Payback, positiva la proroga dei termini

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Cento giorni di tempo per trovare soluzioni definitive

MIRANDOLA (MO) – La proroga al 30 aprile del payback, il meccanismo che impone alle imprese di contribuire alle spese sanitarie delle regioni, rappresenta un intervento positivo, anche se temporaneo.

“Abbiamo guadagnato un centinaio di giorni per trovare soluzioni adeguate e strutturali ad un problema che rischia di mettere in ginocchio l’area Nord, dove il biomedicale ha un peso importante, e le aziende sanitarie”, commenta Cesare Galavotti, presidente della Cna della zona di Mirandola.

Il rischio del payback, infatti, è duplice: da una parte penalizza le imprese, costringendole a pagare, a distanza di anni e a bilanci chiusi, somme rilevanti legate allo sforamento del tetto delle spese sanitarie regionali, dall’altro rischia di bloccare le forniture alle Aziende sanitarie.

“L’unica soluzione di buon senso è la cancellazione della norma, la rideterminazione del tetto di spesa sanitaria delle regioni, oggi troppo bassa, e la ridefinizione dei rapporti commerciali tra le regioni stesse ed imprese, ma non certo sulla base di meccanismi come il payback. Far pagare alle imprese che si sono aggiudicate appalti, di regola ispirati alla logica del massimo ribasso, una sorta di commissione calcolata sull’importo dei contratti, per giunta a distanza di anni, è senza alcun dubbio una pratica commerciale irricevibile, che rischia di portare le multinazionali a lasciare il paese, di mettere in crisi la sopravvivenza delle aziende italiane, e di causare problemi di fornitura agli ospedali”.

Cna continuerà il confronto, iniziato in queste settimane, con i parlamentari modenesi per portate all’attenzione degli interlocutori le preoccupazioni e le proposte dell’Associazione.