Al Teatro Masini di Faenza l’ 8 e 9 gennaio e domenica 16 gennaio Giuseppe Cederna, Vanessa Gravina e Roberto Valerio in “Tartufo”

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Tartufo Gravina Cederna – @Marco Caselli – Nirmal

FAENZA (RA) – Arriva, al Teatro Masini di Faenza, Tartufo, il fortunato allestimento del celebre testo di Molière, prodotto dall’Associazione Teatrale Pistoiese e firmato da Roberto Valerio, regista che ha realizzato spettacoli apprezzati da pubblico e critica. Assieme a Roberto Valerio (anche interprete, quale Orgone), è in scena, nel ruolo del titolo di questo intramontabile classico, un artista ‘di razza’ come Giuseppe Cederna. Lo spettacolo si avvale, nel ruolo di Elmira, della presenza carismastica di un’attrice di grande spessore e amata dal pubblico come Vanessa Gravina.

Nell’affiatato cast di Tartufo anche Massimo Grigò (Lorenzo), Irene Pagano (Marianna), Elisabetta Piccolomini (Madama Pernella), Roberta Rosignoli (Dorina) e Luca Tanganelli (Damide). Scene, costumi e luci, sono firmati, rispettivamente, da Giorgio Gori, Lucia Mariani e Emiliano Pona; Alessandro Saviozzi ha curato il suono. Lo spettacolo andrà in scena sabato 8 e domenica 9 gennaio alle ore 21 e tornerà, per la terza replica prevista per gli spettacoli di Prosa della Stagione, domenica 16 gennaio alle ore 21.

Incontro con gli Artisti: gli interpreti della commedia incontreranno il pubblico domenica 9 gennaio alle ore 18 presso il Ridotto del Teatro Masini (l’ingresso all’Incontro è gratuito).

La trama del celebre capolavoro è a tutti nota: il protagonista, emblema dell’ipocrisia, indossa la maschera della devozione religiosa e della benevolenza per raggirare e tradire il suo sprovveduto e ingenuo benefattore Orgone. Tartufo è dunque un arrivista che veste i panni del virtuoso in odore di santità e Orgone è colui che gli regge lo specchio in un gioco di oscura manipolazione e dipendenza affettiva. Tartufo è scaltro, affascinante, pericoloso; i suoi gesti e le sue espressioni tradiscono una natura sanguigna, depravata, oscena, naviga nelle acque irrequiete della dissimulazione oscillando tra un’affettata eleganza e una grezza materialità.

È sensuale e inquietante, tanto da ricordare qualcosa di diabolico, di sinistro. Il più delle volte, le versioni sceniche del Tartufo si sono concentrate sull’ipocrisia del personaggio del titolo. Non c’è dubbio che all’epoca in cui Molière scrisse la sua opera, i suoi obiettivi chiari erano i bigotti che usavano il rigorismo religioso come facciata per nascondere i loro empi comportamenti, senza nemmeno credere a ciò che stavano predicando. La battaglia era tra la verità e l’inganno, l’onestà e l’ipocrisia. Ora, 350 anni dopo, questa equazione va parzialmente modificata. Tartufo non può più essere un semplice impostore. È molto più di questo: un profeta anticonformista. Un guaritore. Un guru fanatico. Che denunzia, maledice e combatte (in apparenza) contro un mondo di materialismo, consumismo, lassismo, dissolutezza, permissività e amoralità. Questo angelo oscuro o demone pietoso irrompe in una famiglia borghese benestante, la sconvolge completamente, prende il controllo, la castiga, la rivoluziona, la assorbe. Affascina interamente il pater familias Orgone e sua madre, le due figure chiave del potere familiare, mentre simmetricamente, respinge gli altri personaggi, cioè i ragazzi, la loro matrigna, lo zio e la cameriera. Tartufo ipnotizza il padre, acceca la madre, sposa la figlia, bandisce il figlio, seduce la matrigna, sconvolgendo il normale flusso di vita dell’intera famiglia.

Lo spettacolo è una commedia molto divertente, che unisce la satira corrosiva alla profonda riflessione sull’animo umano e sui valori sociali; con una visione audace e contemporanea che sottolinea la crisi della nostra società moderna dilaniata tra materialismo senza senso e spiritualità fanatica. Si portano sulla scena, attraverso una rappresentazione giocosa delle tensioni sociali, politiche, familiari, l’esistenza umana, coniugando diversi registri in una polifonia di strati di senso, ora amari ora pungenti, che ci seducono, ci divertono e che ci parlano, nondimeno, con grande urgenza. Esplorare la modernità di questo classico intramontabile, per farne uno spettacolo popolare. Uno spettacolo in cui sarà divertente rovesciare, confondere, sconvolgere, sovrapporre bene e male, in una promiscuità di temi, caratteri e intrecci che nascondono, dietro i rumorosi ingranaggi della commedia, un riso amaro. (Roberto Valerio)

Biglietti: venerdì 7, sabato 8 e sabato 15 gennaio dalle ore 10 alle ore 13 presso il botteghino del Teatro Masini. Prenotazioni telefoniche (0546 21306): dal lunedì al venerdì dalle ore 11 alle ore 13 (dal 24 dicembre al 6 gennaio esclusi).

Biglietti online: Vivaticket

Prezzi: da 29 a 27 euro

Info: 0546 21306 e www.accademiaperduta.it

Si ricorda che, in osservanza del D.L. N. 172 DEL 26/11/2021, da lunedì 6 dicembre 2021 l’accesso ai Teatri, è consentito esclusivamente ai soggetti muniti di “Super green pass” (certificato di vaccinazione e/o guarigione da Covid-19). I bambini con età inferiore a 12 anni sono esentati dal presentare tale certificazione.

TEATRO MASINI

FAENZA

Prosa

Sabato 8, domenica 9 e domenica 16 gennaio 2022 ore 21

Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale

GIUSEPPE CEDERNA – VANESSA GRAVINA

ROBERTO VALERIO

Tartufo

di Molière – traduzione di Cesare Garboli

adattamento e regia di Roberto Valerio

e con (o.a.) Massimo Grigò, Irene Pagano, Elisabetta Piccolomini

Roberta Rosignoli, Luca Tanganelli

scene Giorgio Gori – costumi Lucia Mariani – luci Emiliano Pona – suono Alessandro Saviozzi