Bologna, “La macchia d’inchiostro” di Roberto Roversi in scena il 28 gennaio

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BOLOGNA – La vera storia dell’incauto filologo Courier, che fa cadere una macchia sul prezioso manoscritto a lungo cercato, si trasforma in una fantasmagorica commedia avventurosa, dove i cavalli parlano e gli eventi hanno il sapore del romanzo picaresco. Ecco “La macchia d’inchiostro”, opera teatrale scritta da Roberto Roversi nel 1976 e mai rappresentata, al suo debutto a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; tel. 333.4666333; www.teatridivita.it) martedì 28 gennaio 2020, ore 21.

Lo spettacolo, realizzato dalla Compagnia Fregoli, con la regia di Luca Malini, è interpretato da Luca Mauli, Piero Ferrari, Roberto Romagnoli, Alessandro Roda, Antonio Miliani, Biagio Caruso, Luca Malini, Caterina Roversi, Laura Girotti, Enrico Ferratini, con la scena di Peter Filippetti, e i costumi di Eva Aremar.

“La macchia d’inchiostro” fa parte del progetto “Officina Roversi”, promosso e organizzato da Edizioni Pendragon, Comune di Pieve di Cento e Unione Reno Galliera, e rientra nella stagione gennaio-aprile 2020 di Teatri di Vita “Falso Vero”, realizzata in convenzione con il Comune di Bologna e sostenuta dalla Regione Emilia Romagna.

A 40 anni dalla scrittura l’opera teatrale di Roberto Roversi “La macchia d’inchiostro” trova finalmente un suo spazio sul palcoscenico. Completata nel 1976 ed edita per la prima volta da Pendragon nel 2006, La macchia d’inchiostro è una commedia con dialoghi coloriti espressi in un vivace magma linguistico, con influssi dialettali padani, emiliani o lombardi, che vede come protagonista Paul Louis Courier, filologo grecista che diserta dall’esercito napoleonico per recarsi a Firenze con lo scopo di tradurre il Codice Laurenziano. Ma qualcosa non va per il verso giusto: una macchia d’inchiostro imbratta le parole del manoscritto e costringe Courier a una rocambolesca fuga tra cavalli parlanti, briganti e una scalognata storia d’amore. Lo spettacolo, diretto da Luca Malini, vede anche la partecipazione di Caterina Roversi, nipote del poeta al suo debutto come attrice.

Il protagonista di queste pagine è Paul-Louis Courier, lo scrittore francese fra Settecento e Ottocento, autore di splendide lettere e altrettanto splendidi e coraggiosi libelli, ufficiale di Napoleone nelle campagne d’Italia e, come scrisse Cajumi, “egoista, anarchico, solitario fino alla misantropia […] della stessa generazione di Stendhal, ma senza tinte romantiche”. Invece, egli è ancora, per la parte bischera di parecchi pasticcioni eruditi, giudicato con infastidito rigore, quindi relegato nella cantina letteraria dove assidono, fra i topi, i minori; essendo poi anche descritto, come uomo, una carogna.

Giudico dall’altra parte del fiume e ho per lui ammirazione costante, simpatia e tolleranza motivate, tanto da avergli chiesto di muoversi a suo modo, liberamente, in queste pagine ospitali.
Non mi dilungo [a raccontare] della vita di Courier, della sua avversa fortuna e della macchia sul codice Laurenziano di Longo Sofista, infortunio (o avvenimento) che risuonò per l’Europa intera. Ci sono anche due cavalli che parlano, fra galoppate furiose, cozzare di spade, grida, rumori di battaglie lontane, frusciare di boschi in un momento di grandi vicissitudini. In Europa. In Italia. Courier lì dentro si muove come un cavaliere solitario, e drammatico.

(Roberto Roversi)

Luca Malini nasce a Bologna nel 1992. Dopo un’esperienza come graphic designer e collaboratore di produzioni cinematografiche, inizia a coltivare l’interesse per il teatro grazie alla compagnia Teatro Circolare, recitando in diverse opere e dirigendo il suo primo spettacolo, Sardine, nel dicembre 2017. Con La Macchia D’Inchiostro inaugura l’attività della neonata Compagnia Fregoli.

Un filologo incauto, due cavalli parlanti

e una commedia epica ricca di dialetti coloriti

 

È “La macchia d’inchiostro” di Roberto Roversi,

per la prima volta in scena

a Bologna, Teatri di Vita, 28 gennaio 2020