Piacenza, denunciato 53enne per manomissione dei parchimetri

Un addetto ai lavori aveva notato un ferretto presente sulle bocchette per la restituzione del resto

PIACENZA – É stato denunciato un 53enne a Piacenza reo di aver prelevato monete dai parchimetri presenti viale Risorgimento attraverso l’utilizzo di un ferretto. La denuncia è stata effettuata la scorsa settimana, ma le indagini della Polizia Municipale erano partite già da alcuni giorni, grazie alle segnalazioni di un dipendente della società Apcoa, che gestisce il servizio parchimetri per conto del Comune di Piacenza. L’addetto, infatti, si era insospettito avendo notato, durante la fase di svuotamento dei raccoglitori delle monete, la presenza di un ferretto sulle bocchette per la restituzione del resto. Inoltre, negli ultimi tempi erano aumentate le segnalazioni da parte dei cittadini per il funzionamento irregolare dei parchimetri sopratutto nella zona di viale Risorgimento, della stazione ferroviaria e in alcune vie adiacenti a piazza sant’Antonino: il problema lamentato riguardava sempre la mancata erogazione del resto o la mancata restituzione delle monete già introdotte.

Nei giorni scorsi, alcuni agenti della Polizia Municipale si sono appostati in viale Risorgimento e hanno osservato l’uomo, già individuato nel corso dei controlli precedenti, mentre si avvicinava ai parchimetri in viale Risorgimento, prelevando il ferretto e le monete dallo sportello che eroga il resto. Con questo espediente, i dispositivi venivano messi fuori uso in modo tale che il parchimetro non riconoscesse il pagamento: i soldi rimanevano incastrati per poi essere recuperati con il semplice gesto dell’estrazione del ferretto.

Per il responsabile, un cittadino italiano di 53 anni, senza fissa dimora, è scattata così la denuncia per furto aggravato. Accompagnato al Comando di via Rogerio per ulteriori accertamenti ha giustificato il proprio comportamento sostenendo che i soldi recuperati dalla manomissione dei parchimetri gli servivano per la sopravvivenza quotidiana, perché disoccupato e affetto da problemi di salute. Ha aggiunto che l’allontanamento dalla famiglia e l’orgoglio personale gli imponevano di non chiedere aiuto ai figli, anche se ormai adulti, per cui ricorreva già al sostegno della Caritas.

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Redazione

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