Ieri la cerimonia con deposizione di una corona d’alloro al monumento eretto lungo la via Emilia in memoria delle vittime
PIACENZA – Anche il Comune di Piacenza, con il Gonfalone insignito della Medaglia d’Oro al valor militare, ha preso parte domenica scorsa alla cerimonia di commemorazione dell’eccidio di Ponte Cantone (frazione di Sant’Ilario d’Enza), avvenuto il 14 febbraio 1945 ad opera di soldati tedeschi come atto di rappresaglia per un’azione partigiana che due giorni prima aveva provocato la morte di due militari.
Venti giovani tra i 17 e i 30 anni, in gran parte originari delle province di Piacenza e Parma, furono prelevati dal carcere parmense e condotti in località Ponte Cantone dove furono barbaramente uccisi e i loro corpi abbandonati nella neve come monito per le forze partigiane e la popolazione locale.
La celebrazione ha visto la deposizione di una corona d’alloro al monumento eretto lungo la via Emilia in memoria delle vittime, alla quale hanno fatto seguito gli interventi del sindaco di S.Ilario d’Enza Marcello Moretti e della vice presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna Ottavia Soncini e i canti partigiani ad opera dei ragazzi della locale scuola media.
”L’eccidio di Ponte Cantone – sottolinea l’assessore alla Legalità, Luigi Gazzola, presente alla cerimonia in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, insieme agli agenti della Polizia Municipale che hanno portato in corteo lo stemma comunale – rappresenta una delle tante brutali pagine della violenza nazifascista consumate nell’Italia del Nord nei mesi che precedettero la fine della guerra. A 72 anni di distanza quelle uccisioni continuano a suscitare, accanto a una umana e civile indignazione, una severa inappellabile condanna morale. L’omaggio a quelle vittime è una sosta obbligata nel pellegrinaggio civile che Piero Calamandrei invitava a percorrere nei luoghi dove caddero i martiri della Resistenza e dove affondano le radici della nostra Costituzione e della nostra democrazia. L’Amministrazione comunale considera proprio dovere preservare e trasmettere la memoria della Resistenza come valore e patrimonio prezioso della nostra comunità. Un valore che interpella ciascun individuo, impegna a costruire percorsi di pace e a dire “no” a ogni guerra e alle sue inumane violenze”.