Consiglio comunale, l’intervento d’inizio seduta del consigliere Marco Piazza

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BOLOGNA – Di seguito l’intervento d’inizio seduta del consigliere Marco Piazza (Movimento 5 stelle 2050):

“Decesso alla Dozza – L’Importanza dei percorsi di recupero
Grazie presidente, intervengo sul decesso di un detenuto avvenuta nella casa circondariale di Bologna. Il detenuto aveva 42 anni ed è stato trovato morto dal compagno di cella la mattina del 20 novembre. Era entrato per spaccio il 10 ottobre ed era in attesa di giudizio. L’autopsia ci dirà più esattamente le cause del decesso se per esempio si è trattato di un abuso di qualche sostanza. In attesa dell’autopsia resta il dato che questo episodio accade ancora una volta nel reparto giudiziario, tristemente noto per essere una delle sezioni più problematiche e che più fa parlare di sé. E’ la sezione da cui sono partite le violenti rivolte del marzo 2020 e in cui si sono verificati numerosi episodi problematici tra cui aggressioni agli agenti della polizia penitenziaria. E’ conclamato e riportato più volte dai giornali il rinvenimento di sostanze stupefacenti, tra cui hashish ed eroina, nonché la distillazione di un pericoloso liquore autoprodotto dalla macerazione della frutta. Tutte cose che, unite al sovraffollamento, ai problemi psichiatrici di alcuni detenuti, alla mancanza di un ambulatorio odontoiatrico, allo stop o ridimensionamento di molti progetti a causa della pandemia, rendono convivenza e sicurezza preoccupanti sia per i detenuti che per gli addetti che lavorano ogni giorno alla Dozza e in quel reparto in particolare. Tanti diversi problemi concentrati insieme in un unico edificio sovraffollato vanno gestiti con molta più forza per evitare che si accrescano rendendo vana una delle più importanti funzioni della detenzione ovvero la rieducazione come sancito dalla nostra costituzione. A farne le spese innanzi tutto sono gli agenti della Polizia Penitenziaria in prima linea a gestire tutti questi problemi, a volte persino aggrediti oltre che sottoposti ad una pressione psicologica che li rende la categoria lavorativa con il più alto numero di disagi, stress e suicidi. Su questo e sulla necessità di uno sportello di ascolto a loro dedicato siamo intervenuti più volte in passato. Oggi mi preme sottolineare che la detenzione deve essere soprattutto un’opportunità per recuperare le persone. Per costruire un progetto o semplicemente per capire le necessità e i problemi che hanno condotto alla detenzione e far quantomeno intravedere soluzioni. Far capire ai detenuti che il nostro territorio offre alternative e possibilità per ripartire e cambiare. Gli attuali ristretti, sono persone che torneranno sul territorio per cui un investimento fatto in carcere è un investimento per il bene di tutta la comunità oltre che del detenuto. In particolare sono importantissimi il ruolo e la figura dell’educatore. Gli educatori devono essere messi in condizioni di operare efficacemente e in stretta collaborazione con le altre figure presenti nell’istituto a partire dagli agenti della polizia penitenziaria che essendo continuamente a contatto con i ristretti, ne hanno una buona conoscenza. Un forte servizio educativo è essenziale per dare compimento alla nostra costituzione e creare percorsi di rieducazione e inserimento sociale. Migliorerebbe anche le condizioni di detenzione e ridurrebbe, non ultimo, la pressione sugli agenti che spesso devono fronteggiare situazione che esulano dalle loro competenze. Anche il Comune può impegnarsi, in progetti di utilità sociale per contribuire a sua volta a creare percorsi virtuosi di recupero cosa che stava facendo prima della pandemia. I progetti di lavoro in carcere a loro volta sono uno strumento molto efficace, purtroppo fortemente ridimensionati dal covid. Altro punto importante riguarda i detenuti con problemi di tossicodipendenza che esistono e che hanno bisogno di riposte dedicate. Persone che oggi cercano qualunque sostanza durante la detenzione, compreso abuso di farmaci o sniffare gas dalle bombole. A San Vittore, è stata istituita una sezione dedicata alla cura delle tossicodipendenze, è un’idea che andrebbe valutata anche qui. Il Consiglio comunale ha sempre seguito e continuerà a seguire la situazione del carcere cittadino, attendiamo quindi i risultati dell’autopsia di questo decesso, ma in generale ci faremo promotori di ogni iniziativa possibile per rendere il periodo della detenzione una reale opportunità di recupero.”