Nel gran teatro della natura. Maria Sibylla Merian donna d’arte e di scienza (1647-1717)

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BOLOGNA – È arrivato in libreria un libro della giornalista bolognese Brunella Torresin che ricostruisce la vita di una donna straordinaria: la pittrice, naturalista e illustratrice tedesca Maria Sybilla Merian.

Nata in una famiglia di artisti e trasferitasi ad Amsterdam dopo la separazione dal marito, Maria Sibylla Merian ci offre l’esempio di un destino eccezionale. Dotata, temeraria e determinata, grazie a un impegno instancabile, fatto di rigore, pazienza, visione, studio, ha saputo tramutare a suo vantaggio secolari pregiudizi e costrizioni nei confronti delle donne, e l’ha fatto in un modo che ancora oggi appare sbalorditivo. Nel 1699, a 52 anni, si imbarca con la figlia su una nave della Compagnia Olandese delle Indie Occidentali, che da Amsterdam la porterà nella colonia del Suriname, prima donna ad attraversare l’Atlantico come protagonista di una spedizione artistica, scientifica e commerciale. Nelle terre incognite del Nuovo Mondo raccoglie insetti e altri animali che osserva e disegna, documentando minuziosamente quello che più le sta a cuore, e cioè il processo di trasformazione. Serpenti, iguane, rospi, bruchi e farfalle con le piante di cui si nutrono, daranno vita alle meravigliose tavole di incisioni acquerellate della Metamorphosis insectorum Surinamensium: l’opera cui è legata la sua fama presso i posteri e che ha saputo catturare l’interesse di collezionisti, studiosi e intellettuali di tutt’Europa, da Linneo a Goethe.

Nel gran teatro della natura restituisce questa sua storia, attraverso la voce non solo di Maria Sibylla Merian, attinta ai testi e alle lettere giunti fino a noi, ma anche dei suoi contemporanei.

Oggi Maria Sibylla Merian è oggetto di un’ampia produzione di studi e iniziative internazionali. E quanto la Germania la consideri un suo patrimonio identitario lo testimoniano il numero di scuole di tutti gli ordini e gradi che le sono intitolate così come la decisione dell’allora Repubblica Federale Tedesca di stampare, dal 1991 al 1993, la banconota da 500 marchi con il suo ritratto e la riproduzione di un suo dipinto.

Una figura da noi lontana nel tempo e nello spazio? Niente affatto, non solo per la mentalità moderna ed emancipata, per il coraggio e l’indipendenza, ma anche perché nella stessa Bologna è possibile ammirare sue opere: la Biblioteca Universitaria e la Biblioteca dell’Archiginnasio infatti conservano due esemplari postumi, settecenteschi, della Metamorphosis.

La presentazione in anteprima del libro è avvenuta in occasione del festival fiorentino “L’eredità delle donne”, diretto da Serena Dandini, sabato 22 ottobre ore 12.15 presso la Manifattura Tabacchi (https://ereditadelledonne.eu/2022/programma/brunella-torresin-presenta-nel-gran-teatro-della-natura-maria-sibylla-merian-donna-darte-e-di-scienza-1647-1717/)

Brunella Torresin, giornalista culturale, dopo essere stata a lungo redattrice de «La Repubblica», collabora oggi alle pagine e agli inserti culturali dell’edizione nazionale del quotidiano. È autrice di traduzioni e di scritti di storia del teatro.

Euro 18,00
Pp. 233

ISBN: 978-88-3364-452-3

Brunella Torresin
, giornalista culturale, dopo essere stata a lungo redattrice de «La Repubblica», collabora oggi alle pagine e agli inserti culturali dell’edizione nazionale del quotidiano. È autrice di traduzioni e di scritti di storia del teatro.
Brunella Torresin
Nel gran teatro della 
natura
Maria Sibylla Merian donna d’arte e di scienza 
(1647-1717)
Nessun altro intraprenderà un viaggio così gravoso e così costoso per amore di conoscere simili creature, e inoltre in quel paese la calura è talmente grande da non poter compiere alcun lavoro se non con la più grande difficoltà. Io stessa tutto questo l’ho quasi dovuto pagare con la mia vita.
Maria Sibylla Merian, lettera a Johann Georg Volkamer, 8 ottobre 1702 
Maria Sibylla Merian nel 1699, quando si imbarca insieme alla figlia su una nave Olandese alla volta del Suriname, ha 52 anni, è divorziata e senza alcun accompagnatore. Ad Amsterdam, dove si era stabilita dopo la separazione dal marito, è conosciuta e apprezzata, e gode di una vasta rete di relazioni con studiosi, scienziati e collezionisti. Per sovvenzionare il suo viaggio, mette in vendita quasi tutto ciò che possiede. Per lei questa non è solamente una spedizione conoscitiva e di mero interesse personale, ma un’occasione artistica, naturalistica e al tempo stesso commerciale: il suo scopo è raccogliere materiale sufficiente per una pubblicazione che restituisca al lettore europeo la compiuta descrizione della varietà di piante, insetti e altre sconosciute creature presenti nella colonia.
Al ritorno dal viaggio, durato due anni, Maria pubblica nel 1705 l’opera cui è legata la sua fama presso i contemporanei e i posteri: Metamorphosis insectorum Surinamensium.
Una ricostruzione dettagliata, basata su una 
meticolosa ricerca di fonti, della vita e delle opere della grande naturalista tedesca.