Consiglio comunale, l’intervento d’inizio seduta della consigliera Luisa Guidone

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BOLOGNA – Di seguito, l’intervento d’inizio seduta della consigliera Luisa Guidone (Partito Democratico).

“La mia riflessione di oggi parte da una notizia e cioè che alcune realtà cittadine si sono organizzate per offrire alle famiglie delle attività per i propri figli. Parliamo di attività che prevedono la presenza simultanea di più bambini che tra di loro non sono conviventi, non sono familiari, queste attività hanno svariati scopi, uno scopo conciliativo, solidaristico, ricreativo ludico, e chi più ne ha più ne metta, ma sono tutto tranne che servizi educativi, servizi scolastici.

Ora leggo che ci sarebbe stata una riunione in Prefettura che avrebbe dato alcune direttive sul fatto che non sarebbero consentite attività non educativa per i bambini che hanno più di tre anni che si tengono all’aperto, però io di questa riunione non so nulla. Ho provato a informarmi ma nessuno pare aver partecipato a questa riunione, non c’è nulla di ufficiale su nessun sito, nessun comunicato stampa quindi mi chiedo se si sia effettivamente tenuta questa riunione e che cosa si sia deciso perché comunque sarebbe di interesse di tutta la popolazione saperlo. Il sospetto è che in realtà è purtroppo questo Dpcm che è in vigore adesso e che finirà il 6 aprile non consente alcun tipo di attività che prevede il fatto di poter uscire di casa per recarsi al domicilio di altre persone e far partecipare i bambini a qesto tipo di attività o anche solo di babysitteraggio. Lo abbiamo detto tante volte, il virus non conosce confini nazionali, il virus non conosce la denominazione giuridica delle cose per cui che lo chiamiamo pippo o pluto o lo chiamiamo servizio di conciliazione oppure servizio educativo alla fine lo scopo del virus è quello di replicarsi trasmettendosi da una persona all’altra e questo lo si fa quando le persone si trovano in un contesto dove non si rispettano le distanze interpersonali, non si rispettano le misure di contenimento per vari motivi, anche per il fatto che, ad esempio, i bambini non portano la mascherina perché non devono portarla eccetera eccetera.

Ora da qui parte una riflessione, cioè il fatto che c’è una domanda, un bisogno, e che questo bisogno lo abbiamo creato noi nel momento in cui per l’ennesima volta sono state chiuse le scuole e i servizi educativi e secondo me questa è una cosa che va detta con molta chiarezza perché io credo che invece le scuole servizi educativi devono essere gli ultimi ad essere chiusi ed i primi a riaprire. Io, come penso tutti, conosciamo tante persone che ogni mattina si alzano e vanno a lavorare perché le attività produttive continuano ad essere aperte, alcune sono state chiuse ma molte sono aperte, gli operai continuano ad andare in fabbrica, gli autisti continuano a guidare gli autobus, gli impiegati continuano ad andare in banca eccetera eccetera, e però le scuole sono chiuse.

Ora io condivido l’ordine del giorno che ha presentato il consigliere Fattori a nome di tutto il gruppo perché è evidente che le risorse e le misure destinate a questa situazione non sono state sufficienti perché prevedono materiali alternativi o prevedono il fatto che non si possono accumulare misure diverse tra coniugi prevedono il fatto che i bonus sono dati solo a poche, pochissime categorie lavorative mentre sarebbero molte altre quelle che ne avrebbero bisogno. Poi c’è un altro tema, è il tema che io vedo una “mucca nel corridoio”, ecco, chiedendo scusa per la citazione non autorizzata, voglio dire che noi siamo in pandemia, pandemia significa morte, significa disperazione, significa che abbiamo tutti quanti letto, con i polsi che ci tremavano, il fatto che ci sono dei dottori che hanno lanciato un grido di allarme dicendo che non riescono ad operare i malati oncologici per i quali un giorno in più o in meno può o meno salvargli la vita, quindi la situazione è disperata in questo momento, anche se capisco che è in miglioramento e speriamo che sia diciamo definitivamente superata questa maledetta curva nel giro di poco.

Però è altrettanto vero che non si possono dare sussidi a 60 milioni di italiani per farli stare un anno in casa, senza lavorare, questo è evidente a tutti. Quindi cosa succede? Succede che si devono inserire delle misure che però siano misure che le persone possono mettere in atto, che possono rispettare, cioè delle misure che mettono le persone nelle condizioni di poter rispettare il diciamo Dpcm, la zona rossa nella sua interezza. Ecco è questo che voglio dire. Io ho fatto il liceo classico, ho studiato filosofia per un certo periodo, ho anche accarezzato l’idea di studiare filosofia all’università, poi mi sono iscritta a Giurisprudenza. Uno dei primi esami che ho fatto è stato Filosofia del diritto. Filosofia del diritto è quella materia che tra le altre cose proprio indaga che cos’è il diritto, il concetto stesso di diritto quindi l’applicabilità delle norme, il grado di adesione della popolazione alle norme eccetera, ed offre degli spunti interessanti perché ci sono state varie scuole di pensiero, il giusnaturalismo, il positivismo, il realismo e così via. Ora non voglio dilungarmi troppo su questo excursus però quello che voglio dire e che vorrei capire è: ma queste norme che difficilmente riescono ad essere applicate nella loro interezza dalla popolazione, a quale teoria filosofica del diritto si richiamano? Ecco, questa è una domanda che credo che sia interessante porsi.

Il presidente Draghi ha detto che le scuole saranno le prime a riaprire, io auspico che dopo il 6 aprile si faccia un nuovo Dpcm senza riproporre questo e auspico che questa volta davvero di scuole siano le prime a riaprire”.