Garantiti fino a fine anno i servizi di diritto allo studio per i trentacinque piccoli profughi ucraini ospiti nelle scuole di infanzia e primarie di Rimini

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RIMINI – Sono al momento 35 le piccole e i piccoli profughi Ucraini ospitati nelle scuole primarie e dell’infanzia del Comune di Rimini; un numero che ovviamente risente, sia in entrata che in uscita, delle dinamiche del conflitto bellico in atto. Per loro, la Giunta del Comune di Rimini ha approvato una delibera grazie alla quale continueranno a poter frequentare le scuole riminesi, almeno fino al giugno 2023, usufruendo gratuitamente dei servizi mensa. Un passaggio tecnico che si è reso necessario per dare continuità a livello locale– almeno fino la fine dell’anno scolastico in corso –  ad un servizio che fino ad ora, con differenti misure di inclusione nazionali e regionali ha, di fatto, garantito la gratuità della frequenza e del servizio di refezione scolastica dal momento dell’accesso dei minori ucraini ai servizi educativi e di quelli deputati all’istruzione, fino a tutto il 31/12/2022. La delibera prevede anche che nell’eventualità del perdurare dell’attuale situazione di crisi internazionale, la proroga delle misure fino al termine dello stato di emergenza, ad oggi fissato al 31/12/2023.

“Rimini è stata pioniera- spiega Chiara Bellini, vicesindaca con delega alle politiche educative del Comune di Rimini – nell’accoglienza educativa delle piccole e dei piccoli profughi del conflitto russo ucraino, attraverso una serie di progetti ed iniziative dentro e fuori i percorsi scolastici tradizionali, che hanno visto la presenza di molti minori; di questi, alcuni sono tornati a casa, altri hanno cambiato città, altri, come i trentacinque attualmente presenti, stanno frequentando le nostre scuole di infanzia e primarie. Per loro la Giunta ha appena approvato una delibera che gli permetterà di usufruire gratuitamente dei servizi del diritto allo studio, tra cui la mensa scolastica, proprio per sostenerli in questo difficile momento, anche attraverso il sostegno all’inclusione con i propri coetanei in momenti più informarli, ricreativi o socializzanti come quelli del pranzo.”