Al Teatro Masini di Faenza dal 16 al 18 marzo in scena “Zio Vanja”

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Zio Vanja – G. Cedena – V. Gravina ph. G. Acerboni

FAENZA (RA) – Dopo un iniziale rinvio di date di rappresentazione, dal 16 al 18 marzo alle ore 21, al Teatro Masini di Faenza, va in scena Zio Vanja di Anton Čechov. diretto da Roberto Valerio e interpretato da Giuseppe Cederna, Vanessa Gravina e Alberto Mancioppi, Mimosa Campironi, Elisabetta Piccolomini, Pietro Bontempo, Massimo Grigò. Lo spettacolo è prodotto da Associazione Teatrale Pistoiese.

Giuseppe Cederna e Vanessa Gravina saranno rispettivamente Zio Vanja e Elena, con loro Alberto Mancioppi, il professore, Mimosa Campironi, Sonja, Elisabetta Piccolomini, Marjia, Pietro Bontempo, Astrov e Massimo Grigò, Telegin.

Dramma russo che Čechov considerava però una commedia, quasi un vaudeville, che vide il debutto ufficiale il 26 ottobre 1899, al Teatro d’arte di Mosca, con la regia di Vladimir Ivanovič Nemirovič-Dančenko e Konstantin Sergeevič Stanislavskij, Zio Vanja è la rappresentazione delle grandi illusioni, di percorsi che iniziano per poi tornare al punto di partenza, della noia, che non è spazio per la creatività ma al contrario anticamera della depressione, maschera della paura che paralizza impedendo di realizzare i proprio progetti e che Roberto Valerio ha deciso di restituire però con una messa in scena a contrasto, energica, movimentata. Il regista commenta ironicamente dicendo: “La noia, di solito si racconta meglio tentando di non annoiare”.

Uno spazio vuoto. In primo piano una vecchia credenza ed un tavolo, elementi che rimandano alla quotidianità della vita in campagna. Sullo sfondo appaiono e scompaiono elementi onirici o iperrealistici: un’altalena che scende dal cielo, una botte di vino gigante per l’ubriacatura notturna, un pianoforte che ricorda l’infanzia, un albero di beckettiana memoria. È la scena che Valerio ha scelto per raccontare la vita che Vanja, sua nipote Sonja, l’anziana maman Marija, Telegin e il dottor Astrov, conducono in una casa rurale all’arrivo del proprietario, l’illustre professor Serebrjakov e dalla sua bellissima seconda moglie Elena. I personaggi che si muovono davanti al pubblico non sono eroi e eroine, sono persone comuni, immerse nel flusso della vita, con i quali è facile immedesimarsi, che chi guarda può sentire immediatamente vicino. Sono anime smarrite con passioni, slanci, delusioni, le stesse emozioni che accompagnano la vita di tanti. Ogni personaggio insegue i propri pensieri, le proprie aspirazioni, sogni, sofferenze senza davvero comunicarli agli altri, sordo a quelli dell’altro. Tutti desiderano il riscatto, tutti sono incapaci di agire per ottenerlo, vogliono amare e essere amati ma il desiderio non si tramuta mai in realizzazione”. Nella commedia si bevono molta vodka e molto vino, per diciassette volte Čechov invita a bere i personaggi: si evade la realtà, si cerca l’illusione che apre varchi di finta soddisfazione “Quando non c’è vita vera, si vive di miraggi”, dice, ad un certo punto zio Vanja.

Roberto Valerio continua: “È un’opera delle occasioni mancate, della rinuncia, basata su un vero e proprio meccanismo di inerzia. Così come in Beckett i due clown Vladimiro ed Estragone attendono Godot, così i personaggi di Čechov attendono, invano anch’essi, la felicità e un futuro migliore. Ma non manca l’ironia, che anzi pervade tutto il testo”. L’opera presenta continui spunti burleschi e tragicomici: il ridicolo tentativo di Vanja di uccidere il Professore Serebrjakov con un colpo di pistola, il penoso tentativo di suicidio dello stesso Vanja con una bustina di morfina, il goffo corteggiamento alla bella e ambigua Elena da parte sempre di Vanja, le ubriacature notturne, le tante piccole stranezze che coltivano tutti i personaggi e che li rendono degli amabili stravaganti bislacchi, sono solo alcuni esempi. “Tu sei il re dei buffoni”, dice infatti il dottor Astrov a Vanja.

Una messinscena che oscilla tra realismo e onirico, tra dramma e commedia, tra risate e pianti, tra malinconie cecoviane ed energia pura. Uno spettacolo dove le immagini, i suoni e la recitazione si compenetrano per rappresentare la tragicommedia della vita.

 Gli interpreti dello spettacolo saranno anche protagonisti dell’Incontro con gli Artisti che si terrà giovedì 17 marzo alle ore 18 presso il Ridotto del Teatro Masini. L’Incontro è a ingresso gratuito.

Biglietti: prevendita da martedì 15 marzo dalle ore 10 alle ore 13 presso il botteghino del Teatro Masini. Prenotazioni telefoniche (0546 21306): dal lunedì al venerdì dalle ore 11 alle ore 13.
Biglietti online: Vivaticket
Prezzi: da 29 a 27 euro
Info: 0546 21306 e www.accademiaperduta.it

Si ricorda che, in osservanza dei D.L. attualmente in vigore, l’accesso ai Teatri per i maggiori di 12 anni è consentito esclusivamente se in possesso di “Super Green Pass” (certificato di vaccinazione e/o guarigione da Covid-19) e, ad esclusione dei bambini sotto i 6 anni, è necessario indossare mascherine di tipo FFP2 dal momento dell’ingresso e per tutta la durata dello spettacolo.

TEATRO MASINI

FAENZA

Prosa

Mercoledì 16, giovedì 17 e venerdì 18 marzo 2022 ore 21

Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale

Zio Vanja

di Anton Cechov

adattamento e regia di Roberto Valerio

con (o.a.) Pietro Bontempo, Mimosa Campironi, Giuseppe Cederna, Vanessa Gravina,

Massimo Grigò, Alberto Mancioppi, Elisabetta Piccolomini

costumi Lucia Mariani – luci Emiliano Pona – progetto audio Alessandro Saviozzi