LA SCHEDA a cura degli organizzatori
L’amenità e varietà dei paesaggi, il fascino delle antiche vestigia, la sconfinata ammirazione per la bellezza e ricchezza del patrimonio artistico e culturale, l’interesse per i costumi, gli usi e le tradizioni locali, costituirono alcune delle principali ragioni che fecero dell’Italia, in età moderna (fine XVI-inizio XIX secolo), la meta ambita e imprescindibile di generazioni di viaggiatori stranieri. Per molti giovani dell’alta società, soprattutto inglese e francese, la visita della penisola – spesso in compagnia di un tutor – rappresentò l’apice del proprio percorso educativo. I luoghi, gli incontri e le esperienze vissute dai grand touristes trovarono accurata registrazione in taccuini e diari di viaggio, furono descritti e raccontati in confidenziali “memorie” e “lettere familiari”. Le località già allora più “gettonate” – e principali tappe del Grand Tour in Italia – furono Venezia, Firenze, Roma e Napoli, centri di potere della penisola e qualificati punti d’incontro di intellettuali, mercanti, collezionisti d’arte, artisti ed aristocratici viaggiatori.
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