Ferrara

“Arlecchino 2024”: la psicologia del “mimo, acrobata, lazzo e maschera” spiegata da Stefano Caracciolo

Giovedì 14 marzo 2024 alle 17 conferenza in sala Agnelli e in diretta video sul canale youtube Archibiblio web

FERRARA – Sarà dedicata alla psicologia del personaggio di Arlecchino “mimo, acrobata, lazzo e maschera” la nuova conferenza del ciclo di incontri ‘Anatomie della mente’ in programma giovedì 14 marzo 2024 alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea (via Scienze 17 Ferrara). Il ciclo di incontri, a cura di Stefano Caracciolo, già docente di Psicologia Clinica all’Università di Ferrara, è giunto al suo diciassettesimo anno, è aperto a tutti gli interessati ed è organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Neuroscienze e Prevenzione dell’Università di Ferrara.

L’incontro potrà essere seguito anche in diretta video sul canale youtube Archibiblio web.

LA SCHEDA (a cura di Stefano Caracciolo)
Se ci rifacciamo alla radice del nome, l’origine è millenaria e la provenienza del Nord Europa: Hölle König (re dell’inferno), divenuto poi Helleking, e infine HellequinHarlequin, nome ripreso poi da Dante Alighieri per un demonio, Alichino, che inserì tra i Malebranche, la diabolica truppa protagonista di alcuni curiosi episodi della Divina Commedia nell’Inferno (Canti XXI-XXIII). Si ritiene che Dante si sia ispirato appunto al demone Hellequin, presente in molte leggende e rappresentazioni popolari come figura malefica, già diffuso con nomi simili (AnnequinHennequin, Hannequin) in Francia e Germania e probabilmente nell’Italia del centro-nord, per cui Dante avrebbe utilizzato questo nome, italianizzato, per uno dei suoi infernali sgherri, sotto il comando di Malacoda, nella bolgia dei barattieri. La figura di Hellequin diventerà poi nella cinquecentesca Commedia dell’Arte, e specialmente a Venezia, e poi in Francia, il celeberrimo Arlecchino. La sua origine bergamasca, variamente sovrapposta ad altri personaggi ‘buffoneschi’ e ‘giullareschi’, simili ai moderni ‘clowns’ come ha ben spiegato Dario Fo, trae spunto da lontani origini di rappresentazioni comiche e satiriche spesso ‘scurrili’ (dal latino ‘scurra’ che significa appunto ‘buffone’) greche, etrusche e romane e viene ‘nobilitato poi dalle Compagnie italiane in Francia a Parigi nel Seicento, dove il bolognese Domenico Biancolelli, il primo vero e grande Arlecchino del teatro, divenne così celebre da essere chiamato alla Corte dei Reali di Francia, per trasformarsi poi nel personaggio ‘classico’ delle Commedie di Goldoni ed alle messe in scena di Giorgio Strehler. Allora: chi si nasconde, in realtà, dietro Arlecchino, l’unica figura della Commedia dell’Arte che appaia frequentemente, con appellativi simili, in tanti ambiti diversi, nelle tradizioni culturali più svariate fin dai tempi più remoti? Come spiegare il misterioso vincolo che connette l’Herlequin-Hellequin, guida infernale di spiriti volanti, all’Erlik Khan dello sciamanesimo nella mitologia popolare della Turchia?
Quale è il nesso con l’Erlekoening, Re degli elfi e delle fate della tradizione nordica? Quale percorso si può ricostruire per arrivare dal comico “ghiottone” di Plauto e Aristofane, che viaggia negli inferi esattamente come gli Zanni della Commedia dell’Arte e del teatro inglese del Settecento? Nella presenza dei ‘lazzi’, delle pantomime, delle acrobazie e dei salti verbali si intravvedono le tracce residue di riti antichi e moderni fra la vita e la morte, immortalati da Pablo Picasso nella serie infinita dei suoi Arlecchini e sfociati persino modernamente, nel mondo dei supereroi del mondo dei fumetti e del cinema, con un nuovo e inaspettato cambio di genere portati di recente sul grande schermo del cinema dalla attrice Margot Robbie nei panni di ‘Harley Quinn’.

Il programma completo degli appuntamenti culturali della biblioteca comunale Ariostea di Ferrara alla pagina: http://archibiblio.comune.fe.it

Link diretto al canale youtube Archibiblio web con le dirette e l’archivio delle registrazioni degli incontri: https://www.youtube.com/channel/UC1_ahjDGRJ3MgG45Pxs90Bg

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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