Un anniversario che si inserisce nelle celebrazioni del Centenario ma che inevitabilmente deve fare i conti con l’emergenza sanitaria in corso e con i nuovi provvedimenti governativi in materia di tutela della salute pubblica, che ha costretto a cancellare i tanti appuntamenti in calendario, a partire dallo spettacolo previsto per domani sera al teatro Galli per omaggiare l’arte visionaria del maestro con un concerto dedicato alle melodie di Nino Rota. E ancora, la rassegna dedicata al rapporto tra Fellini e la psicanalisi, che era stata programmata dal 27 ottobre al 10 novembre; le presentazioni di libri dedicati al regista; lo spettacolo “Giulietta” di Valter Malosti in scena al teatro Galli. Tanti appuntamenti che si tenterà di recuperare quando il contesto lo permetterà, per un calendario di festeggiamenti per il Maestro destinato così a prolugarsi.
Federico Fellini è una delle figure più importanti del cinema italiano e internazionale: nella sua opera è riuscito a portare, con grande intensità, i suoi ricordi autobiografici, trasformandoli in arte surreale, poetica e visionaria. Il suo stile, satirico, malinconico, grottesco e onirico, si esprime oggi con una sola parola: ‘felliniano’. Fellini non è stato soltanto un grande regista, che ha saputo convogliare nella sua opera multiforme i vari e diversi elementi della cultura popolare e di massa, dal fumetto al circo equestre, dalla caricatura alla vignetta umoristica, dal romanzo d’appendice al teatro di varietà, ma è riuscito a trasformare questa materia, in uno stile cinematografico inimitabile, in una serie di film che hanno ottenuto un successo di critica e di pubblico internazionale. Nessuno più di lui ha saputo raccontare in immagini il nostro paese, traducendolo in un complesso sistema di simboli, e diventando un simbolo egli stesso. In quarant’anni di carriera, attraverso una complessa elaborazione intellettuale, Fellini ha dimostrato come il sogno, la memoria, la poesia possano costituire la sostanza del fare cinema. Scriveva di lui Brunello Rondi nel suo libro “Il cinema di Fellini” del 1965 dedicato al regista riminese “la sua opera nasce dalla sua vita ma (ed è ciò che conta) la sua vita rinasce dalla sua opera”.
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