Cesenatico

Bambini sordi in barca a vela: la sfida educativa a Cesenatico

Le istruzioni di navigazione nella Lingua dei Segni LIS

CESENATICO (FC) – 28 bambini, sordi o udenti ma figli di genitori sordi, di età compresa fra i 7 e i 14 anni, si apprestano ad affrontare sabato 27 agosto le onde del mare, a Cesenatico(FC) in barca a vela. Con loro ci saranno una dozzina di volontari, educatori, animatori ed esperti di navigazione, riuniti per l’iniziativa Insegni Apprendi a Navigare. L’attività outdoor è organizzata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in collaborazione con il Circolo Vela Cesenatico e altre realtà del territorio.

Durante tutta la giornata i ragazzi seguiranno le indicazioni del direttore sportivo Giuseppe Dimilta, che verranno per loro tradotte direttamente sul campo nella Lingua Italiana dei Segni LIS; si alterneranno al timone suddivisi in turni di età omogenea e resteranno in navigazione per circa due ore. L’appuntamento è alle ore 9 nella sede del Circolo Vela di Cesenatico.

L’iniziativa è alla sua seconda edizione, e riapre ufficialmente dopo la pandemia del Covid-19 le attività per l’inclusione delle persone sorde organizzate dal progetto InSegni Apprendi della Comunità Papa Giovanni XXIII. Fiore all’occhiello dell’iniziativa è il portale insegniapprendi.org.

Spiega Patricio Castillo, ideatore del progetto, educatore professionale e interprete LIS: «In mare non ci sono limitazioni all’utilizzo della Lingua Italiana dei Segni, che funziona bene anche a distanza. L’attività è stata ideata durante il periodo della pandemia per sostenere i bambini più fragili: dovevamo in qualche modo farli uscire dalla loro zona di confort, circolo vizioso fatto di chiusure e di relazioni virtuali, per portarli in una zona di sfida. Con questi obiettivi nel cuore abbiamo pensato anche ad un momento conclusivo, in cui ci si racconta l’esperienza vissuta. Il resto sarà un riscoprire il piacere della socializzazione e di fare attività all’aperto. Per i prossimi anni stiamo ipotizzando di ampliare l’esperienza ad altre categorie di persone fragili, rivolgendoci ad esempio a giovani con altre disabilità o con problemi di dipendenza».

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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