Convegno Lo spazio adriatico e i Balcani dal 26 al 28 ottobre a Ravenna

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Storici, giuristi, politologi e imprenditori a confronto sulle dinamiche politico-culturali ed economiche

RAVENNA – Oggi, i tragici eventi mediorientali e la lunga agonia della guerra in Ucraina. Ieri, quel tornante decisivo che nell’ultimo decennio del secolo scorso ha infranto ogni sogno di sistema unipolare e di fine della storia. Nell’estate del 1991 la guerra inondava i Balcani e tornava in Europa, a pochi chilometri dal nostro confine orientale. Con la Guerra fredda nemmeno ancora archiviata, si apriva un trentennio di sconvolgimento la cui fine non riusciamo lontanamente ad intravedere. I Balcani, ‘dove tutto ha avuto inizio’, si potrebbe affermare, all’alba del ‘900 con la Grande Guerra e al suo tramonto con il decennio di guerre jugoslave.

L’importanza dell’area balcanica e della costa adriatica per il passato, il presente e il futuro del nostro Paese e più in generale dell’area mediterranea affonda le radici in un passato di lungo periodo, che dal 26 al 28 ottobre verrà studiato e interpretato nel corso del convegno Lo spazio adriatico e i Balcani dal Medioevo all’età contemporanea (curatori scientifici Michele Marchi e Raffaele Savigni del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna).

Ancora una volta il corso di laurea in Storia, Società e Culture del Mediterraneo, afferente al Dipartimento di Beni Culturali, porterà a Ravenna storici, ma anche giuristi, politologi, operatori economici e analisti di questioni strategiche per confrontarsi e portare i loro punti di vista e le loro analisi a partire dal pomeriggio del 26 ottobre, con una prima sessione di lavoro dedicata ai Balcani in epoca medievale e moderna nella sala conferenze del Dipartimento di Beni Culturali  in via degli Ariani 1.

Il giorno successivo, nella cornice della Sala Dantesca della Biblioteca Classense, si entrerà nel ‘900 con una doppia sessione dedicata al crollo degli Imperi austro-ungarico e ottomano e alla Jugoslavia di Tito, alla sua dissoluzione e soprattutto all’ipotesi di nuovi allargamenti dell’Ue a potenziali candidati balcanici (Montenegro e Macedonia del Nord su tutti).

Di particolare rilevanza sarà poi la mattina di sabato 28 ottobre, sempre alla Biblioteca Classense, dedicata a due tavole rotonde, con focus sulla dimensione economico-culturale nel primo caso e su quella geostrategica legata al rischio conflitti nel secondo. Tra i molti ospiti delle due tavole rotonde, coordinate da Michele Marchi e Alberto Pagani, si segnalano l’attuale direttore del Cespi, Piero Fassino, l’esperto analista di questioni di difesa Alberto Gaiani, il capo della rappresentanza in Italia della Commissione europea Antonio Parenti, che dialogheranno con diplomatici ed imprenditori a proposito della nuova centralità balcanica in un Mediterraneo sempre più centrale ma anche sempre maggiormente destabilizzato.

Con il Convegno culmina e si conclude un percorso, promosso dal Centro Europe Direct della Romagna, che aggregando le diverse anime di Ravenna, ha stimolato una esplorazione a 360 gradi su cultura, conflitti, migrazioni e rapporti UE-Balcani: avviato a maggio in collaborazione con il Festival di Teatro Polis, Balkan focus, proseguito con un laboratorio di Podcast con adolescenti, passando per una mini-rassegna Balkan Cinema (progetto EUphoria di LibAzione, in corso).

Il Dipartimento di Beni Culturali del Campus di Unibo (in primo piano con il suo corso di laurea Storia, Società e Culture del Mediterraneo – Jean Monnet Modules progetto EU & ME), Fondazione Flaminia, Europe Direct Romagna, Comune di Ravenna sono uniti nel compito di aprire spazi di analisi, di dialogo e di diplomazia culturale proprio partendo da Ravenna e dalla sua rinnovata centralità adriatica e di conseguenza mediterranea, convinti del ruolo centrale dell’università per fornire una lettura scientifica e ragionata sulle principali dinamiche che attraversano un Mediterraneo sempre più complesso, ma anche ogni giorno più centrale.