LA TRUFFA – Le modalità della truffa sono ormai consolidate: i malviventi riescono a far emettere un secondo Spid con il codice fiscale del vero beneficiario e così possono spendere i 500 euro destinati allo studente.
LA TUTELA – L’attività di Confconsumatori dedicata alla tutela di chi è colpito dalla truffa del Bonus cultura è coordinata a livello nazionale dalla sede di Siena, guidata dall’avvocato Duccio Panti, che sta monitorando le varie inchieste penali già aperte e si sta adoperando nei confronti dei provider che hanno rilasciato il secondo Spid affinché indennizzino le vittime.
LA PROPOSTA – Per Confconsumatori «è ormai urgente una profonda riforma dello Spid, affinché ad ogni persona corrisponda una sola identità digitale».
Gli interessati possono rivolgersi alla casella mail dedicata: bonuscultura@confconsumatori.it.
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