Truffe Bonus cultura: «Urgente una riforma dello Spid»

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Confconsumatori ha aperto un canale dedicato a raccogliere le segnalazioni dei casi in tutta Italia e lavora agli indennizzi

PARMA – Confconsumatori ha già raccolto in tutta Italia le segnalazioni di circa 140 ragazze e ragazzi che si sono visti sottrarre l’importo del Bonus cultura dall’app “18” con il sistema della contraffazione dell’identità digitale tramite lo Spid. Una truffa di portata nazionale che l’associazione sta affrontando da tempo, offrendo tutela alle vittime.

LA TRUFFA – Le modalità della truffa sono ormai consolidate: i malviventi riescono a far emettere un secondo Spid con il codice fiscale del vero beneficiario e così possono spendere i 500 euro destinati allo studente.

LA TUTELA – L’attività di Confconsumatori dedicata alla tutela di chi è colpito dalla truffa del Bonus cultura è coordinata a livello nazionale dalla sede di Siena, guidata dall’avvocato Duccio Panti, che sta monitorando le varie inchieste penali già aperte e si sta adoperando nei confronti dei provider che hanno rilasciato il secondo Spid affinché indennizzino le vittime.

LA PROPOSTA – Per Confconsumatori «è ormai urgente una profonda riforma dello Spid, affinché ad ogni persona corrisponda una sola identità digitale».

Gli interessati possono rivolgersi alla casella mail dedicata: bonuscultura@confconsumatori.it.