RUSSI (RA) – All’interno delle iniziative promosse dal Comune di Russi per la celebrazione del 77° anniversario della Liberazione, giovedì 21 aprile 2022 si è svolta la tradizionale visita ai Cippi dei Martiri della Resistenza che si trovano nella frazione di San Pancrazio assieme al Presidente dell’Associazione ANPI di Russi, Luca Balbi.
In quella zona la lotta partigiana fu molto intensa e la popolazione, prevalentemente composta da contadini e braccianti, sostenne le forze partigiane durante tutto il periodo della lotta di Liberazione. Un sostegno che andava oltre ai rifornimenti di viveri e che ha visto anche la partecipazione di diverse donne, che facevano le staffette portando messaggi del Comando ai gruppi partigiani e patriottici e accompagnando i Partigiani nei loro spostamenti durante i trasporti di materiale bellico e di propaganda.
È quindi doveroso il ricordo di chi ha dato la vita per la nostra libertà e i Cippi commemorativi ci permettono di farlo proprio nei luoghi in cui le forze nazifasciste hanno colpito in modo spietato la popolazione mietendo vittime.
Il Cippo in via Canaletta per la piccola Maria Antonia Fabbri, una bimba di soli 9 anni colpita da una raffica di mitra e che morì in braccio alla madre.
I Cippi dedicati a Luigi Calderoni (in via San Mamante), Augusto Dalmonte (in vicolo Naldi) e Nevio Casadio (sempre in vicolo Naldi ma all’angolo di via Canaletta), portati via ai loro famigliari e fucilati.
Il Cippo di Taddeo Bartoletti, ucciso mentre indicava ai militari canadesi dove fosse nascosta la pattuglia di militari tedeschi.
Tanti i caduti in quelle terre e tante le persone rimaste sole che ci hanno lasciato preziose testimonianze: “L’uragano è passato sulla nostra casa – scrive nella lettera “Il triste Natale del 1944” la sanpancraziese Libera Amadori (nata Emiliani) –, i mostri nazifascisti hanno falciato tre giovani vite che erano tutta una promessa per il domani. In ogni casa, il lieto Natale che ogni bimbo passa tranquillo, con la carezza gentile del genitore, per noi non è rimasto che dolore e miseria. Sola coi miei bimbi, che dovrò chiamare innanzitempo alla fatica di guadagnarsi il pane, mentre sognavo per loro: lieta fanciullezza, spensierata la gioventù.”
Parole scritte ormai 78 anni fa, ma che suonano terribilmente attuali per il dramma del conflitto russo-ucraino in atto in questi giorni.
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