Lettera del Vescovo, sindaco: “Mettiamoci in ascolto”

43

Muzzarelli commenta il messaggio alla città: “Impariamo dai giovani a fare gli adulti”. Ok alla proposta di organizzare insieme un incontro per dare loro la parola

MODENA – “La società e le istituzioni devono mettersi in ascolto dei giovani, sicuramente tra i più provati dalla pandemia, ma anche una grande risorsa di generosità e speranza nel futuro per la comunità”. Lo afferma il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli commentando la “Lettera alla città” che l’arcivescovo Erio Castellucci, come è ormai tradizione per la solennità di San Geminiano, propone quest’anno con il titolo “Ritroveremo la primavera” dedicandola, appunto, ai giovani “protagonisti del rinnovamento”.

Il sindaco, inoltre, dichiara di accogliere “con entusiasmo la proposta di don Erio di organizzare una mezza giornata da dedicare all’ascolto dei ragazzi e delle ragazze, insieme a tutte le istituzioni interessate a ricostruire il tessuto educativo e sociale. Può rappresentare un passaggio importante anche per la definizione delle Politiche giovanili che stiamo rinnovando per rispondere sempre meglio ai bisogni delle nuove generazioni e può aiutarci a superare molti stereotipi e luoghi comuni che, come spiega bene il vescovo, hanno radici antiche. Il Consiglio comunale ha già approvato le linee d’indirizzo presentate dall’assessore Bortolamasi e questo appuntamento potrà davvero arricchire il percorso”.

Per Muzzarelli “è importante che nell’Anno europeo dei Giovani ci si confronti sulla sfida educativa e sulla responsabilità che abbiamo di offrire loro proposte esigenti e coerenti: dobbiamo imparare dai giovani a fare gli adulti. Dobbiamo, cioè, ascoltarli e cercare di comprendere la loro richiesta di autenticità per poi svolgere fino in fondo il nostro ruolo, non limitandoci a liquidare ogni problema con l’etichetta del disagio giovanile. Soprattutto oggi che gli effetti della pandemia stanno ampliando le diseguaglianze sociali anche e soprattutto nel mondo giovanile”.

Il sindaco sottolinea anche l’importanza di aver richiamato nella Lettera le vicende della Città dei ragazzi fondata da don Mario Rocchi, “una delle esperienze più vitali e feconde di Modena che ha rappresentato e rappresenta un punto di riferimento per tante famiglie, un luogo di crescita ed educazione dei giovani, un luogo di inclusione e di apertura che è ancora un esempio da cui trarre ispirazione”.