Nursing Up, trattativa rinnovo contratto Sanità: ARAN per ora decisamente “rimandata” sulla bozza di ordinamento contrattuale

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Giudizio sospeso, da evitare il rischio di implementare un sistema di norme a mo’ di scatole cinesi

ROMA – La bella Penelope tesseva la tela di giorno, che appariva alla luce del sole, agli occhi dei Proci, ormai pronta per essere completata.

Poi, di notte, la consorte dell’errante Ulisse la disfaceva, al buio, lontano da occhi indiscreti, mandando letteralmente a farsi benedire il lavoro delle ore precedenti.

Con il risultato che la meta finale del completamento della tela si trasformava in una chimera.

Ci perdoni Omero per averlo tirato in ballo, ma noi infermieri di fronte alla nuova proposta dell’Aran, relativa alla ricostruzione dell’ordinamento, con un sistema di classificazione del personale del comparto sanità che prevede un raggruppamento in tre differenti ruoli e precisamente:

– RUOLO del Personale infermieristico e professioni sanitarie

– RUOLO del Personale amministrativo

– RUOLO del Personale Socio Sanitario

in questo momento ci sentiamo tutt’altro che soddisfatti!

Ci sentiamo in verità, come chi teme concretamente di ritrovarsi per l’ennesima volta, nonostante i propri sforzi, le lotte, le battaglie, di fronte ad un lavoro pericolosamente incompiuto!

Ma vogliamo spiegare all’opinione pubblica, alla stampa, le ragioni delle nostre motivate perplessità.

All’apparenza sembra essere stato compiuto un passo in avanti decisivo rispetto all’immobilismo delle settimane precedenti. E’ pur vero, infatti, che con questa proposta l’Aran dimostra di voler accogliere “il ruolo contrattuale” destinato al personale infermieristico e sanitario, ma a noi tutto questo non basta. Fin qui nulla quaestio.

Quando le luci abbaglianti alla fine però lasciano il posto all’analisi serena dei fatti, quando le nubi si diradano, emergono a nostro avviso tutte le criticità di una struttura che ci sembra come una pericolosa scatola cinese, ovvero con il rischio di essere tristemente svuotata da quei contenuti per i quali ci battiamo da tempo immemore.

Preliminarmente, sottolineiamo che è di solo un mese fa il nostro comunicato alla stampa, fermo e determinato, con il quale denunciavamo la proposta avanzata dall’ARAN, nel silenzio generale degli altri sindacati, della creazione di tre aree contrattuali sul modello del comparto funzioni centrali, con gli infermieri, come al solito, ammassati tutti assieme ai funzionari e alle altre qualifiche amministrative.

Ci siamo opposti fermamente da subito!

Da ultimo, abbiamo utilizzato ogni strumento in nostro possesso, per sollecitare la delegazione pubblica, abbiamo coinvolto gli organi di stampa e sensibilizzato la politica a tutti i livelli fin ora quando, nei fatti, l’ARAN ha finalmente accolto la nostra richiesta di creare, tra gli altri, un ruolo contrattuale “DEDICATO” alla professione infermieristica ed alle altre professioni sanitarie.

Riguardando quindi la classificazione dei tre differenti ruoli, sopra citati, emergono, nel documento, ulteriori dettagli.

I professionisti appartenenti al medesimo alveo contrattuale (ruolo) dovrebbero avere, ma qui il condizionale è d’obbligo se prima non si approfondisce l’articolato documento, uno specifico percorso di carriera nell’ambito di un sistema di classificazione.

Tale sistema è composto da 5 aree, nelle quali sarà praticamente collocato il personale che transiterà dalle attuali categorie verso i rispettivi ruoli.

AREE

  1. A. A) Area degli Operatori ausiliari
  2. B. B) Area degli operatori
  3. C. C) Area degli assistenti
  4. D. D) Area dei professionisti della Salute e dei funzionari
  5. E. E) Area del personale di elevata qualificazione                                                        Le aree “dovrebbero” descrivere livelli omogenei di competenze professionali necessari per svolgere le differenti attività lavorative afferenti agli operatori che vi sono collocati.

Per gli infermieri e le altre professioni sanitarie, viene operato un rinvio specifico alle norme regolamentari di specifica competenza ed alla legge n 42/1999.

Gli infermieri e le altre professioni sanitarie dovrebbero quindi essere collocati, NELL’ AMBITO DELLO SPECIFICO “RUOLO SANITARIO DEL PERSONALE INFERMIERISTICO E DELLE ALTRE PROFESSIONI SANITARIE”  – AREA DEI PROFESSIONISTI DELLA SALUTE E DEI FUNZIONARI.

Al di sopra di questa area, si trova solo “l’area del Personale di elevata qualificazione”.

Non dimentichiamo, qui cominciamo le note dolenti, il fatto che il Ministro Brunetta aveva previsto per tutti i comparti del pubblico impiego questa area di elevata qualificazione, ma che alla fine, nonostante i nostri accorati appelli per vedervi inseriti da subito gli infermieri, rimarrà tristemente vuota in attesa di meccanismi ancora poco chiari di progressione di carriera previsti dal nuovo contratto.

