Teatro Diego Fabbri, Forlì: Prosa – Comico

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L’Oreste – ph Tommaso Le Pera

FORLÌ – PROSA

Ad alzare il sipario sulla nuova Stagione del Teatro Diego Fabbri sarà Gabriele Lavia, in veste di interprete e regista, con la “Prima” del ri-allestimento di Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello, un testo amarissimo, comico e crudele, specchio di una società “malata di menzogna”. Lavia interpreta Ciampa, umile scrivano che ricorre alla follia per mantenere la facciata di rispettabilità del suo infelice matrimonio. Ciampa rappresenta il primo dei grandi personaggi pirandelliani a prendersi un’amara rivincita sulle umiliazioni di un’intera vita (4 e 5 novembre ore 21, 6 novembre ore 16).

Vincenzo Salemme si interroga sulla sua Napoli nello spettacolo Napoletano? E famme ‘na pizza! Tutte le città vivono sulla propria pelle il peso degli stereotipi, ma Napoli più di ogni altra. E spesso sono i napoletani stessi a pretendere dai propri concittadini un’autenticità così ortodossa da rischiare l’integralismo culturale. Allora Salemme prova a capire, in chiave ironica, se sia un napoletano autentico o un traditore dei sacri usi e costumi della sua terra. Cominciando dalla confessione di un primo tradimento, una sorta di peccato originale che rischierebbe di intaccare la sua immagine: Salemme è napoletano o fa il napoletano? (18 e 19 novembre ore 21, 20 novembre ore 16).

Claudio Casadio è protagonista di L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi, spettacolo di graphic novel theatre scritto appositamente per lui da Francesco Niccolini e diretto da Giuseppe Marini, co-prodotto da Accademia Perduta e Società per Attori. 1982: l’Oreste è internato da trent’anni nel manicomio dell’Osservanza a Imola. Nel suo passato ci sono avvenimenti terribili che ha rimosso ma dai quali non riesce a liberarsi. Eppure, l’Oreste è sempre allegro, canta, disegna, non dorme mai, scrive alla sua fidanzata, parla sempre. Parla con i dottori, con gli infermieri, con la sorella che di tanto in tanto va a trovarlo, ma soprattutto parla con l’Ermes, il suo compagno di stanza, uno schizofrenico convinto di essere un ufficiale aeronautico di un esercito straniero tenuto prigioniero in Italia. Peccato che l’Ermes non esista… Con un’animazione grafica di straordinaria potenza visiva e drammaturgica, realizzata dalle magnifiche illustrazioni di Andrea Bruno, Casadio dà vita a un personaggio indimenticabile, drammatico e tenero, a tratti comico, affrontando con grande sensibilità attoriale il tema della malattia mentale in un originale spettacolo che è anche una riflessione sull’abbandono e sull’amore negato (2 e 3 dicembre ore 21, 4 dicembre ore 16).

Si prosegue con lo spettacolo A che servono questi quattrini di Armando Curcio portato in scena da un cast corale capitanato da Giovanni Esposito e Valerio Santoro. La vicenda ruota intorno al Marchese Parascandolo, detto il Professore, che, per dimostrare le sue teorie socratiche, bizzarre e controcorrente, ordisce un piano comicamente paradossale che svela l’inutilità del possesso del denaro. Benché calato nella realtà di due famiglie napoletane degli anni ’40, una poverissima l’altra in apparenza arricchita, il tema dell’inutilità del denaro riesce, sul filo del paradosso, a incuriosire, ad aprire nella fantasia strade alternative e a divertire (13 e 14 gennaio ore 21, 15 gennaio ore 16).

In omaggio a un grande uomo di teatro come Pietro Garinei, Gianluca Ramazzotti ha deciso di proporre una nuova edizione di Se devi dire una bugia dilla grossa, insieme ad altri grandi nomi dello spettacolo italiano come Antonio Catania, Paola Quattrini, Nini Salerno, Paola Barale. L’allestimento è ispirato a quello originale firmato dalla ditta G&G con il famoso girevole che rappresenta di volta in volta la Hall dell’Albergo e le due camere da letto, dove si svolge la vicenda ormai nota del Ministro del Governo De Mitri, che vorrebbe intrattenere relazioni extra coniugali con un membro femminile del governo dell’opposizione (27 e 28 gennaio ore 21, 29 gennaio ore 16).

L’appuntamento successivo è con Lunetta Savino, protagonista dell’intenso testo di Florian Zeller La madre – nuova co-produzione di Accademia Perduta/Romagna Teatri – in cui si indaga con acutezza il tema dell’amore materno e le possibili derive patologiche a cui può condurre. La partenza del figlio, ormai adulto, viene vissuta dalla donna come un tradimento, come abbandono del nido, a cui si aggiunge una decadenza dell’amore coniugale. Anna, la madre, è ossessionata da una realtà multipla, una sorta di multiverso della mente, in cui le realtà si sdoppiano creando un’illusione di autenticità costante in tutti i piani narrativi (3 e 4 marzo ore 21, 5 marzo ore 16).

Chiude il cartellone la meravigliosa Pamela Villoresi, co-protagonista con Geoffrey Carey di Segull Dreams. Il sogno del gabbiano, scritto e diretto da Irina Brook. Al centro dello spettacolo i temi e le atmosfere Il gabbiano checoviano, dalla malinconia per un’epoca che tramonta alla tensione verso qualcosa che deve ancora nascere. La regista porta avanti la sua intensa ed emozionate riflessione sul teatro, inteso come laboratorio dei sentimenti e della vita, per indicare una possibile direzione alle nuove generazioni (21 e 22 aprile ore 21, 23 aprile ore 16).

COMICO

Il primo protagonista in cartellone è Paolo Cevoli che nell’ultimo, divertentissimo lavoro Andavo ai 100 all’ora immagina di raccontare ai figli dei suoi figli com’era la vita quando lui era un bambino. Cose che oggi sembrano assurde: non c’era internet, i telefoni avevano la rotella, la tv era in bianco e nero; non c’erano il politicamente corretto, la raccolta differenziata e l’apericena. Un racconto personale che attraversa tutta la vita di Paolo fino ai giorni nostri, non per dire che “una volta era meglio”, ma per comprendere le nostre radici e ridere di noi stessi. (23 novembre ore 21).

La pluripremiata compagnia Carrozzeria Orfeo, in co-produzione con Accademia Perduta/Romagna Teatri e La Corte Ospitale, presenta Stupida Show di Gabriele Di Luca, monologo in cui una donna sola e in guerra con la vita, alle prese con un corpo in declino, un’affettività traballante e sogni irrealizzabili sarà in grado di trasformare le sue ferite e i fallimenti in una comicità travolgente, dove il destinatario del suo dialettico atto terroristico sarà il suo primo avversario naturale: l’amore (14 dicembre ore 21).

 

Sarà poi la volta dell’eccezionale Teresa Mannino con il nuovissimo spettacolo dallo stravagante titolo Il giaguaro mi guarda storto (9 febbraio ore 21), seguita dalla travolgente comicità della “pazza” band dei Rimbamband che in Manicomic, per la regia di Gioele Dix, suonano, essendo più o meno consapevoli di essere tutti affetti da numerose patologie mentali: ansie da prestazione, disturbo della personalità multipla, sindromi ossessivo compulsive. Una sorta di Qualcuno volò sul nido del cuculo in versione comico/teatrale, in cui la follia si trasforma in libertà, energia, divertimento e creatività (6 marzo ore 21).