Crisalide Festival seconda parte: l’11 e 12 novembre 2023 a Forlì

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Dove Lei non è, F Marilungo

FORLÌ – Sabato 11 e domenica 12 novembre importanti debutti a Crisalide Forlì Festival, il festival di teatro, danza, musica, filosofia, con la direzione artistica di Lorenzo Bazzocchi ed Eleonora Sedioli di Masque Teatro insieme alla studiosa Sara Baranzoni e organizzato dalla Compagnia Masque Teatro (Teatro Felix Guattari di Forlì in Via Orto Del Fuoco 3).

Sabato 11 alle 22.00 il coreografo Francesco Marilungo, tra i più significativi della scena nazionale, presenta, in prima nazionale, Dove lei non è, interpretato dalle danzatrici Alice Raffaelli e Barbara Novati. Lo spettacolo nasce all’interno di Stuporosa, macro-progetto di ricerca coreografica sul pianto rituale, il pianto senz’anima della lamentatrice, portando il fuoco sulla dicotomia presenza-assenza relativa alla persona cara defunta. Tutti i rituali funebri possono di fatto essere concepiti come una forma di dialogo con l’assente. Un’assenza che è però tale solo sul piano del reale poiché il defunto continua a sopravvivere sotto forma di immagini, di ossessioni, di ricordi cercati o respinti a seconda dello stato d’animo del momento. Egli non c’è più, ma resta accessibile per mezzo del pensiero. Il titolo della performance riprende quello del diario di lutto che Roland Barthes scrisse per due anni dopo la morte della madre. Un diario custode di una quotidianità diversa ora che non c’è più la persona amata; espressione continua e frammentaria di un sentimento lacerante associato al vuoto, alla perdita e che in realtà svela la presenza costante di una persona nonostante la sua morte.

Francesco Marilungo, dopo gli studi in Ingegneria Termo-meccanica e un periodo di ricerca nel settore aerospaziale, volge il suo interesse verso le arti performative formandosi presso l’Atelier di Teatrodanza della Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Come performer lavora per diversi artisti tra cui Enzo Cosimi, Alessandro Sciarroni, Jonathan Burrows/Matteo Forgion, Antonio Marras. Parallelamente all’attività di danzatore intraprende un proprio percorso autoriale alla ricerca di un codice che metta in relazione danza e antropologia. I suoi lavori coreografici nascono da uno studio dettagliato di determinati temi legati all’organizzazione dell’essere umano in contesti socio-culturali specifici, a dinamiche di potere tra individui, a relazioni e rappresentazioni di genere – questi costituiscono lo spunto per costruire il sistema di segni che va a comporre la dimensione spazio-temporale della performance.

Alle ore 21.00 I’ll do, I’ll do, I’ll do, assolo del talentuoso collettivo Dewey Dell con Teodora Castellucci, che mette in scena un sabba, un raduno magico di streghe dietro il quale si intravede un culto estatico dominato da una misteriosa dea notturna – un rito-cerimonia connesso con la fertilità della terra. Se la possessione viene spesso considerata come la visita di una entità divina tra gli esseri umani, l’estasi al contrario è un viaggio di ascesa celeste o di discesa infernale dell’anima umana fuori dal corpo. Da questo concetto di corpo “in spirito”, nasce l’idea di una coreografia che tesse le trame di un sabba immaginato.

Dewey Dell è una compagnia di danza e performing arts attiva dal 2006 e ora composta da Teodora Castellucci, Agata Castellucci, Vito Matera, e dal musicista Demetrio Castellucci. La ricerca coreografica è costantemente ispirata dalle immagini della storia dell’arte e dai comportamenti del regno animale, nel corso degli ultimi anni si è avvicinata a tematiche antropologiche. Dewey Dell ha prodotto lavori di danza che intersecano forme d’arte diverse, portando avanti altre linee di sperimentazione nell’ambito della performance musicale e del video.

Domenica 12 (ore 18.00) ancora una prima nazionale con Back Eye Black del talentuoso e innovativo coreografo Aristide Rontini, coprodotto da Masque teatro. In scena Silvia Brazzale, Orlando Izzo e Aristide Rontini. Il lavoro è una riflessione sui modelli prestazionali che la società quotidianamente propone. Così nelle note di regia: “Nell’odierna cultura della sovraesposizione mediatica e dell’apparire i nostri corpi sono diventati sempre più oggetto di immagini da esibire, oggetto di racconti intimistici da consumare senza sosta. Corpi sottoposti allo sguardo curioso e indagatore di osservatori sconosciuti. Corpi che sperimentano la perdita di volume e del pulviscolo vibrazionale che li attraversa. Perdita che si origina nel virtuale e che espande i suoi domini nel reale facendo diventare carne i suoi dispositivi. “Back Eye Black” si pone nel luogo della scena come oggetto utopico per creare paradossi nella visione dello spettatore che sperimenta la vicinanza dei corpi sottratti alla luce diretta del riflettore. Non più corpi ma ombre che perdono gli confini per dispiegare le ali nell’orizzonte aperto dell’infinito”.

