Modena

Sicurezza alberature, via il frassino vicino all’asilo

Per il grave pericolo di ribaltamento sarà abbattuta lunedì 30 luglio la pianta nel cortile del San Paolo. L’intervento nell’ambito del piano di monitoraggio del patrimonio arboreo

MODENA – I rami disseccati e le radici non più in grado di ancorarlo al terreno, con il conseguente grave rischio di ribaltamento, sono la causa dell’abbattimento del frassino alto una ventina di metri che si trova nel cortile del complesso San Paolo, nei pressi della scuola d’infanzia, e che sarà rimosso nella giornata di lunedì 30 luglio.

L’intervento, coordinato dai tecnici del servizio di Manutenzione urbana del Comune di Modena, viene eseguito nell’ambito di un significativo piano di controllo, analisi di stabilità e valutazione del rischio del patrimonio arboreo comunale, in corso dallo scorso febbraio, con l’obiettivo di prevenire situazioni di criticità. Le aree controllate, oltre al complesso di San Paolo, sono il Giardino ducale; il parco Pertini; i viali storici come Piave, Poletti, Reiter e Caduti in guerra (dove sono in corso abbattimenti di alcune piante gravemente instabili che saranno ripiantumate), Berengario, Fontanelli, Monte Kosica e Vittorio Veneto; i viali urbani Moreali, Salvo d’Acquisto, Bonacini, Cucchiari, Malmusi, Puccini, Poletti, Medaglie d’oro; alcune vie come Conco, Baraldi, Sabattini, Crespellani, Padova, Ugo da Carpi, Soliani e alcune piante oggetto di segnalazione da parte dei cittadini come in via Bottego a Cognento. In tutto sono state controllate 4.165 piante. Di queste, 144 (pari al 3,4 per cento) si trovano in condizioni critiche ed è quindi stato effettuato, o previsto, l’abbattimento.

Il frassino nel cortile del San Paolo è alto circa 20 metri; all’altezza di 180 centimetri il tronco si divide in due branche principali, ognuna con un diametro di 110 cm. Viste le dimensioni, decisamente importanti per un albero di questa specie, è verosimile che la pianta sia ultracentenaria ma non risulta nell’elenco delle piante monumentali vincolate. La pianta si trova in una fase di autoriduzione irreversibile che si traduce nel progressivo disseccamento dei rami, aggrediti dai parassiti e destinati a diventare pericolosi in breve tempo, e nell’aumento del volume della cavità interna al tronco. Alla degenerazione dei tessuti contribuisce inoltre l’attacco esterno di un fungo, l’armillaria, che risale dalle radici al fusto. Il fungo annulla la capacità delle radici di aggrapparsi al terreno e rende quindi estremamente concreto il pericolo di ribaltamento.

Nel corso degli ultimi anni il servizio di manutenzione del Comune ha provato a salvare l’albero eseguendo una serie di interventi, come concimazioni specifiche, potature di alleggerimento e di rimonda dei rami secchi, ma senza riuscire a fermare il decadimento costante della pianta che non ha più alcuna possibilità di ripresa e oggi può rappresentare un pericolo.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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