zona bianca. In un anno e due mesi solo 72 giorni di scuola in presenza. Nell’ultimo report regionale, calano del 30 per cento i contagi nella fascia 0-18 I genitori della rete Scuola in presenza: “Accanimento nei confronti degli studenti adolescenti”

BOLOGNA – Mentre la politica festeggia l’imminente zona bianca, 40.338 ragazzi, tanti sono gli adolescenti tra i 14 e i 18 anni ai quali vanno aggiunti gli universitari della provincia di Bologna, sono ancora dietro a uno schermo e ci resteranno fino all’ultimo giorno di scuola.

Dalla finestra si intravede il cielo azzurro ad annunciare l’estate ed era sempre azzurro, ma del marzo del 2020, quando sono stati relegati in Dad. Le prospettive però sono sempre le stesse, ovvero nessuna speranza che la situazione possa cambiare dato che i nostri giovani sono stati messi all’angolo da una politica che non ha mai fatto i conti con il loro futuro.

A denunciare la condizione di quasi 200 mila studenti ancora adolescenti in Emilia Romagna sono i genitori del Comitati regionali aderenti alla Rete Nazionale “Scuola in presenza” che si appellano direttamente all’assessore alla Sanità della Regione Emilia Romagna Raffaele Donini e al presidente Stefano Bonaccini, citando i due provvedimenti responsabili del fatto che la scuola in presenza, per una consistente fascia della popolazione scolastica, è ancora lontana da venire.

Nel dettaglio, l’ordinanza n. 68 del 30 aprile a firma del Presidente Bonaccini li affida ogni giorno alla sola speranza di non avere un caso Covid in classe, visto che solo a loro – diversamente da tutto il resto della popolazione – è imposta la reclusione di 10 giorni pur con esito di tampone negativo. Il secondo documento è la Nota 8178 del 05/05/2021 dell’Ufficio Scolastico Regionale che, sentita la Direzione Sanitaria, ha ritenuto di mantenere una bella fetta di Dad del 70  per cento che in numerosi casi scende anche al 50 per cento riaffermando le motivazioni della nota precedente che citava “nel confermare come il quadro epidemiologico non mostri ancora un andamento migliorativo sufficiente, soprattutto nella fascia di età compresa tra i 14 ed i 18 anni, la predetta Direzione ha ritenuto corretto e prudente mantenere percentuali di frequenza in presenza nelle scuole secondarie di secondo grado non superiore al 70 per cento”.

Secondo i referenti dei comitati regionali aderenti alla Rete Nazionale Scuola in Presenza è in atto un vero e proprio accanimento nei confronti degli studenti adolescenti che alla data di questi provvedimenti avevano frequentato in un anno e 2 mesi solo 72 giorni di scuola in presenza.

“Sono state mandate negli ultimi due mesi richieste di spiegazione ad Assessori, Ufficio Scuola regionale, Direzioni scolastiche per l’utilizzo di percentuali di Dad così elevate nonostante il Decreto Draghi consentisse una maggior frequenza scolastica, ma non ci è stata mai data alcuna risposta – affermano i referenti del Comitato bolognese Comitato – Eppure una risposta la troviamo proprio nei dati dei  Report pubblicati dalla Regione stessa: in quello di martedì 18 maggio ad esempio i nuovi casi di positività in fascia 0-18 anni sono letteralmente crollati (30 per cento in meno,1.460 contro 2.921 di metà marzo), confermando il trend migliorativo dell’ultimo periodo. Da quando le scuole sono state aperte dopo Pasqua i dati mostrano chiaramente che andando a lezione in aula, i nuovi casi sono drasticamente diminuiti rispetto al periodo precedente in cui – pur  stando a casa – i ragazzi si sono contagiati più del doppio rispetto oggi. Ci chiediamo perché a fine aprile la Regione sostenesse il contrario”

“Chiediamo – concludono – che da subito e fino all’ultimo giorno di scuola,  visti i dati dell’ultimo report settimanale regionale, sia garantita agli studenti delle scuole superiori la scuola in presenza al 100%, in ottemperanza a quanto previsto dall’art.3 del DL 52/2021 emanato dal Presidente della Repubblica Mattarella e sottoscritto dal Presidente del Consiglio dei Ministri Draghi e dal Ministro della Salute Speranza.

Proprio a tal fine, i Comitati regionali hanno presentato, in data venerdì 21 maggio, una nuova diffida alla regione Emilia-Romagna, in cui formalmente si richiede alla Regione Emilia-Romagna a disporre l’immediata cessazione di ogni chiusura delle scuole, disponendone l’immediata riapertura al 100%

Foto: grafici