Aristide Rontini è performer e coreografo. Si diploma alla Codarts – Rotterdam Dance Academy. Ha lavorato per Simona Bertozzi (It), Michela Lucenti/Balletto Civile (It), Candoco Dance Company (Uk), Alessandro Schiattarella/BewegGrund (Ch), Teatro Della Tosse (It), Angelica Liddell (Sp), Carl Olof Berg/Spinn (Sv), Vahan Badalyan (Armenia) e Diego Tortelli/Aterballetto (It). Come coreografo presenta i lavori “It moves me”, “Giovane Notturno”, “Talitha Kumi”, “Alexis” e “Alexis 2.0”, “Lampyris Noctiluca”,”LOJ”.

A seguire (ore 19.00) Ateliersi presenta Il linguaggio degli oggetti di e con Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi, esperienza immaginativa a partire dalla scrittura di Daniele Del Giudice sul valore simbolico degli oggetti.“Gli oggetti del nuovo secolo”, scrive Del Giudice, “sono “gli oggetti del comunicare, sempre più piccoli, sempre più portatili, quasi annunciassero un’imminenza di telepatia globale, […] prima che tutto si ritragga e si svolga solo nella mente e nel cuore”. È una riflessione che lo scrittore esplicita a partire da un’opera installativa che realizza per la Triennale di Milano, disponendo all’interno di una grande teca alcuni oggetti che assumono un forte valore simbolico nel passaggio tra XX e XXI secolo. Menni e Mochi Sismondi si immergono nella relazione poetica che lo scrittore instaura con gli elementi del reale e costruiscono un’opera incentrata su quelle forme descrittive che danno conto del fatto “che tra osservatore e cosa osservata c’è indistinguibilità e reversibilità”. 

Ateliersi, riconosciuto per una scrittura scenica che trasfigura i dati del reale attraverso la loro ricomposizione poetica e musicale, Ateliersi opera nell’ambito delle arti performative e teatrali occupandosi di creazione artistica e della cura della programmazione culturale dell’Atelier Sì a Bologna. La creazione di Ateliersi si compone di opere teatrali con drammaturgia originale e interventi artistici in cui il gesto performativo entra in dialogo organico con l’antropologia, la letteratura, la produzione musicale e le arti visive per favorire una comunicazione del pensiero capace di intercettare inquietudini e prospettive che coagulano senso intorno ai sovvertimenti che si manifestano nel mondo. 

Ciò che Crisalide Forlì Festival fa da 30 anni è promuovere la riflessione e lo scambio tra generazioni artistiche e favorire la visibilità delle giovani formazioni, imponendosi così come luogo di riflessione e di pratiche sceniche e contraddistinguendosi come propulsore di istanze assolutamente originali nel panorama nazionale. Con la presenza costante di studiosi, teorici delle arti performative e filosofi, Crisalide intende portare l’attenzione su come le forme di espressione artistica riescano a pensare, con i modi e i mezzi propri, il loro fare, non tanto, quindi, dar corso ad una riflessione sull’arte, quanto prestare attenzione alla riflessione dell’arte.

Per la 30-esima edizione più di 30 gli ospiti in 11 giorni di programmazione, spalmati in 3 mesi e divisi in due parti: dal 25 al 27 agosto nella cornice del Giardino di Gualdo a Meldola (Strada Gualdo-Ribatta 7) e dal 20 ottobre al 19 novembre al Teatro Felix Guattari di Forlì (via Orto del fuoco 3).

Crisalide vive grazie al contributo ed il sostegno di: MiC, Regione Emilia-Romagna, Comune di Forlì, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Romagna Acque Società delle Fonti; con il patrocinio di: Comune di Meldola.

Masque teatro nasce nel 1992. La forza visionaria del loro teatro si esprime nel complesso dialogo che la compagnia sviluppa tra il discorso filosofico, la creazione di prodigiose architetture sceniche e il fondamentale ruolo della figura. Alcuni spettacoli hanno aperto una possibilità che identifica non solo una cifra stilistica, ma una nuova modalità produttiva ed una innovata relazione con il pubblico. Dal 2012 al 2018 condividono la direzione artistica del teatro Diego Fabbri di Forlì. Nel 2014 insieme ai filosofi Rocco Ronchi e Carlo Sini danno vita a Praxis. Scuola di filosofia. Dal 1994 sono ideatori e organizzatori del festival Crisalide. 

Per informazioni:

Masque teatro / 393.9707741

masque@masque.it

www.crisalidefestival.eu

BIGLIETTI IN VENDITA ANCHE ON LINE:

https://www.mailticket.it/rassegna-custom/333/crisalide-forl%c3%ac-festival-2023

UFFICIO STAMPA

Anna Maria Manera

PEPITApuntoCOM

 

 

CRISALIDE FORLÌ FESTIVAL

Arti performative e filosofia

«Pluralità del sensibile» 

dal 25 agosto al 19 novembre 2023 

trentesima edizione

a cura di Masque Teatro

TEATRO FELIX GUATTARI (via Orto del fuoco 3 – Forlì) 

Sabato 11 e domenica 12 novembre 2023 

BIGLIETTI IN VENDITA ANCHE ON LINE

https://www.mailticket.it/rassegna-custom/333/crisalide-forl%c3%ac-festival-2023

INFO

www.crisalidefestival.eu

Sabato 11 novembre 2023

ore 21.00 – Dewey DellI’ll do, I’ll do, I’ll do

ore 22.00 – Francesco Marilungo – Dove lei non è prima nazionale 

Domenica 12 novembre 2023

ore 18.00 – Aristide RontiniBack Eye Black – prima nazionale

ore 19.00 – AteliersiIl linguaggio degli oggetti