Secondo la nuova bozza, al personale dei ruoli sopra indicati (escluso quello di elevata qualificazione) il possesso di specifiche caratteristiche ha riflessi sul trattamento economico, e quindi sull’attribuzione di istituti contrattuali. Per gli infermieri ed i colleghi delle altre professioni sanitarie tale trattamento economico prevederebbe:

Indennità di presenza

Indennità Infermieristica e di tutela del malato

Indennità specifiche

Eventuale incarico

Eventuali differenziali

Tabellare

COSA NON CI PIACE DELLA NUOVA PROPOSTA DELL’ARAN

– Contestiamo fortemente il sistema ipotizzato in bozza, che parla di possibile avanzamento tra aree. Tale sistema infatti, se da un lato consentirebbe  il passaggio all’area superiore dei dipendenti provenienti dalle aree A/B/C, creerebbe un trattamento disparitario, vessando irrimediabilmente gli infermieri ed il personale del ruolo sanitario, che si trovano già collocati in area D, ai quali sarebbe impedito di evolvere verso un’area superiore, dal momento che sopra l’area D esistere solo “l’Area Elevata Qualificazione” , area speciale il cui accesso viene normato a parte, e potenzialmente riguarda il personale di tutti i ruoli.

Cosa significa tutto questo? A noi pare che, con questa ipotesi, alla fine gli infermieri saranno collocati in un’area dalla quale non sarà possibile avanzare se non, ma questo pare solo in casi residuali e selezionati, verso l’area elevata qualificazione, mentre il personale delle altre aree potrebbe tranquillamente avanzare di carriera da un’area inferiore ad una superiore (vedi area degli operatori verso area degli assistenti) . E di certo gli infermieri dall’area dei professionisti della salute non possono tornare indietro, ci mancherebbe!

E allora dove consisterebbe la svolta che attendiamo da tempo?

Bene quindi la previsione degli specifici ruoli, ma occorre dare corpo e struttura a questa differenziazione, non lasciando che la famosa tela di Penelope resti per sempre irrealizzata.

Per Nursing Up, bene l’avvenuta previsione del Ruolo del Personale Infermieristico e delle altre professioni sanitarie, ma non accetteremo che tale tipologia di struttura ordinamentale si fermi al livello di mera enunciazione contrattuale, priva cioè di quei contenuti che noi riteniamo fondamentali.

E’ necessario individuare, nello specifico ruolo infermieristico e delle altre professioni sanitarie, un meccanismo che garantisca agli infermieri ed alle altre professioni che vi fanno capo, la medesima dinamica di accesso ed evoluzione di carriera prevista per le altre aree.

Bisognerà lottare, e capire come l’ARAN intende gestire le progressioni tra le aree, posto che gli infermieri sono già collocati nell’area più alta, con al di sopra solo quella relativa all’elevata qualificazione.

PREMIARE ANZIANITA’ DI SERVIZIO – E’ necessario individuare un meccanismo che valorizzi l’anzianità di servizio, come già avviene per i medici, mediante l’attribuzione di uno specifico differenziale economico man mano che tutti i dipendentI interessati vanno avanti con gli anni di servizio. La bozza prevede qualcosa del genere, ma limita i passaggi alla disponibilità di risorse delle aziende, e quindi ad un certo numero di dipendenti, a selezioni preventive del personale. Per questo noi questo non significa valorizzare l’anzianità, in questo ambito non possono e non devono esserci sperequazioni tra dipendenti con analoga anzianità di servizio. Valorizzare l’esperienza significa trattare utilizzare lo stesso metro “con tutti i dipendenti” che possono dimostrare di aver lavorato con professionalità, competenza, e senza contestazioni disciplinari da parte dell’Ente.

INDENNITA’ DI SPECIFICITA’ INFERMIERISTICA: NESSUNO OSI STRUMENTALIZZARLA! 

Nella bozza ARAN, nel discutibile tentativo di far passare una sedicente volontà di valorizzare gli infermieri e le altre professioni sanitarie, viene previsto, niente di meno, che un intero articolo dedicato all’indennità di specificità infermieristica, e si sostiene che tale indennità serve al riconoscimento e la valorizzazione delle competenze.

No signori!

La valorizzazione ed il riconoscimento “contrattuale” delle competenze infermieristiche “devono ancora di fatto arrivare”.

L’indennità l’abbiamo ottenuta, è nostra per legge, ma arriverà solo dopo la firma del nuovo contratto!

Nessuno osi, quindi, fare perno su quest’ultimo, dando ad esso ulteriore valore (ulteriore fumo negli occhi) e gonfiandolo, strumentalizzano quindi la situazione per farla apparire migliore di com’è.

La valorizzazione contrattuale degli infermieri rappresenta un percorso obbligato, una conditio sin qua non, un passaggio fondamentale per la ricostruzione della sanità italiana.

Ma l’indennità infermieristica spetta di diritto ed è già nostra, per tanto nessuno osi metterla in ballo per farla figurare come una epocale concessione, prendendosi magari i meriti di avercela concessa!

Inoltre, evidentemente a causa di un refuso di stampa, sembrerebbe che l’indennità professionale specifica degli infermieri debba essere condivisa con altre differenti professionalità, ma questo è escluso dalla norma ed il personale che ne è destinatario viene esplicitamente indicato.

INCARICHI 

Molte sono le perplessità, anche sul sistema degli incarichi, dalle incomprensibili esclusioni del personale part time alla previsione di indennità che riassorbono il lavoro straordinario, salvo che in caso di reperibilità, alla previsione di Lauree Magistrali anche dove non servirebbero. Stiamo approfondendo il documento fattoci pervenire dall’ARAN, e la materia si presenta alquanto complessa.

Lo faremo con il nostro consueto metodo, pronti come siamo, ovviamente, ad impugnare e battagliare, con profondo senso critico, ogni aspetto che non ci convince e, viceversa, pronti a rilanciare senza indugio quei profili che, secondo noi, meritano maggiore o diversa attenzione ed approfondimenti.