PIACENZA – Prosegue il lavoro di rete avviato sul territorio grazie al progetto “Community Log”, incentrato sullo studio e l’analisi dei bisogni sociali dei lavoratori del Polo logistico di Le Mose, a partire dall’indagine conoscitiva che Comune di Piacenza, Confindustria, Confapi e Confcooperative hanno commissionato a Fondazione Itl. Un’analisi statistica i cui esiti sono stati presentati questa mattina presso la sede della cittadina dell’Università Cattolica, nell’ambito di una tappa del “Cantiere Welfare” dedicata al tema, con la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, di numerose aziende insediate nel Polo, delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali, del Terzo Settore e degli istituti di credito maggiormente presenti in ambito locale.
“Mappare un comparto che rappresenta, per Piacenza, uno dei più grandi bacini occupazionali, ma al tempo stesso è una realtà complessa e stratificata, è un passo fondamentale per poter strutturare servizi adeguati alle esigenze dei lavoratori – sottolinea l’assessora al Welfare Nicoletta Corvi – e dare risposte concrete in termini di politiche abitative, servizi alla persona e alle famiglie, opportunità di crescita professionale e formativa che sono alla base di un percorso di stabilità, qualità della vita e inclusione sociale più che mai necessario. Ringrazio tutti i colleghi di Giunta che seguono attivamente questa iniziativa, gli enti e le rappresentanze del tessuto produttivo, economico e imprenditoriale aderenti: a partire dai dati rilevati da Itl abbiamo avviato un confronto sistematico e proficuo con tutti gli attori interessati, per costruire insieme progetti che contribuiscano fattivamente a quella ricucitura tra il Polo logistico e il territorio che è attesa da anni”.
Hanno risposto al questionario – somministrato con la più ampia diffusione – 410 lavoratori (il 10.4% del totale), di cui il 70% uomini: un campione rappresentativo, in proporzione, della situazione complessiva che vede, nel Polo logistico, il 64% del personale di genere maschile e il restante 36% femminile. Quasi il 60% degli intervistati ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni (fascia cui appartiene il 55% dei lavoratori totali, laddove circa il 25% ha meno di 30 anni e altrettanti superano i 50 anni). Il campione oggetto di indagine è per il 56% di nazionalità italiana: anche in questo caso, c’è aderenza rispetto alla situazione effettiva, che corrisponde al 53%, mentre tra i Paesi esteri emerge la provenienza dall’Africa per il 20% di coloro che hanno risposto al questionario (il 24% dei lavoratori del Polo). Per quanto riguarda le mansioni, l’81% del campione è composto da magazzinieri (il restante 19% è impiegato in ufficio) e l’85% degli intervistati risiede in provincia di Piacenza, di cui il 60% sul territorio comunale. Il 40% dei lavoratori del Polo è assunto direttamente dagli operatori logistici, mentre il 60% rientra nei cosiddetti lavoratori “indiretti”, alle dipendenze di cooperative, Srl e agenzie interinali cui gli operatori logistici affidano la gestione dei magazzini.
Le principali criticità emerse riguardano l’accesso all’abitazione, la formazione linguistica e la conoscenza dell’italiano tra i lavoratori stranieri, la consapevolezza in merito alle opportunità offerte dai servizi sociali, il tema della lontananza dalla famiglia e delle difficoltà di ricongiungimento, soprattutto per chi proviene dall’Africa centrale.
Per quanto riguarda la casa, il 50% dei lavoratori diretti e il 64% degli indiretti vive in affitto e alte percentuali per entrambe le categorie – rispettivamente il 66% e il 75% – trova grande difficoltà nell’accedere alle locazioni. La maggior parte ha risolto il problema tramite amici o parenti, mentre è praticamente nulla, salvo l’1% dei lavoratori indiretti, la quota di chi ha trovato un’abitazione tramite l’azienda. Tra il 34 e il 40% degli intervistati, almeno il 50% dello stipendio è destinato al pagamento dell’affitto e il 60% del campione ha impiegato più di tre mesi per la sistemazione in un’abitazione privata. “C’è poi un 3% di lavoratori, da moltiplicare per dieci se consideriamo il rapporto tra gli intervistati e il totale dei dipendenti – hanno sottolineato Stefania Bianchi e Chiara Messori del Settore Promozione della Collettività del Comune di Piacenza, che hanno coordinato i lavori insieme al collega Luca Battilocchi – che vive in alloggi pubblici o dormitori.
Questioni affrontate a 360° in uno dei due focus group di questa mattina, dedicati al tema abitativo, in cui si è fatto riferimento alle prospettive di sostegno da parte delle aziende nell’affiancare i lavoratori per l’accesso al credito e per gli adempimenti di garanzia richiesti per l’affitto della casa. Fondamentale anche il tema della rigenerazione urbana e della riqualificazione di immobili degradati o sfitti che possano essere messi a disposizione a costi calmierati, anche nell’ottica del nuovo Piano urbanistico generale (che presenta informazioni significative sull’andamento della domanda abitativa e del mercato immobiliare nei diversi quartieri e nelle frazioni) e dei finanziamenti regionali previsti dal Piano Casa, oggetto di dialogo e condivisione tra Regione Emilia Romagna e Comune.
Per quanto concerne la fruizione dei servizi alla persona, meno della metà dei lavoratori intervistati conosce realtà quali il Centro per le Famiglie, gli sportelli Informasociale, i servizi sociali ed educativi comunali, mentre il 50% del campione sarebbe interessato ad attività sportive, aree di socialità e ristoro. In tal senso, l’Amministrazione comunale ha avviato un dialogo sia con l’associazione “Amici del Capitolo” che con il Piacenza Rugby come realtà che dispongono di infrastrutture nella zona, entrambe presenti all’incontro di questa mattina. Sono state inoltre condivise best practices come quella di Prologis, che sta attivando una bacheca informativa per i dipendenti, così come si è riaffermato l’impegno del Comune e degli enti di terzo settore a rafforzare le strategie per avvicinare ai servizi – inclusa l’alfabetizzazione linguistica – una fascia sempre più consistente di lavoratori che ad oggi non conosce o non ha accesso alle attività in essere.
Il prossimo focus sarà sulla mobilità, altro tema prioritario oggetto dell’indagine, sempre nella prospettiva di un dialogo tra tutti gli attori socio-economici del territorio, per favorire i reciproci contatti e l’attivazione di percorsi condivisi.
Presenti all’incontro di questa mattina numerosi componenti della Giunta comunale – gli assessori Corvi, Dadati, Brianzi, Fantini e Groppelli (sarà prossimamente coinvolto anche il vice sindaco Bongiorni) – e il direttore del Laboratorio di Economia Locale dell’Università Cattolica Paolo Rizzi, Prefettura e Questura, la responsabile del Centro per le Famiglie Giulia Cagnolati, i sindacati confederali in quanto componenti della Cabina di Regia (al questionario hanno partecipato anche le sigle autonome Si Cobas e Usb), i rappresentanti di Confindustria, Confapi, Confcooperative, Legacoop, Banca di Piacenza, Crédit Agricole Italia ed Emilbanca, per il terzo settore Eureka, Kairos, Casa del Fanciullo, Csv, Cefal – Mcl, Confedilizia, le associazioni di categoria immobiliari Fiaip e Fimaa, oltre a numerose aziende tra le tante coinvolte nel percorso: Ikea, Unieuro, Geodis, Prologis, Bsb, San Martino, Cbre. Ingaggiate, ma impossibilitate a partecipare oggi, Nippon Express, Gls, Risparmio Casa, Conserva, Torello, Lt Service, Fercam, MedLine Srl.