Bologna

Consiglio metropolitano, dichiarazione di inizio seduta della consigliera Sara Accorsi

BOLOGNA – In apertura della seduta odierna del Consiglio metropolitano la consigliere Sara Accorsi, a nome del Gruppo Centro sinistra, è intervenuta in merito al nuovo codice della strada.

Si sono concluse ieri le giornate di mobilitazione contro il nuovo Codice della Strada. Sono tante le voci contro il nuovo Codice il cui disegno di legge sarà in discussione alla Camera e poi al Senato. E queste voci, per acuire la denuncia, lo hanno definito in maniera incisiva nuovo Codice della strage. 

Fiab, Movimento Diritti dei Pedoni, Associazioni dei familiari delle vittime della strada, solo per citarne alcune utili voci a evidenziare la trasversalità dei punti di vista dell’utenza della strada. La loro denuncia è la minor tutela per chi vive la strada rispettando le regole e il fatto che per le principali cause di morte cioè, secondo l’Istat, l’eccesso di velocità, la guida distratta e la mancata precedenza ai pedoni sugli attraversamenti, non vi sia alcun provvedimento. Bene, certo, l’inasprimento delle sanzioni per chi guida sotto l’effetto di alcol e stupefacenti, peccato che secondo i dati della Polizia Stradale costituiscono solo l’8% di tutti i sinistri. 
Queste voci basterebbero già da sé a obbligare a una riformulazione del Codice un Governo che tanto si proclama vicino alle persone e ai bisogni dell’Italia vera. Per la sede in cui siamo abbiamo il dovere di ricordare anche la ricaduta che sugli enti locali questo nuovo Codice avrà. A partire dalla riduzione dell’autonomia degli enti locali nelle decisioni che concernono la mobilità. Se questo disegno di legge verrà approvato in Parlamento, un ente locale non avrà  il potere di decidere se istituire una ZTL o strategia di tariffazione della sosta, a scapito peraltro dei residenti delle zone a più alta densità.
Possibile che le forze di governo, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, sostengano l’autonomia differenziata per creare disparità territoriali nei sistemi sanitari delle regioni italiane, ma ritengono fondamentale normare da Roma la politica di un centro abitato di un comune di pianura, come del nostro Capoluogo? Possibile che non siano assolutamente preoccupati dal creare corsie preferenziali nell’accesso alle cure, ma siano invece altamente interessati a quali zone a traffico limitato scelga di attivare un’amministrazione?”.
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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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