Case popolari, residenzialità storica già applicata anche a Ravenna e in altri Comuni

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municipio-ferraraL’assessore Coletti: “Tutti i richiedenti degli alloggi popolari versano in gravi difficoltà economiche. Parametri adeguati a rispondere alle esigenze reali”

FERRARA – “Le famiglie italiane che il nuovo regolamento ha posizionato nei primi posti della graduatoria per l’assegnazione degli alloggi popolari del Comune gestiti dall’Acer sono tutte famiglie con gravissime difficoltà economiche e sociali: ci sono anziani soli con pensione minima, famiglie che hanno in carico persone disabili, mamme sole con bambini e nuclei con reddito sotto la soglia Isee dei 7500 euro. Chi sta cercando di far passare concetti diversi, come se ad essere premiata fosse stata la loro italianità offende il lavoro delle istituzioni e del Comune che si occupa dei suoi cittadini, evidentemente in base alla loro esigenza di aiuto. Inoltre Ferrara non è la sola ad aver applicato questo approccio: da una prima ricerca risulta che, solo in Emilia Romagna, siano ben 13 i Comuni che hanno già da tempo inserito la residenzialità storica nei regolamenti, assegnando punteggi ai nuclei da più tempo residenti (tra cui Ravenna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza) senza che questo abbia comportato ricorsi o ostacoli particolari”. L’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ferrara, Cristina Coletti, interviene nella discussione sul parametro di residenzialità storica che, introdotto nella graduatoria ha permesso a tante famiglie italiane bisognose in difficoltà di trovarsi nelle prime posizioni.

“La residenzialità storica è solo uno dei parametri con cui viene valutata la posizione di ogni richiedente all’interno della graduatoria, mentre è evidente che lo stato di necessità, la presenza di un reddito basso, la disabilità o la difficoltà di un genitore da solo a mantenere uno o più minori sono e restano capisaldi della assegnazione – conferma Coletti-. Ad essere valorizzati con più alto punteggio sono le situazioni più difficili: emergenza abitativa (7 punti), l’essere seguito dai servizi sociali per difficoltà di vario genere (7punti), monogenitorialità (4 punti), anzianità oltre i 65 anni (9 punti), giovani coppie (9 punti che diventano 11 se la giovane coppia accetta di abitare in frazioni) eccetera… E a queste situazioni si somma uno 0,5 punti per anno di residenza anche non continuativa”.

Nelle prime posizioni “grazie alla composizione di questi criteri ci sono anziani ultra settantenni e famiglie con disabili, molti cittadini seguiti dai servizi sociali e nuclei familiari con over 65 e reddito particolarmente basso sono 42. Sono queste le situazioni a cui il Comune ha voluto ed è riuscito a dare una risposta concreta modificando diversi parametri del vecchio regolamento che era tarato, evidentemente, su situazioni socialmente molto diverse da quella di oggi”.

In relazione all’annunciato ricorso l’assessore Coletti precisa: “Sono diversi i Comuni amministrati anche dal centro sinistra che hanno scelto di applicare criteri simili per esempio Ravenna che nel suo regolamento vede assegnati 5 punti per residenza da 2 a 5 anni, 25 punti per residenza da 5 a 10 anni e 30 punti per residenza oltre 10 anni – spiega ancora l’assessore – aggiungendo 2 anni di residenza anagrafica (o lavoro) a Ravenna necessari per fare la domanda. Difficile dunque giustificare le posizioni di chi si oppone pregiudizialmente al nostro regolamento senza aver fatto lo stesso quando lo stesso principio veniva applicato da altre amministrazioni, anche di centrosinistra”.