Question Time, chiarimenti su coronavirus e situazione sanitaria dei senzatetto

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Comune di BolognaBOLOGNA – L’assessore alla Sanità Giuliano Barigazzi ha risposto alla domanda d’attualità del consigliere comunale Gian Marco De Biase (Gruppo Misto – Al Centro Bologna) sulla situazione dei senzatetto durante l’emergenza sanitaria.

La domanda del consigliere De Biase:

“Visti gli articoli di stampa apparsi sulla emergenza sanitaria che colpisce le fasce più deboli e in particolar modo i senzatetto. Pone la seguente domanda d’attualità. Per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta sul tema. Per sapere dall’Amministrazione, visto il prolungarsi della situazione di emergenza e visto che i senza tetto sono le persone più fragili, cosa si sta facendo dal punto di vista soprattutto sanitario se e come vengono seguiti e assistiti”.

La risposta dell’assessore Barigazzi:

“Gentile consigliere, su questo il Comune sta facendo una operazione che io definisco molto forte, ci siamo messi in campo insieme ad ASP con tutte le forze che abbiamo, le strutture di accoglienza, prima cosa, come sapete, comprese quelle dedicate all’accoglienza delle persone del Piano freddo, sono aperte h24. Sono stati potenziati i turni delle pulizie dei locali, con particolare attenzione anche alla sanificazione degli spazi e degli arredi.

Durante gli orari di pulizia delle stanze le persone possono rimanere all’interno delle strutture negli spazi comuni, pure all’interno delle tensostrutture che abbiamo appositamente montato a partire da ieri. Sono stati infatti installati attraverso la collaborazione con la Protezione Civile, e ringrazio il collega Aitini del supporto, quattro tensostrutture, attrezzate di sedie e tavoli nella aree di Pallavicini, Lazzaretto, Beltrame e Villa Serena, all’interno delle aree di pertinenza delle strutture stesse. La collocazione è stata eseguita in base alla presenza delle persone ospitate e spazi utili per la permanenza diurna. Questo permetterà dunque alle persone di non uscire durante il giorno, anche in ottemperanza dei decreti.

Per la stessa finalità è stata prevista la consegna dei pasti, sia a pranzo che a cena, cosa che non si faceva prima a pranzo. Per il pranzo la consegna arriva tramite pasti Camst e l’abbiamo fatto in collaborazione con le mense di Antoniano ONLUS e Santa Caterina. Per i pasti devo ringraziare il Cardinale Matteo Zuppi perché sono offerti dalla Caritas diocesana su mandato proprio del Cardinale, mentre per la cena sono attivi i volontari delle varie realtà che collaborano in maniera ordinaria già con la rete della grave emarginazione adulta. Nei locali di tutte le strutture sono rispettati tutti i criteri di distanziamento, gli operatori sono muniti di presidi.

Si precisa che andremo a fare un atto per cui rinvieremo la fine del Piano freddo al 30 aprile 2020. Ricordo che ogni notte accogliamo 663 persone. Presso il centro Beltrame e centro Rostom, dove si registra il maggior numero di persone con problematiche sanitarie, abbiamo la presenza di una equipe sanitaria composta da medico, infermiere e oss, che fanno parte del Dipartimento di cure primarie del Distretto di committenza dell’Ausl e operano in sinergia con il programma vulnerabilità del Dipartimento di salute mentale. Quest’area è estremamente presidiata.

Dove si dovesse registrare una situazione sospetta, viene immediatamente allertato il Dipartimento di sanità pubblica per procedere con la consueta gestione della situazione sulla base delle procedure previste dalle normative. Dirò di più, rispetto alle persone che non accettano collocazione nelle strutture di accoglienza, abbiamo attivato un monitoraggio quotidiano da parte degli operatori dell’help center, che escono in strada, in stretta connessione con Croce Italia che durante le uscite in strada, ne facciamo due la settimana, manteniamo una attenzione specifica sulla condizione sanitaria delle persone che sono in strada e che non accettano di venire nelle nostre strutture.

Il servizio di contrasto alla grave emarginazione adulta sta facendo parte di un gruppo di lavoro multidisciplinare che insieme a un medico messo a disposizione dal Dipartimento di cure primarie e a un rappresentante del servizio di sanità pubblica lavora per una formazione continua, specifico rispetto agli operatori delle strutture”.