“Il Palio è Ferrara”: un ciclo di incontri di approfondimento storico

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Lunedì 23 ottobre 2023 alle 21 il primo appuntamento nel Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara. Martedì 24 ottobre ore 9.30 inaugurazione mostra in Comune

FERRARA – “IL PALIO è FERRARA” è il tema di un ciclo di incontri di approfondimento storico che il Comune di Ferrara e l’Ente Palio aps avvieranno con la serata in programma lunedì 23 ottobre 2023 alle 21 nel Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara.

Questo primo appuntamento sarà dedicato al Palio degli anni ’30 e alla figura del suo creatore: Guido Angelo Facchini. I prossimi appuntamenti tratteranno della ripresa del Palio negli anni ’60 ed infine il Palio contemporaneo. Le date saranno comunicate successivamente.

Saranno presenti: l’assessore al Palio Nicola Lodi, il presidente dell’Ente Palio di Ferrara Nicola Borsetti, Gabriele Mantovani presidente Commissione Immagine del Palio, Leopoldo Santini storico e custode dell’archivio Facchini, Marco Nonato autore del libro il “Palio di S. Giorgio 1933-39”, Anna Quarzi presidente ISCO di Ferrara, Carlo Magri autore della videointervista con il figlio di Facchini, Laura Facchini nipote e Francesco Paparella moderatore.

LA MOSTRA – Da martedì 24 ottobre, con inaugurazione alle 9.30, e fino a venerdì 27 ottobre nella Sala dell’Albo Pretorio della sede del Comune (piazza Municipio 2) saranno esposti documenti e illustrazioni riguardanti l’opera letteraria, di promozione culturale ed artistica di Guido Angelo Facchini. L’ingresso è libero (orario di apertura di Palazzo Municipale)

Guido Angelo Facchini nasce a Ferrara il 24 settembre del 1904, dimostrando ben presto un carattere deciso, volitivo ed intraprendente. Appassionato ginnasta, attivo nella PGF (Palestra Ginnastica Ferrara di cui scrisse la gloriosa storia per i 50 anni – 1879-1929 – dalla sua fondazione), scopre una precoce passione per la scrittura e per la poesia. Già a 16 anni viene pubblicata sulla Gazzetta Ferrarese una sua poesia sulla morte di un suo coetaneo e da quel momento si susseguono pubblicazioni di liriche fino al suo primo volume “i vagiti di un vagabondo” a 17 anni.

Collabora con la Gazzetta Ferrarese, diventandone il responsabile della pagina culturale, per poi passare insieme alla testata stessa nel Corriere Padano (1928) illuminatamente diretto da Nello Quilici e frequentato dalle migliori firme degli intellettuali dell’epoca, anche a livello nazionale.

Si laurea a Ferrara in Matematica e Fisica nel 1927 (facoltà scientifica voluta fortemente dai genitori) per poi dedicarsi alla sua vera passione: la scrittura, l’arte e, soprattutto, la poesia. Tra i 18 e 26 anni escono due romanzi, una novella e 9 opere teatrali, oltre a due volumi di poesie (“Airone” e “I canti della Verna”, quest’ultimo tutt’ora in vendita presso l’omonimo Santuario).

Manifesta, proprio in questi anni, notevoli capacità nell’organizzare eventi culturali. A scorrere i vari impegni e le manifestazioni nelle quali viene coinvolto è da vertigini: la “settimana ferrarese” per l’inaugurazione della Torre della Vittoria, “l’Ottava d’oro” (ricoprendo il ruolo di Segretario) in preparazione del IV centenario della morte dell’Ariosto, il Palio, mostre artistiche correlate a questi eventi, conferenze in Italia ed all’Estero (Olanda, Germania, Svizzera, Francia) su Ferrara e l’arte rinascimentale all’epoca degli Estensi.

Negli stessi anni svolge vari incarichi in enti con finalità culturali (Istituto di Cultura, Sindacato artisti e scrittori, Membro del Comitato Comunale per l’ente legato Torregiani, per il Tempio di S. Francesco, Deputato di Storia Patria, Consigliere per l’Ente provinciale per il Turismo, nella cui sede presso il Palazzo INA fu dipinto un importante affresco sul Palio di quegli anni, Consultore di Ferrarie Decus, Presidente dell’Istituto di cultura Italo – germanica, e negli anni della guerra Direttore Amministrativo del Corriere Padano, membro dell’Istituto per la storia del Risorgimento , Accademico delle scienze di Ferrara), promuove iniziative volte a valorizzare i giovani artisti ferraresi e fonda e dirige “IL DIAMANTE”, dove sarà al suo fianco Mimì Quilici Buzzacchi che curerà tutta la parte grafica della rivista che sarà pubblicata dal 1928 al 1935, con lo scopo dichiarato di promuovere l’arte in ogni sua forma ed i giovani artisti ferraresi.

In quegli anni pubblica vari lavori di rilievo storico, altra sua passione: “Ferrara medioevale” (1932), “Fulgori di Poesia e d’arte nella storia di Ferrara” (1932), “La storia del Palio ferrarese” (1933), “Stemmi, imprese e divise dei principi d’Este” (1935), “Donne e Madonne nella pittura italiana” (1934), “Donne d’amore e di leggenda nella storia di Ferrara” (1935), “Il paese dei canti e degli incanti” (1936). Ma l’opera storica senz’altro più importante rimarrà “la storia di Ferrara” primo lavoro completo sulla storia di Ferrara dopo quella del Frizzi, pubblicata nel 1933 e riedita nel 1959 a cura di Gualtiero Medri.

Fu con il Palio che Guido Angelo (definito unanimemente il “papà del Palio”) riuscirà in una impresa che unisce l’idea artistica ispirata dagli affreschi della sala dei mesi di Palazzo Schifanoia, messa in opera dalla impareggiabile Nives Casati (di cui Facchini ha il merito di un’indubbia valorizzazione), la ricerca storica scoprendo i documenti che attribuirono a Ferrara un primato storico e il lavoro organizzativo costruendo a tavolino Contrade e Borghi, individuandone i nomi, costruendo il Regolamento e disegnando di suo pugno le bandiere ed i simboli del Palio che saranno quasi in toto riprese dal Palio contemporaneo.

Negli ultimi anni prima della sua improvvisa scomparsa il 26 marzo del 1977 a Prato, scrive un romanzo tutt’ora inedito “Giò, vita con Italo” (Italo Balbo) e un bellissimo volume di poesie in dialetto ferrarese: “Il Blezz ad Frara”, edito dalla Banca di Credito Agrario (1976), oltre a continuare a sviluppare la sua attività di conferenziere, giornalista e di poeta.

Intervenne con forza per sostenere nel secondo dopoguerra, attraverso articoli sulla stampa ferrarese negli anni di discussione sulla ripresa del Palio. Volle che la documentazione in suo possesso sul Palio rimanesse a Ferrara e la consegnò nelle mani di Leopoldo Santini che l’ha conservata in tutti questi anni, collaborando anche a tre lavori sul Palio che contenevano un ricordo dell’opera di Guido Angelo Facchini: “L’indimenticabile mostra del ’33” Quaderni del liceo classico Ariosto di Michele Pastore e Silvia Podetti (2000); “Ferrara 750 anni di Palio” di Sara Accorsi e Riccardi Rimondi (2008) e “Palio di San Giorgio. Torneo delle contrade per l’arme di San Giorgio 1933-1939” di Marco Nonato con il contributo, oltre che di Santini, anche di Laura Gessi (2019).