EMILIA ROMAGNA – Geno Pampaloni, uno dei più brillanti italianisti del secondo Novecento, ha inseguito per tutta la vita l’opera e il mito di Cesare Pavese nel quale egli identificò il punto di congiuntura tra la letteratura classica e quella contemporanea, in Italia.
Guidato da una profonda comunanza di intenti nei confronti di Pavese, in questo volume, il critico traccia il ritratto dello scrittore e poeta, soffermandosi su tutte le opere. Ne viene fuori il ritratto di un uomo inquieto, perennemente insoddisfatto delle sue opere e della sua vita.
Il testo che oggi la factory culturale Succedeoggi Libri ripropone conobbe la veste definitiva nel 1981, ma è il frutto di un lavoro durato un ventennio, fin da quando Pampaloni, nel 1962, confezionò per i programmi radiofonici della Rai un primo ritratto dello scrittore.
La preziosa prefazione di Raffaele Manica inquadra il rapporto critico/affettivo che legò Pampaloni e Pavese nel pieno di una stagione ricca e controversa, come è stata quella che dal dopoguerra ha condotto alla crisi degli anni Ottanta.
