Ultimi giorni per la mostra “Frida Kahlo. Una vita per immagini”

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Da novembre oltre 12 mila visitatori

RICCIONE (RN) – Ultimi giorni per poter visitare la mostra Frida Kahlo. Una vita per immagini. Si chiude, infatti, alle 19 di lunedì 1 maggio (apertura con orario continuato dalle 10) la mostra fotografica che ha visto quasi 12 mila visitatori dal 25 novembre scorso.

Frida Kahlo. Una vita per immagini, mostra promossa dal Comune di Riccione, assessorato alla Cultura e organizzata da Civita Mostre e Musei e Maggioli Cultura con la collaborazione di Rjma Progetti culturali e Diffusione Italia International che chiuderà i battenti il primo maggio, ha portato nel fine settimana appena passato, quasi 1.400 visitatori.

“Un successo annunciato quello di questa mostra che già dalle festività natalizie ci aveva fatto comprendere il gradimento per questa esposizione fotografica – dice Sandra Villa, assessora alla cultura – Visto il grande riscontro di pubblico e l’interesse mostrato dai visitatori, abbiamo ritenuto di tenere aperta la mostra in via del tutto eccezionale anche domenica 30 aprile sera fino alle 24. A pochi giorni dalla chiusura tracciamo un bilancio molto positivo sia per i numeri ma soprattutto per il gradimento che ha raccolto tra i visitatori. Le presenze, quasi 12 mila persone, sono molto importanti soprattutto considerando che la mostra è stata allestita in un periodo invernale e primaverile. Abbiamo riscontrato un forte successo sui social grazie anche alla presenza di tantissimi influencer che hanno raccontato la mostra sia su Instagram che su Facebook. Una mostra che rappresenta per noi la conferma a proseguire sul percorso tracciato e continueremo a destinare le Ville della città a spazi espositivi. I risultati raggiunti con la mostra di Frida dimostrano come le esposizioni di qualità possano attrarre visitatori e turisti nella nostra città”.

La mostra fotografica aperta fino al primo maggio (dalle 10 alle 19)

Attraverso un centinaio di scatti, per la maggior parte originali, la mostra, a cura di Vincenzo Sanfo, ricostruisce le vicende della vita controcorrente della grande artista messicana, alla ricerca delle motivazioni che l’hanno trasformata in un’icona femminile e pop a livello internazionale. In effetti le foto sono state realizzate dal padre Guillermo durante l’infanzia e la giovinezza della figlia e poi da alcuni dei più̀ grandi fotografi della sua epoca: Leo Matiz, Imogen Cunninghan, Edward Weston, Lucienne Bloch, Bernard Silbertein, Manuel e Lola Alvarez Bravo, Nickolas Muray e altri ancora. In questo straordinario “album fotografico” si rincorrono le vicende spesso dolorose ma sempre appassionate di una vita, oltre agli amori, alle amicizie e alle avventure di Frida.

In mostra è esposto anche un gruppo di piccole fotografie molto intime di Frida, scattate dal gallerista Julien Levy.

Il percorso di mostra ricostruisce innanzitutto il contesto in cui si è affermata la sua personalità: è il Messico del primo Novecento, attraversato da una rivoluzione che ne ha cambiato la storia, grazie a umili campesinos ed eroici protagonisti come Pancho Villa e Emiliano Zapata. L’epopea e il mito della rivoluzione messicana resteranno impresse nella mente di Frida e ne forgeranno il carattere indomito, alimentando il suo senso di ribellione verso le convenzioni borghesi e le imposizioni di una società̀ fortemente maschilista. In questo contesto si innestano le vicende della famiglia Kahlo. Guillermo, il padre, è un fotografo di professione di origine tedesca, giunto in Messico nel 1891 e ben presto innamoratosi del paese che lo ha accolto. La sua attività è testimoniata da alcune fotografie realizzate su incarico del governo austriaco, per documentare le chiese del Messico, erette nel periodo coloniale.

Di sangue misto, tedesco e messicano, Frida cresce nel mito di un Messico rivoluzionario, introiettando tutti i caratteri di una personalità̀ libera e indomita, che trova nella pittura un linguaggio appassionato, viscerale, dai forti contenuti impietosamente autobiografici, con cui si racconta senza ipocrisie. Tutta la sua opera è una forma di autoanalisi, alla ricerca di una propria identità̀ e di una ragione di vita. Nei suoi numerosi autoritratti non teme di mettere a nudo le proprie debolezze e le proprie inquietudini. Accanto a Frida è spesso ritratto Diego Rivera, il pittore e muralista con cui ha condiviso un rapporto intenso e turbolento, che ha attraversato gran parte della sua vita. Ma vi appaiono anche altri personaggi come Leon Trotsky e André Breton.

In mostra sono esposti infine alcuni documenti come il catalogo originale della mostra di Frida, organizzata da André Breton a Parigi, il primo “manifesto della pittura rivoluzionaria” firmato da Breton e Rivera, alcune litografie di Rufino Tamayo, una documentazione fotografica della sua famosa Casa Azul e infine un video che raccoglie le poche immagini filmate della grande artista messicana.

Tutto il percorso espositivo è accompagnato da un’audioguida a disposizione di tutti i visitatori, inclusa nel biglietto. Il catalogo, curato da Vincenzo Sanfo, è edito da Papiro Art.