L’iniziativa è promossa in collaborazione con i Musei Civici di Arte Antica del Comune di Ferrara.
Curato da Angelo Gaccione che con lo scrittore condivise una lunga stagione di impegno per la pace ed il disarmo, e da Federico Migliorati, il titolo del volume “Cassola e il disarmo. La letteratura non basta” contiene 82 lettere, 16 preziosi documenti inediti e alcune foto.
Gaccione è stato l’intellettuale più vicino a Cassola nella sua strenua e appassionata campagna pacifista. Di sicuro è stato il solo, dopo la morte dello scrittore, a tenerne desta nei suoi scritti, l’idea del disarmo unilaterale.
A Cassola toccò la stessa sorte vissuta negli anni precedenti da Pasolini, fatta di avversione, ostilità, isolamento. Con rare eccezioni, questo fu l’atteggiamento dell’ambiente intellettuale al quale era da sempre appartenuto, e da cui si aspettava un convinto appoggio al suo impegno per il disarmo.
Disarmo caparbiamente ribadito con scritti e conversazioni, fino a quando ne avrà le forze, dalla fine degli anni Settanta del secolo scorso a oltre la metà degli anni Ottanta; disarmo colto nella sua drammatica urgenza non più dilazionabile, e che lo porterà a fondare anche una Lega disarmista. Un’urgenza che le lettere a Gaccione registrano in tutta la loro lucida spietata consapevolezza. Considerato lo scenario internazionale dentro cui ci troviamo a vivere, le tesi e le ragioni dello scrittore conservano oggi una attualità sconcertante e la sua lezione morale resta attualissima.
A distanza di quarant’anni la situazione non ha fatto che peggiorare: gli arsenali militari sono cresciuti, così come sono cresciuti i paesi in possesso dell’arma nucleare. L’Italia è salita ai primi posti fra le potenze che più spendono per spese militari: 70 milioni di euro al giorno, e c’è la volontà di portare al 2 per cento del Pil la spesa complessiva nel nostro Paese. Tutta questa ricchezza potrebbe essere impiegata per mettere in sicurezza il patrimonio paesaggistico-architettonico della nostra bellissima nazione, far fronte a problemi gravi e contingenti, avere attenzione per la cultura, la salute, i giovani, gli anziani. Invertire questa perversa logica di morte e amministrare saggiamente l’uso di questa ricchezza in difesa della vita, è il monito a cui ci richiama il messaggio di Cassola.
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