Giorno della Memoria 2021, seduta solenne dei Consigli comunale e metropolitano

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L’intervento del Sindaco Virginio Merola

BOLOGNA – l Consigli comunale e metropolitano di Bologna si sono riuniti oggi, lunedì 25 gennaio, in seduta solenne e congiunta in occasione del Giorno della Memoria. Il Sindaco di Bologna e della Città metropolitana Virginio Merola è intervenuto in chiusura. Di seguito il suo intervento.

“Saluto tutti consiglieri – comunali e metropolitani- le autorità e tutti i presenti. Io ringrazio chi mi ha preceduto, il presidente De Paz e il presidente Giannelli. Il contributo che ci hanno offerto è estremamente interessante e ci invita a tenerci alla larga dal rischio del nostro tempo: un tempo che non mi stancherò mai di dire è afflitto dalla malattia del presentismo, senza storia e con ansia del futuro. Ma la capacità di offrire spunti e momenti di riflessione come quelli che ci hanno dato i nostri relatori, io credo ci metta al riparo da questo rischio. Abbiamo bisogno oggi, sì proprio oggi, di confrontarci con il fatto -come diceva l’architetto Giannelli- che non siamo stati brava gente, che una parte della nostra storia è fatta da un’ampia zona grigia di tanti italiani e di tanti bolognesi che pure in presenza di una dittatura non sono riusciti a uscire dall’indifferenza e a prendere posizione. Questo è un tema molto attuale anche per l’oggi e credo sia il filo con il quale in questi dieci anni abbiamo ragionato sulla celebrazione del 27 gennaio, del giorno della memoria. Avete sentito cos’è successo all’architetto De Angeli, come è stata complicata la vita in quel periodo con tutte le discriminazioni e i suoi soprusi. Penso che questo tema della zona grigia sia un tema importante perché evidenzia un fatto che anche oggi è decisivo. Quello di saper prendere posizione e di non pensare che quello che accade di negativo, di brutto e di opprimente per alcuni possa non riguardarci.

Permettetemi qui di inviare un caro e affettuoso saluto a Daniele De Paz e al rabbino Sermoneta. Abbiamo percorso una bella strada insieme in questi dieci anni. La nostra collaborazione con la Comunità ebraica è stata intensa, il Memoriale della Shoah che inauguravamo assieme cinque anni fa ne è l’esempio più visibile: un’opera di grande importanza che ha arricchito la mappa della nostra città. Da un anno inoltre, tanti di noi hanno incontrato sul loro cammino le pietre d’inciampo posate dall’artista Gunter Demnig, per ricordare – nei luoghi dove hanno vissuto – le persone deportate nei campi di concentramento.

Ringrazio anche il presidente De Paz e il rabbino Sermoneta anche per la condivisione, in questi anni, di occasioni per favorire il dialogo interreligioso assieme al nostro arcivescovo Zuppi e al presidente della Comunità islamica Yassine Lafram.

E a proposito di luoghi della memoria credo sia giusto dare in questa occasione l’annuncio di un giardino che, nel quartiere Savena, verrà intitolato a Gemma Volli e Bianca Colbi Finzi.

Due donne della comunità ebraica bolognese: Gemma Volli fu una storica e Bianca Colbi Finzi fu presidente dell’Associazione donne ebree d’Italia e presidente della Comunità ebraica bolognese per 12 anni. In particolare Bianca Colbi Finzi ebbe un ruolo decisivo nell’aprire le istituzioni ebraiche a tutta la cittadinanza e a renderle parte integrante della cultura della nostra città. Questo giardino contribuirà a dare luce al ricordo di queste due donne e del loro impegno.

L’Istituto Parri, il nostro istituto storico, in questi giorni ha proposto due progetti dedicati a nostri studenti: dal 26 al 29 gennaio si terranno iniziative dedicate al cinema a scuola e sono lieto di dirvi che c’è un’adesione di oltre 50 classi delle scuole medie e superiori. Un altro evento organizzato dall’Istituto Parri sarà la proiezione nel quadriportico dell’ex convento di San Mattia di un filmato sulla storia delle pietre d’inciampo. Sarà una proiezione serale il 27 gennaio (non aperta al pubblico per le normative anti covid ndr).

Cito questi appuntamenti per riprendere il filo che dicevo. Noi abbiamo lavorato in questi anni perché il Giorno della Memoria non fosse solo un’importante celebrazione, un ricordo dovuto alla tragedia che ha colpito il popolo ebraico e la democrazia nel mondo ma sia anche una data fatta di un percorso, nel quale noi teniamo fermo un dato di fondo che ci serve anche per affrontare il nostro presente. Non non abbiamo mai utilizzato il termine Olocausto perché richiama l’idea di un sacrificio inevitabile ma abbiamo parlato di Shoah che, come sapete, è un termine biblico che significa tempesta devastante. Questa tempesta devastante voluta dal nazismo e dal fascismo ha comportato sei milioni di ebrei uccisi assieme a zingari, omosessuali, testimoni di Geova e oppositori politici. Quindi uno sterminio voluto, praticato e attuato da un’ideologia, quella nazista, cui poi si è aggiunta quella fascista. Abbiamo lavorato per affermare che la Shoah come l’antisemitismo e il razzismo non sono un destino scritto e inevitabile nella natura umana e in improbabili leggi della storia. Oggi che ritornano razzismo e antisemitismo, vediamo bene che non c’è possibilità di giustificazione dell’intolleranza in nessuna situazione, sia una crisi economica o il nazionalismo identitario. Anche oggi è indispensabile tenere aperta una battaglia di cultura civile e politica tra due idee di fondo: l’idea della politica come convivenza tra diversi e l’idea della politica come dominio della maggioranza sulle minoranze. Questo è molto attuale oggi nel mondo, purtroppo, e io sono convinto che abbiamo lavorato per tenere aperta questa discriminante, per fare del 27 gennaio una celebrazione importante ma, anche, un percorso di consapevolezza che ci accompagni in particolare nell’educazione dei nostri ragazzi. Per radicare nella coscienza collettiva della nostra comunità il fatto che il ricordo è molto importante per fare storia nel presente e per affrontare con consapevolezza il futuro. Perché la direzione della storia dipende anche da quello che ognuno di noi nel presente sceglie di fare. Io penso che anche grazie al rapporto con la Comunità ebraica Bologna continua ad avere un futuro certo perché la stragrande maggioranza dei cittadini al di là delle divisioni di parte politiche ha saputo scegliere la solidarietà e la libertà. Grazie”.