La “Fertilità maschile 3.0 – Fragilità andrologica e denatalità tra epigenetica abitudini e ambiente”

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Venerdì 17 dicembre alle 14 al Museo Archeologico un convegno dell’Associazione Italiana Donne Medico di Ferrara

FERRARA – Le cause responsabili della progressiva riduzione della fertilità maschile nell’ambito del più complesso fenomeno della denatalità saranno i temi al centro del convegno  “Fertilità maschile 3.0 – Fragilità andrologica e denatalità tra epigenetica, abitudine e ambiente” promosso  dell’Associazione Italiana Donne Medico-AIDM sezione di Ferrara, in programma venerdì 17 dicembre 2021 dalle 14 alle 19 nella sala delle Carte Geografiche del museo Archeologico   (via XX Settembre 122, Ferrara). L’iniziativa, aperta a operatori, medici e interessati, si avvale del patrocinio e di un contributo dell’Amministrazione comunale di Ferrara. L’appuntamento scientifico è stato illustrato in mattinata (16 dicembre 2021) nella residenza municipale dall’assessore alle Politiche sociali Cristina Coletti (che aprirà il convegno con un suo intervento di saluto) e dalla presidente dell’Associazione Italiana Donne Medico-AIDM Cristina Tarabbia.

“L’istituzionale comunale di Ferrara affronta generalmente il tema della denatalità ponendosi attraverso i suoi servizi a supporto delle famiglie e delle giovani coppie, – ha affermato in apertura l’assessore alle Politiche Sociali Cristina Coletti – ma nel caso del convegno dell’associazione AIDM, che ha sia il patrocinio sia un contributo dell’assessorato alle Politiche Sociali, ha inteso collaborare ad un’iniziativa che affronta la tematica dal punto di vista sanitario. Questo perché siamo ormai tutti consapevoli di come la denatalità sia un problema estremamente complesso e dalle molte cause. Le fondamentali sono certo di tipo socio-culturale oppure economico, perchè si ritarda con il concepimento del primo figlio per diverse ragioni, ma anche strettamente biologiche. I dati scientifici – ha aggiunto l’Assessore – confermano infatti che negli ultimi quaranta-cinquant’anni il potenziale riproduttivo della copia si è ridotto di quasi la metà, da imputare non solo all’aumento della vita media e dell’età nella quale si concepisce primo figlio visto che la fertilità declina con il decorrere degli anni, ma ad una vera e propria alterazione verificata dal punto di vista medico e biologico dovuta a fenomeni ambientali. Normalmente a questo proposito la medicina della riproduzione si occupa in prima istanza della donna, ma ricerche recenti dimostrano che il fattore maschile sta assumendo un’importanza sempre maggiore nei fenomeni di infertilità, pari al 35-40%. Nel corso del convegno di domani – – ha poi concluso l’assessore Coletti – si cercherà pertanto di stabilire le cause, soprattutto ambientali, che agiscono nella riduzione della fertilità maschile e gli eventuali percorsi correttivi e informativi da intraprendere anche a livello della popolazione”.

(Comunicazione a cura degli organizzatori)

L’evento, patrocinato dal Comune di Ferrara, ha ricevuto anche un contributo da parte dell’assessorato alle Politiche Sociali. Si tratta di un convegno medico con cui AIDM si propone di apportare contributi scientifici innovativi al contrasto della denatalità, propedeutici all’affinamento di uno sguardo clinico plurispecialistico e alla progettazione di adeguati percorsi operativi per preservare la futura fertilità, declinati in una prospettiva di genere-specifica (medicina di precisione) che non possa prescindere dall’attenzione alla salute ambientale”.

La denatalità è un fenomeno alquanto preoccupante che affligge la nostra società: poco piu di 400.000 nati nel 2020 (minimo storico dall’Unità d’Italia) ed un tasso di fecondità attestato a 1.18, con trend negativo tra nascite e decessi.

Il fenomeno è estremamete complesso e riconosce tra le sue cause principali la posticipazione volontaria della nascita del primo figlio, legata a svariati fattori socio economici e culturali.

Inoltre, la denatalità riconosce cause prettamente biologiche responsabili della progressiva riduzione generale della fertilità osservata negli ultimi anni La medicina della riproduzione si è occupata prevalentemente del potenziale procreativo della donna, delegando in primis al ginecologo la gestione della fertilità nelle sue problematiche morbose a carico dell’apparato genitale femminile o del suo asse ipotalamo ipofisario-gonadico, nonchè nei percorsi di PMA o di crioconservazione dei gameti. Tuttavia, i dati più attuali dimostrano che il 50% dei casi di infertilità di coppia è dovuta al fattore maschile, e che il 7.3% degli uomini, specie se giovani, è infertile. Al di là delle ben note patologie congenite o acquisite dell’apparato genitale maschile e del suo equilibrio endocrino, la letteratura scientifica più recente sottolinea il ruolo sempre più rilevante di interferenti ambientali, infezione da HPV, alterazioni del microbioma e di errati stili di vita nei periodi “critici” dello sviluppo biologico cui conseguono maturazione sessuale e capacità riproduttiva.

Sono fattori emergenti “modificabili” che esordiscono già in età infantile, ma soprattutto nell’adolescenza, e che possono essere identificati e corretti “precocemente” attraverso un percorso multidisciplinare in cui coinvolgere operatori sanitari qualificati, agenzie educative e popolazione, in linea con le indicazioni del Piano Nazionale per la Fertilità, elaborato dal Ministero della Salute già nel 2014.

Il corso propone un focus sull’epigenetica della fertilità maschile, per apportare contributi scientifici innovativi al contrasto della denatalità, che siano propedeutici all’affinamento di uno sguardo clinico plurispecialistico ed alla progettazione di adeguati percorsi operativi, nell’ottica della medicina di precisione. Riteniamo infatti che la preservazione della futura fertilità vada declinata in una prospettiva genere-specifica, tenendo conto delle peculiarità recettive della nuova I-generation cui sarà rivolta.

PROGRAMMA – CONVEGNO FERTILITA’ MASCHILE 3.0
Fragilità andrologica e denatalità tra epigenetica, abitudini ed ambiente.
17 dicembre 2021, ore 14.00-19.00 PROGRAMMA
14.00 Registrazione dei partecipanti
14.15 Saluti delle autorità: Assessore Cristina Coletti
14.30 Fragilità andrologica: moderna e silenziosa “pandemia”.
Cristina Tarabbia, Ferrara
15.00 Mappa proteomica seminale e qualità morfo-funzionale dello sperma .
Giuseppe Grande, ULSS2 Marca Trevigiana
15.20 Microbioma seminale: potenziale biomarcatore di ipofertilità e malattia
Luca De Toni, Padova
15.50 Stato nutrizionale, alimentazione e capacità riproduttiva
Demetrio Costantino, Ferrara
16.10 Quanto gli stili di vita riflettono sulla salute dei gameti
Andrea Delbarba, Brescia

17.00 Effetto degli interferenti ambientali sulla funzione gonadica e la qualità del seme
Carlo Foresta, Padova
17.30 HPV ed ipofertilità: un binomio da non trascurare
Andrea Garolla, Padova
18.00 Sars-Cov2 e salute riproduttiva maschile
Alberto Ferlin, Padova
18.30 Quali percorsi attivare per la preservazione della fertilità? Conclusioni
Cristina Tarabbia, Ferrara
18.50 Compilazione del questionario ecm