“Alla ricerca della madre perduta”, al Foyer del teatro “A. Bonci” la presentazione del libro di Franco Pollini (FOTO)

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Carlo Verona e Franco Pollini

CESENA – Nell’ambito del rapporto di collaborazione tra il Comune di Cesena e l’Università di Urbino “Carlo Bo” sui temi della storia e filosofia della scienza, già consolidata in anni di ricerca e divulgazione, sabato 21 maggio 2022 alle 17 nel Foyer del Teatro “A. Bonci” sarà presentato il libro Alla ricerca della madre perduta di Franco Pollini, edito da Editrice Il Ponte Vecchio nella Collana di Testi teatrali. Introdurrà la presentazione l’Assessore alla Cultura Carlo Verona.

L’autore pubblica la terza raccolta di proprie drammaturgie, tutte di argomento scientifico, un campo poco sondato dalla scrittura teatrale contemporanea. Come nei precedenti volumi, L’Arca di Gödel del 2015 e Margrethe e la bomba del 2018, unendo la formazione in logica e filosofia con l’impegno professionale, persegue l’obiettivo di utilizzare il sensibile teatrale per dibattere profondi e complessi argomenti scientifici e di realizzare sul palcoscenico un laboratorio di sperimentazione di linguaggi e soluzioni sceniche contemporanee.

Questo volume, pubblicato in occasione del novantesimo anniversario del Teorema di incompletezza di Kurt Gödel, presenta due nuove drammaturgie di argomento scientifico, ciascuna costruita secondo un diverso modo di rappresentare, con l’intento di condurre il lettore e lo spettatore in un viaggio nei meandri della ricerca. Le guide sono donne e uomini di scienza, vissuti in epoche diverse e qui convenuti per discutere le fondamenta del loro operare. Dai Curie a Leonardo, da Gödel a Einstein, personaggi di ogni epoca spargono gemme di conoscenza e di esperienza, utili consigli in un’epoca di profonda criticità nei rapporti tra scienza e potere. Sulle loro spalle si ergono le sorti di una umanità dolente e smarrita. La nostra. I testi hanno conclusioni spiazzanti che segnano il confine tra il vero della realtà e il verosimile del teatro.

Oltre alla drammaturgia che riporta il titolo del volume, interamente dedicata ad un incontro con le idee e la storia di Leonardo da Vinci, l’autore pubblica un testo dal titolo volutamente ermetico Chi interpreta Rosalind Franklin?, richiamando i lavori di una grande scienziata del Novecento che in un mondo scientifico clamorosamente maschile, pur avendo contribuito alla scoperta del DNA, non ha ricavato il riconoscimento che meritava. La Franklin è una delle scienziate e degli scienziati che vengono richiamati nel corso della rappresentazione, in una schema che richiama il Decameron di Boccaccio.

Il libro è presentato da studiosi e ricercatori di grande fama e qualità: Marino Biondi, Università di Firenze, Maria Luisa Dalla Chiara, Università di Firenze, Vincenzo Fano, Università di Urbino, Gabriele Marchesini, regista, Margherita Melani, Nuova Fondazione Rossana e Carlo Pedretti, Sara Taglialagamba, Nuova Fondazione Rossana e Carlo Pedretti, Gino Tarozzi, Università di Urbino. Il volume e la presentazione sono dedicati alla memoria di Giuliano Scabia, regista e autore. Gabriele Marchesini leggerà qualche pagina tratta da un suo testo teatrale. Marino Biondi tratteggerà nel suo intervento la figura del grande scrittore e teatrante, di cui ricorre il 21 maggio 2022 il primo anniversario della scomparsa.

Scabia è stato un teatrante totale e anomalo, rigoroso testimone e protagonista della scena italiana a cavallo del millennio e docente dell’Università di Bologna. Uscito dalle Istituzioni teatrali, ha seguito un percorso originale e sperimentale tra “boschi” e “animali”, come recita una sua celebre composizione, e soprattutto tra le “donne” e gli “uomini”, nelle campagne e nelle montagne, nelle università e nei teatri diffusi. Inventore del vero e originale “teatro partecipato”, un teatro che si alimenta delle culture popolari, ha pubblicato decine di volumi di poesie e testi letterari, confermando quella natura di scrittore che ha sempre dichiarato di privilegiare rispetto ad ogni altra sua attività. Scabia, oltre ad essere stimato e conosciuto dall’autore, ha un rapporto speciale con il Teatro “Bonci” che conferma di essere stato uno dei luoghi più attenti alla sperimentazione teatrale in Italia (occorre ricordare le ripetute presenze di Carmelo Bene e Dario Fo): il primo spettacolo nell’ottobre 1970, dopo il ventennio ETI, della nuova gestione comunale, fu Scontri generali, una rappresentazione simbolo delle nuove direzioni che il teatro italiano stava cercando. Lo spettacolo creò un dibattito acceso e una attenzione importante da parte del pubblico. Scabia poi orientò il proprio lavoro verso altri territori, a cui legò strettamente il proprio teatro errante e “Vagante” e soprattutto mantenne una linea originale e unica di interpretazione del fare teatro che non eguali in Italia.