Il Consiglio comunale resta in silenzio per Padre Gabriele Digani

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BOLOGNA – In apertura della seduta odierna, il vicepresidente Marco Piazza ha ricordato la figura di Padre Gabriele Digani a nome della Presidenza e di tutto il Consiglio comunale. Al termine, il Consiglio ha osservato un minuto di silenzio. Di seguito l’intervento del vicepresidente Marco Piazza.

“Il 25 marzo 2021 Bologna ha perso un altro personaggio simbolo della sua identità di sensibilità e accoglienza. Il covid ci ha portato via Padre Gabriele Digani, due giorni dopo il 27 marzo avrebbe compiuto 80 anni.

Classe 1941, era entrato a 15 anni nel 1956 nel collegio dell’osservanza a Bologna. In convento Francescano come novizio nel 1960, era stato ordinato sacerdote nel 1969. Dal 1976 fino alla sua scomparsa, Padre Gabriele ha speso la sua vita e la sua missione nell’Opera di Padre Marella, dal 1988 con il ruolo di direttore dell’Opera.
Ogni bolognese, sapeva dove trovarlo: all’angolo tra via Drapperie e via Caprarie. Proprio sotto il bassorilievo che raffigura lo storico Padre Marella mentre con il cappello in mano da la possibilità a tutti i passanti di essere solidali con i fratelli più poveri. E Padre Gabriele aveva scelto di sedersi proprio in quello stesso punto e proseguire con la stessa costanza l’opera di Padre Marella. Una testimonianza chiara di un servizio per i più deboli che continuava e che sopravviveva a Bologna. Un messaggio che la carità è più forte della morte e che l’opera iniziata da Padre Marella proseguiva viva e forte in città.
E infatti l’arcivescovo di Bologna, il Cardinale Matteo Zuppi, nel ricordare la sua grande opera di carità ha sottolineato come Padre Gabriele ‘è stato collegamento e continuità del servizio di padre Marella. Ha incarnato in questi anni tutto il suo spirito’.
Nel cuore storico della città, nella parte più turistica, commerciale, animata di locali e gastronomia, Padre Gabriele ha continuato a testimoniare e a ricordare l’importanza di aiutare gli ultimi e i più deboli. Diceva che era la Carità di Cristo stesso che lo portava ad andare incontro ai fratelli più poveri. E tutta la sua vita era spesa al servizio vero dei più sfortunati.
Io stesso, come molti in città, ho potuto sperimentare la concretezza della sua azione. Una famiglia disperata con 3 bambini piccoli si era rivolta a me. Erano stati colpiti da una disgrazia che gli aveva impedito di lavorare. I debiti si erano accumulati e avevano perso l’attività in cui avevano investito tutto. I debitori gli stavano portando via la casa e sarebbero finiti in mezzo alla strada con i bambini dopo pochi giorni. Oltre ad attivare i servizi sociali ho chiesto aiuto a diverse realtà e la storia è arrivata a padre Gabriele, che si mosse immediatamente. Con una rapidità silenziosa ed un’efficacia che non mi aspettavo e mi sorprese sinceramente. Non la scorderò mai. Questa è solo una testimonianza diretta, la città di Bologna potrebbe raccontarne migliaia di altre.
Perché padre Gabriele c’era. Forte e attivo. Non era solo seduto in quell’angolo a dare una preziosissima e importantissima testimonianza a tutti i bolognesi, ma sapeva muoversi rapidamente ed efficacemente a difesa delle situazioni più tristi, difficili e strazianti. Lui era lì per loro e per loro era davvero un padre. Costruiva la speranza di un mondo migliore a chi si affidava a lui.
Il 4 ottobre aveva partecipato alla beatificazione del suo Padre Marella e di lui aveva detto: ‘Padre Marella era un uomo umile, semplice, autentico sacerdote, e un autentico Francescano, uomo di fede, uomo di carità. Doveva lasciare un segno visibile a tangibile a tutti’.
Poco tempo fa Padre Gabriele, dopo 25 mila messe celebrate e oltre trent’anni passati tra la gente a contatto con le situazioni più umane disse: ‘Sono cambiate in gran parte le povertà, ne sono emerse di nuove. È cresciuta la solitudine, l’isolamento. In questi decenni l’Opera a cui ho dedicato la vita si è adeguata ai segni dei tempi. Non è rimasta a guardare, ma ha agito con i suoi limiti e le sue limitate risorse. Posso dire che tocco con mano ogni giorno che il Signore ci assiste – me e l’Opera – che padre Marella con il suo grande carisma è ancora presente. Da uomo di fede, non dubito che questa protezione per chi si occupa dei più deboli verrà meno’.
E poi Padre Gabriele ci lascia un’indicazione importante sul futuro: ‘Occorre però continuare sul serio a esercitare la carità nel modo giusto, come dice il Vangelo e come ha incarnato e testimoniato Padre Marella’.
Oggi ho ricordato Padre Gabriele a nome dell’ufficio di Presidenza e su mandato di tutto il Consiglio, come personaggio simbolo di tutta Bologna, che appartiene a tutti noi e a cui tutto noi indistintamente siamo grati. Padre Gabriele, Bologna ti saluta e ti ringrazia. La tua opera non sarà dimenticata”.