L’inflazione nell’anno 2024: analisi dei prezzi al consumo nelle province di Forlì-Cesena e Rimini

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emilia-romagna-news-24RIMINI – FORLÌ-CESENA – Rallenta la crescita dell’inflazione nel 2024 nelle province di Forlì-Cesena e Rimini, anche se in quest’ultima continua a rimanere relativamente alta; la variazione media annua risulta inferiore alla media regionale e nazionale per la provincia forlivese-cesenate, superiore a quella dei due ambiti territoriali di confronto per la provincia riminese. L’aumento riguarda tutti i capitoli di spesa, escluse le comunicazioni e il capitolo “abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili”, all’interno del quale si evidenzia la decisa riduzione dei prezzi relativi all’energia elettrica, al gas e agli altri combustibili. In tale contesto, i mesi di novembre e dicembre fanno segnare una ripresa dell’inflazione rispetto alle flessioni tendenziali del trimestre agosto-ottobre. Queste, in sintesi, le principali dinamiche che emergono dall’analisi degli indici ISTAT dei prezzi al consumo per i capoluoghi di Forlì e Rimini ed estendibili alle relative province, elaborate dall’Osservatorio Economico e sociale della Camera di commercio della Romagna.

A livello nazionale, a dicembre l’inflazione è stabile a +1,3%. Nella media 2024, la crescita tendenziale dei prezzi al consumo si attesta all’1,0%, in forte calo rispetto al +5,7% del 2023. La netta attenuazione dell’inflazione nell’anno appena concluso è per lo più imputabile alla marcata discesa dei prezzi dei Beni energetici (-10,1%, da +1,2% del 2023). Anche negli alimentari si assiste a un rapido ridimensionamento della dinamica dei prezzi (+2,2% da +9,8%) che, tuttavia, resta ben al di sopra del tasso di inflazione. Nel 2024, l’inflazione di fondo (inflazione al netto dei prodotti energetici ed alimentari non lavorati N.d.R.) si attesta al +2,0% (da +5,1% del 2023). Analoga crescita si registra per i prezzi del “carrello della spesa” (+2,0%, da +9,5% dello scorso anno).

Nell’ambito dell’Osservatorio economico, la Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, con l’uscita da parte di ISTAT dell’indice dei prezzi relativo a dicembre 2024, ha elaborato alcuni dati circa l’andamento dell’inflazione nei territori di riferimento dell’Ente relativi all’intero anno 2024.

La dinamica dei prezzi al consumo in provincia di Forlì-Cesena

Nel 2024 la variazione media dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT per l’intera collettività (NIC) per il capoluogo di Forlì (estendibile alla provincia di Forlì-Cesena), rispetto al 2023, è stata pari a +0,5%, in calo rispetto alla variazione medio annua 2023 (+5,3% sul 2022), inferiore a quella regionale (+1,0%) e nazionale (+1,0%). Marzo è stato il mese, in termini tendenziali, con l’inflazione maggiore (+0,9%), mentre nei due mesi di settembre-ottobre si è rilevata una lieve deflazione (-0,1%); a novembre e dicembre si assiste invece ad una risalita del corso dei prezzi (rispettivamente, +0,4% e +0,5%), anche se il livello inflattivo rimane relativamente contenuto e più basso di quello di Emilia-Romagna e Italia.

La variazione media annua dell’indice generale dei prezzi al consumo NIC nel 2024 (+0,5%) può essere suddivisa in due componenti principali: la prima (il cosiddetto trascinamento dal 2023 al 2024) è pari a +0,3% e rappresenta l’eredità del 2023 (in altri termini, se nel corso del 2024 non si fossero verificate variazioni congiunturali dell’indice generale dei prezzi, la sua variazione media annua sarebbe risultata pari a +0,3%); la seconda componente, la cosiddetta inflazione “propria” (che rappresenta la variazione dell’indice generale dovuta alle variazioni di prezzo verificatesi nel corso dell’anno), per il 2024 è pari a +0,2%. Nell’anno appena concluso, dunque, la contenuta inflazione provinciale risulta in prevalenza spiegata dalla componente ereditata.

L’inflazione di fondo (core inflation), vale a dire la variazione dei prezzi medi annui al netto dei beni energetici e dei beni alimentari non lavorati, è pari al +1,4%, variazione analoga per l’inflazione al netto dei soli beni energetici. Il riallineamento dei prezzi dei beni energetici (-9,5% in termini medi annui) ha comportato una inflazione di fondo superiore all’inflazione totale.

Nel confronto con le altre province emiliano-romagnole, nella classifica decrescente,
Forlì-Cesena si colloca all’ultimo posto, in coabitazione con Modena, per ciò che riguarda la variazione media tendenziale gennaio-dicembre 2024 (dopo Rimini, Parma, Ferrara, Bologna, Piacenza, Ravenna e Reggio Emilia); ultima posizione anche con riferimento alla variazione annua nel mese di dicembre (dopo Rimini, Ferrara, Bologna, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia e Modena).

