Fa’afafine, l’identità di genere raccontata ai bambini

87

Faafafine-6.Lo spettacolo approda finalmente a Bologna domenica 18 marzo 2018 per famiglie a Teatri di Vita

BOLOGNA – Alex è un bambino che certi giorni si sente maschio e altri femmina, e altri ancora può essere un unicorno o un dinosauro. Approda finalmente a Bologna “Fa’afafine. Mi chiamo Alex e sono un dinosauro” di Giuliano Scarpinato, lo spettacolo per l’infanzia e le famiglie che per primo, quattro anni fa, ha affrontato il tema dell’identità di genere, con un linguaggio poetico e fantasioso e che ha saputo affrontare in modo divertente il tema del bullismo, vincendo i premi più importanti dedicati al teatro-ragazzi: Premio Scenario 2014, Premio Infogiovani di Lugano e Eolo Award.

“Fa’afafine”, che gode anche del prestigioso patrocinio di Amnesty International – Italia sarà a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; te l. 051.566330; www.teatridivita.it), domenica 18 marzo, alle ore 17. In scena, Michele Degirolamo.

in video Giuliano Scarpinato e Gioia Salvatori, visual media Daniele Salaris Videostille. Produzione CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia / Teatro Biondo Palermo.

“Fa’afafine” è presentato nell’ambito della rassegna Interscenario – Le generazioni del nuovo all’interno della stagione “antifascista” di Teatri di Vita intitolata “Di tutta l’erba 1 fascio”, e realizzata in convenzione con il Comune di Bologna e con il sostegno della Regione Emilia Romagna e della Fondazione del Monte.

E’ stato lo spettacolo più discusso delle scorse stagioni e finalmente approda a Bologna per la prima volta. Discusso, osteggiato e censurato da chi non l’ha visto; amato e sostenuto da chi l’ha visto. Perché è difficile non essere dalla parte di Alex, il bambino protagonista, che ancora non ha deciso la sua identità di genere, perché non è poi quello che conta ma che tutti i bambini possano vivere la vita che vogliono, senza essere vittime di bullismo da parte dei coetanei o di oppressione da parte delle famiglie.

Nella lingua di Samoa, la parola “fa’afafine” definisce coloro che non si identificano in un sesso o nell’altro, e che godono di considerazione e rispetto. Alex non vive a Samoa, ma vorrebbe anche lui essere un “fa’afafine”. E’ un “gender creative child”: i giorni pari è maschio e i dispari è femmina, dice. La sua stanza è un mondo senza confini: ci sono il mare e le montagne, il sole e la luna, i pesci e gli uccelli, tutto insieme. Il suo letto è una zattera o un aereo, un castello o una navicella spaziale. Oggi per Alex è un giorno importante: ha deciso di dire ad Elliot che gli vuole bene, ma non come agli altri, in un modo speciale. Cosa indossare per incontrarlo? Il vestito da principessa o le scarpette da calcio? Occhiali da aviatore o collana a fiori? Alex ha sempre le idee chiare su ciò che vuole essere. Ma oggi è diverso: è innamorato, per la prima volta, e sente che tutto questo non basta più. Oggi vorrebbe essere tutto insieme, come l’unicorno, l’ornitorinco, o i dinosauri.

Questo spettacolo ha vinto i più prestigiosi premi dedicati al teatro per ragazzi: il Premio Scenario Infanzia 2014 (motivazione: “Un tema arduo, individuato con coraggio e accuratezza di indagine e portato in scena da attori dotati di ironia e leggerezza”), il Premio Infogiovani / FIT festival Lugano 2015 (“Per la magia e la poesia racchiuse in un racconto trattato con leggerezza e innocenza fanciullesca”) e l’Eolo Award 2016 ( “Uno spettacolo davvero unico nel teatro ragazzi italiano per le poetiche e incisive modalità con cui viene proposto un tema ancora considerato tabù”). Inoltre ha ricevuto il patrocinio ufficiale di Amnesty International – Italia “per aver affrontato in modo significativo un tema particolarmente difficile a causa di pregiudizi ed ignoranza, rappresentando con dolcezza il dramma vissuto oggi da molti giovani”.

Giuliano Scarpinato lavora in teatro come attore, tra gli altri, con John Turturro, Carlo Cecchi, Giancarlo Sepe, Emma Dante, Marco Baliani, Daniele Salvo, Cristina Pezzoli, Carmelo Rifici, Mauro Avogadro. Nel 2011 riceve la segnalazione speciale della giuria al Premio Hystrio alla vocazione. Come regista debutta nel 2009, dirigendo i suoi colleghi di corso al Teatro Stabile di Torino in un allestimento de I ciechi di Maeterlinck che va in scena per il Festival delle Colline Torinesi. Nel 2014 vince il Premio Scenario Infanzia con Fa’afafine – mi chiamo Alex e sono un dinosauro. Nel 2015 dirige Elettra di Hugo von Hofmannsthal per il festival Dionisiache al Tempio Dorico di Segesta. Nel 2017 dirige Alan e il mare, ispirato al piccolo siriano profugo, morto sulla spiaggia di Bodrum.

Michele Degirolamo debutta nel 2007 con Mercury Fur, diretto da C. E. Lerici. Due anni dopo è nella terna dei finalisti degli Olimpici del Teatro per la categoria “miglior attore emergente del teatro italiano” per la sua interpretazione in Masked – Legami di Sangue. In seguito recita anche in Aspettando Godot, regia di Maurizio Scaparro. Al cinema è stato protagonista di Amoreodio di Cristian Scardigno e ha preso parte a varie serie televisive, tra cui Don Matteo e La Squadra.

Gioia Salvatori frequenta il triennio di Alta Formazione in Commedia dell’Arte sotto la guida di Carlo Boso, Claudio De Maglio e Claudia Contin, e il corso di formazione “L’attore europeo fra danza, teatro e musica” con docenti tra cui Gigi Dall’Aglio, Michela Lucenti, Laura Forti, Victor Bodo. Negli anni successivi lavora con il Teatro Due di Parma e il Teatro Stabile di Verona e collabora con varie compagnie indipendenti. Affianca all’attività di attrice anche quella di autrice.