Coronavirus. C’è l’accordo Regione e sanità privata per i tamponi rapidi ai dipendenti delle imprese del Patto per il lavoro

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Oggi in Giunta il via libera al protocollo d’intesa con Aiop e Anisap. La Regione programmerà, coordinandosi con le Aziende del servizio sanitario, la cessione dei tamponi – a titolo gratuito – alle strutture private accreditate. A carico dei datori di lavoro solo le spese di esecuzione

logo regione emilia romagnaBOLOGNA – Fare squadra per fronteggiare insieme l’emergenza.

Regione, Aiop (Associazione italiana ospedalità privata), Anisap (Associazione nazionale istituzioni sanitarie ambulatoriali private) Emilia-Romagna ed Hesperia Hospital siglano il protocollo per l’effettuazione, su base volontaria, di tamponi antigenici rapidi Covid-19 tra i dipendenti di aziende e imprese del territorio.

Come previsto dalla Regione d’accordo con i datori firmatari del Patto per il lavoro, arriva dunque l’intesa che permetterà di disporre di un altro, importante strumento per la ricerca del virus in ambito lavorativo: sono infatti 250mila i test destinati a questo screening su tutto il territorio regionale.

In base all’accordo, approvato oggi in Giunta e che sarà operativo nei prossimi giorni, la Regione programmerà, coordinandosi con le Aziende del Servizio sanitario dell’Emilia-Romagna, la cessione a titolo gratuito dei test alle strutture private accreditate afferenti ad Aiop e Anisap. A carico dei datori di lavoro rimarranno soltanto i costi di esecuzione dei tamponi, che saranno effettuati sui dipendenti che lo vorranno nelle strutture private.

“Nei prossimi giorni– spiegano Raffaele Donini e Vincenzo Colla, assessori regionali rispettivamente alle Politiche per la salute e al Lavoro- renderemo operativo quest’accordo con la sanità privata accreditata e gli ambulatori privati accreditati, che hanno sistemi già testati dalle nostre strutture, affinché il mondo del lavoro – nello specifico, imprese e aziende – possano sviluppare autonomamente indagini epidemiologiche. Questo significa che potranno far effettuare sui propri dipendenti i tamponi antigenici rapidi. Una bella cooperazione tra pubblico e privato per vincere insieme questa battaglia, in linea con gli obiettivi del nostro Patto per il lavoro che mette la tutela della sicurezza e della salute al primo posto. Considerata la rapida recrudescenza dell’infezione virale a cui stiamo assistendo- aggiungono Donini e Colla- come avevamo promesso mettiamo in campo un ulteriore, importante strumento di implementazione del sistema diagnostico dei casi di positività al Coronavirus, augurandoci che anche in questo caso l’adesione sia massima”.

Aiop e Anisap hanno espresso la disponibilità, da parte delle proprie strutture private accreditate associate, ad eseguire il tampone antigenico rapido nelle loro sedi e tramite proprio personale sanitario formato. Disponibilità, questa, a vantaggio anche del sistema sanitario pubblico, perché consentirà di allentare la pressione sui Dipartimenti di prevenzione delle Ausl e di ridurre i tempi di attesa degli assistiti che attendono di poter eseguire un tampone.

Il Protocollo, in sintesi

I test antigenici rapidi Covid-19 saranno dunque eseguiti all’interno delle strutture private accreditate di Aiop e Anisap dal proprio personale formato, nel rispetto della normativa vigente. La struttura privata accreditata si impegna a raccogliere le informazioni per ciascun assistito sui tamponi effettuati e i relativi esiti, rendendoli immediatamente disponibili sia all’assistito (in caso di esito positivo o negativo, anche mediante il Fascicolo sanitario elettronico), sia alle Aziende Usl di competenza (solo in caso di esito positivo).

Le strutture private accreditate di Aiop e Anisap informeranno l’Azienda Usl sull’avvio dell’attività di esecuzione dei tamponi antigenici per concordare modalità (logistica a carico Aiop e/o Anisap) e numeri della fornitura. Le strutture utilizzeranno i test forniti dall’Azienda Usl esclusivamente per le finalità del protocollo.

Coronavirus e Patto per il Lavoro

Il “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro fra il Governo e le parti sociali”, sottoscritto il 24 aprile 2020 – così come richiamato dal Dpcm 24 ottobre 2020 – stabilisce fra l’altro che le imprese, oltre ad adottare le misure di precauzione previste all’interno dei propri luoghi di lavoro, possono integrare con altre misure “equivalenti o più incisive secondo le peculiarità della propria organizzazione”. Tutto ciò al fine di tutelare la salute delle persone presenti all’interno dell’azienda e garantire la salubrità dell’ambiente di lavoro.

Qualora, per prevenire l’attivazione di focolai epidemici nelle aree maggiormente colpite dal virus, l’autorità sanitaria competente disponga misure aggiuntive specifiche come, ad esempio, l’esecuzione del tampone per i lavoratori, “il datore di lavoro fornirà la massima collaborazione”.

Il Patto per il Lavoro della Regione Emilia-Romagna indica fra le sue finalità prioritarie la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, e promuove in caso di necessità l’attuazione di adeguate misure preventive. Sin dall’inizio della pandemia, la Regione ha intrapreso numerose azioni per garantire la massima sicurezza possibile e prevenire il diffondersi del contagio, a partire dall’attivazione di specifici percorsi di screening nel mondo delle imprese.