Dopo l’omaggio nel luogo dell’eccidio, il presidente Manghi si è recato nella sagrestia di San Pellegrino, in via Tassoni, dove è stato esposto il cappotto indossato da don Pasquino Borghi al momento della fucilazione.
“Don Pasquino Borghi rappresenta uno degli esempi tra i più luminosi dei tanti sacerdoti che in quei tragici anni scelsero di non tradire il mandato millenario di carità della Chiesa. Aprendo la sue porte a Tapignola ai giovani e, dopo l’armistizio, a tutti coloro che sfuggivano ai nazifascisti, don Pasquino ci ricorda quella via delle canoniche che ha salvato tante vite dando rifugio fra i nostri monti a perseguitati politici, ebrei, famiglie comuni e primi partigiani. Quel suo sapersi aprire alla carità, testimoniando i valori di giustizia e di pace anche a costo della vita, ci induce soprattutto oggi a riflettere sulla cultura dell’accoglienza e sul rispetto della dignità umana a cui ognuno di noi è inderogabilmente chiamato”.
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