“I fiori del male”: in una mostra foto-documentaria i racconti delle donne internate in manicomio durante il periodo fascista

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Sabato 16 dicembre alle 10 l’inaugurazione al Palazzo del Podestà

24273047_10215957631880798_1335655362_nRIMINI – Una mostra per dare voce e umanità a quelle donne – figlie, madri, mogli, spose, amanti – estromesse e marginalizzate dalla società fascista. Si intitola “I fiori del male” l’esposizione fotografica-documentaria promossa dall’associazione Rompi il silenzio Onlus che sarà inaugurata sabato 16 dicembre alle 10 al Palazzo del Podestà e dedicata a un tema difficile e delicato come le donne ricoverate in manicomio durante il Ventennio.

immagine 1Durante il periodo fascista si ampliarono i contorni che circoscrivevano i concetti di emarginazione e di devianza e i manicomi finirono con l’accentuare la loro dimensione di controllo e di repressione. Tra le maglie delle istituzioni totali rimasero imbrigliate anche quelle donne che non seppero esprimere personalità adattate agli stereotipi culturali del regime o non assolsero del tutto ai nuovi doveri imposti dalla “Rivoluzione Fascista”. L’intento dei curatori della mostra Annacarla Valeriano e Costantino Di Sante è di raccontare le storie di queste donne a partire dai loro volti, dalle loro espressioni, dai loro sguardi in cui sembrano quasi annullarsi le smemoratezze e le rimozioni che le hanno relegate in una dimensione di silenzio e oblio.

Alle immagini sono state affiancate le parole: quelle dei medici, che ne rappresentarono anomalie ed esuberanze, ma anche le parole lasciate dalle stesse protagoniste dell’esperienza di internamento nelle lettere che scrissero a casa e che, censurate, sono rimaste nelle cartelle cliniche. Il manicomio, in questo senso, è stato un osservatorio privilegiato dal quale partire per analizzare i modelli culturali che hanno storicamente contribuito a costruire la devianza femminile e che durante il Ventennio furono ideologicamente piegati alle esigenze del regime. Il lavoro di ricerca e di valorizzazione condotto su questi materiali ha permesso così di recuperare una parte fondamentale della nostra memoria e di restituirla alla collettività.

La mostra – promossa da Rompi il silenzio in collaborazione con il Comune di Rimini e con il contributo di Vulcangas – è realizzata dalla Fondazione Università degli Studi di Teramo in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale della Asl di Teramo e l’Archivio di Stato di Teramo. La mostra ha ottenuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero per i Beni e le attività culturali, oltre che della Regione Abruzzo.

Orari: Palazzo del Podestà (1° piano) dal 16 dicembre (inaugurazione ore 10) al 6 gennaio dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Ingresso gratuito.