Sulla base delle divisioni di spesa, il maggior incremento medio tendenziale dei prezzi (gennaio-dicembre 2024) riguarda il capitolo “istruzione” (+4,4%); a seguire, “bevande alcoliche e tabacchi” (+2,5%), “prodotti alimentari e bevande analcoliche (+2,3%)”, “abbigliamento e calzature” (+1,8%), “ricreazione, spettacoli e cultura” (+1,6%), “ricettività e ristorazione” (+1,3%), “servizi sanitari e spese per la salute” (+1,1%), “mobili e articoli per la casa” (+0,7%) e “trasporti” (+0,2%). Risultano in diminuzione, invece, le “comunicazioni”
(-7,0%) e il capitolo “abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili” (-5,7%); all’interno di quest’ultimo, si evidenzia la decisa riduzione, nel corso dell’anno, dei prezzi delle ultime tre voci, ovvero “elettricità, gas e altri combustibili” (-14,3%).

Infine, il trascinamento dell’inflazione 2024 al 2025 (variazione percentuale misurata tra il mese di dicembre 2024 e la media dell’anno 2024), vale a dire l’eredità, in termini di inflazione, che l’anno 2024 lascia al 2025, è pari al +0,3%.

La dinamica dei prezzi al consumo in provincia di Rimini

Nel 2024 la variazione media dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT per l’intera collettività (NIC) per il capoluogo di Rimini (estendibile all’intera provincia), rispetto al 2023, è stata pari a +1,6%, in calo rispetto alla variazione medio annua 2023 (+5,3% sul 2022), superiore a quella regionale (+1,0%) e nazionale (+1,0%). Marzo è stato il mese con l’inflazione maggiore (+2,5%) mentre a gennaio si riscontra la variazione più contenuta (+1,0%); a novembre e dicembre si assiste ad una risalita del corso dei prezzi (+1,8% in entrambi i mesi), con un livello inflattivo relativamente alto e maggiore di quello regionale e nazionale.

La variazione media annua dell’indice generale dei prezzi al consumo NIC nel 2024 (+1,6%) può essere suddivisa in due componenti principali: la prima (il cosiddetto trascinamento dal 2023 al 2024) è pari a +0,3% e rappresenta l’eredità del 2023 (vale a dire che se nel corso del 2024 non si fossero verificate variazioni congiunturali dell’indice generale dei prezzi, la sua variazione media annua sarebbe risultata pari a +0,3%); la seconda componente, la cosiddetta inflazione “propria” (che rappresenta la variazione dell’indice generale dovuta alle variazioni di prezzo verificatesi nel corso dell’anno), per il 2024 è pari a +1,3%. Nell’anno appena concluso, dunque, la variazione media dei prezzi al consumo in provincia è in prevalenza spiegata dalla componente inflattiva propria.

L’inflazione di fondo (core inflation), vale a dire la variazione dei prezzi medi annui al netto dei beni energetici e dei beni alimentari non lavorati, è pari al +2,6%, in linea con l’inflazione al netto dei soli beni energetici (+2,7%). Il riallineamento dei prezzi dei beni energetici (-9,5% in termini medi annui) ha comportato una inflazione di fondo superiore all’inflazione totale.

Nel confronto con le altre province emiliano-romagnole, nella classifica decrescente, Rimini si colloca al primo posto per ciò che riguarda la variazione media tendenziale gennaio-dicembre 2024; prima posizione anche con riferimento alla variazione annua nel mese di dicembre.

Sulla base delle divisioni di spesa, il maggior incremento medio tendenziale dei prezzi (gennaio-dicembre 2024) riguarda il capitolo “istruzione” (+4,2%); a seguire, “servizi sanitari e spese per la salute” (+3,5%), “prodotti alimentari e bevande analcoliche (+2,6%)”,  “ricettività e ristorazione” (+2,4%), “bevande alcoliche e tabacchi” (+2,4%), “trasporti” (+2,4%), “mobili e articoli per la casa” (+1,8%), “ricreazione, spettacoli e cultura” (+1,8%) e “abbigliamento e calzature” (+0,7%). Risultano in diminuzione, invece, le “comunicazioni”
(-6,8%) e il capitolo “abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili” (-4,9%); all’interno di quest’ultimo, si evidenzia la decisa riduzione, nel corso dell’anno, dei prezzi delle ultime tre voci, ovvero “elettricità, gas e altri combustibili” (-14,1%).

Infine, il trascinamento dell’inflazione 2024 al 2025 (variazione percentuale misurata tra il mese di dicembre 2024 e la media dell’anno 2024), vale a dire l’eredità, in termini di inflazione, che l’anno 2024 lascia al 2025, è pari al +0,5%.

Nota esplicativa:

– il NIC è un indice dei prezzi al consumo che misura l’inflazione a livello dell’intero sistema economico; in altre parole, considera l’Italia come se fosse un’unica grande famiglia di consumatori, all’interno della quale le abitudini di spesa sono ovviamente molto differenziate. Per gli organi di governo il NIC rappresenta il parametro di riferimento per la realizzazione delle politiche economiche;

Fonte: ISTAT

Elaborazioni: Osservatorio economico e sociale della Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini a cura dell’Ufficio Informazione economica https://www.romagna.camcom.it/it/informazioni/informazione-economico-statistica/osservatorio-economico-e-sociale

Rapporto economia: https://www.romagna.camcom.it/it/informazioni/informazione-economico-statistica/rapporto-sulleconomia