Imbrattamento della fontana Masini a Cesena

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Il responsabile risarcirà completamente il danno

CESENA – Risarcirà non solo le spese sostenute per ripulire la fontana Masini, ma anche i costi sostenuti dal Comune per collocare le targhe di avvertimento (“Fontana Masini, 1583. E’ un’opera d’arte, non un gioco”), il ragazzo responsabile dell’imbrattamento avvenuto nel luglio scorso.

Nei giorni scorsi la Giunta comunale ha dato il via libera alla proposta di accordo arrivata dal giovane, tramite il suo legale, con la quale viene offerta a titolo di risarcimento la somma di 5.579,57 euro, calcolata tenendo conto dei 1358,57 euro spesi per lo svuotamento e la pulizia della fontana e dei 4.221 euro spesi per la fornitura e il montaggio delle quattro placche di bronzo ai suoi piedi.

Inoltre, è anche possibile che il ragazzo (che si è detto pronto a farlo) svolga – tramite uno degli enti convenzionati con il Tribunale –presso il Comune di Cesena i lavori di pubblica utilità previsti nell’ ambito del programma di Messa alla Prova che sarà elaborato dall’ Ufficio di Esecuzione Penale Esterna (Uepe) di Forlì – Cesena e Ravenna e che dovrà essere recepito dal Giudice del Tribunale di Forlì.

Come si ricorderà, l’episodio incriminato risale al luglio scorso. Durante i festeggiamenti per una laurea, il neodottore era salito in piedi sulla fontana di piazza del Popolo per una foto, ma era caduto dentro la vasca; purtroppo, però – stando a quanto ricostruito dallo stesso protagonista – il tradizionale travestimento, che i suoi amici gli avevano indossare, nascondeva coloranti in polvere che al contatto con l’acqua si sono sciolti macchiando inesorabilmente la pietra d’Istria del monumento. E come se ciò non bastasse, una volta uscito grondante dalla vasca, il giovane aveva lasciato le sue impronte colorate anche sui gradini e sul basamento. Dopo questo episodio, il Comune è intervenuto immediatamente, svuotando la fontana e ripulendola sia all’ interno che all’ esterno, e successivamente ha installato ai quattro lati del basamento targhette metalliche di monito, proprio per evitare in futuro casi analoghi.

Nel frattempo un amico del neolaureato si è fatto subito avanti e (pur precisando che il fatto non è stato frutto di alcuna attività preordinata, ma il risultato accidentale di una serie di coincidenze non volute) si è assunto la responsabilità dell’accaduto e ha segnalato la volontà di risarcire il danno, avanzando la proposta di accordo.

Proposta che l’Amministrazione comunale ha giudicato congrua sia da un punto di vista patrimoniale che d’immagine, anche in considerazione della condotta collaborativa del responsabile, dando mandato al Dirigente del Settore Edilizia Pubblica di stipulare l’accordo.

“Con questa decisione – sottolinea il Sindaco Paolo Lucchi – abbiamo dimostrato che anche un errore serio, per quanto commesso con leggerezza, come quello che è capitato quest’estate al ragazzo, si può trasformare in un’opportunità per la comunità. E abbiamo scelto di non penalizzarlo ulteriormente perché ha dimostrato fin da subito di aver compreso il suo sbaglio, tanto che si è presentato spontaneamente in Comune il giorno dopo. Al tempo stesso, però, abbiamo ribadito l’importanza del rispetto dei beni comuni, come la fontana Masini”.

La vicenda, però, non finisce qui. C’è ancora un procedimento aperto davanti al Giudice del Tribunale di Forlì in opposizione al decreto penale di condanna già emesso, nell’ambito del quale è stata chiesta la sospensione del giudizio con messa alla prova.

E secondo quanto previsto dal Codice Penale (all’ articolo 168 bis), “la messa alla prova comporta la prestazione di condotte volte all’eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose derivanti dal reato, nonché, ove possibile, il risarcimento del danno dallo stesso cagionato”.

La concessione della messa alla prova è inoltre subordinata alla prestazione di lavoro di pubblica utilità, cioè di una prestazione non retribuita di almeno dieci giorni, anche non continuativi, in favore della collettività. Il Codice prescrive che questo lavoro venga svolto in un ente pubblico (presso lo Stato, le regioni, le province, i comuni, le aziende sanitarie) o presso enti o organizzazioni impegnati nell’ assistenza sociale, sanitaria e di volontariato, purché convenzionati con un Tribunale.

Presso il Tribunale di Forlì sono attualmente attive 37 convenzioni con altrettanti enti pubblici e privati del territorio provinciale.