Sulle tracce degli alberi di cachi testimoni dell’atomica

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Modena

Domenica 7 agosto, tappa in Municipio per la delegazione dell’associazione Kaki tree project. Un alberello, “figlio” di un caco di Nagasaki, vive nel giardino delle Marconi

MODENA – Poco più di tre anni fa, nel marzo del 2019, un alberello di cachi, “figlio” dell’unico albero miracolosamente sopravvissuto alla bomba atomica che distrusse la città di Nagasaki il 9 agosto 1945, è stato piantato nel giardino della scuola media Marconi, in largo Pucci, come simbolo di fratellanza e di pace nell’ambito del progetto “Revive time: kaki tree project” (la rinascita del tempo) a cui partecipavano tutti i ragazzi delle scuole, come la media Marconi, impegnate da tempo nel più ampio progetto europeo Erasmus+ “Let’s cultivate peace through universal brotherhood”.

Domenica 7 agosto, una delegazione dell’associazione “Kaki tree project”, referente per l’Italia del progetto internazionale, ha fatto tappa a Modena, accolta a Palazzo comunale dal vice sindaco Gianpietro Cavazza, nel corso del “Kaki bike tour 2022”, il viaggio in bicicletta sulle tracce degli alberi “figli” del caco di Nagasaki piantati lungo il percorso da Brescia alla Romagna che viene compiuto dai volontari dell’associazione tra il 6 e il 9 agosto, anniversario del lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Un viaggio, come è stato ricordato anche nel corso della visita, per non dimenticare mai ma anche per testimoniare la pace e la speranza.

Il “Kaki tree project” consiste, infatti, nel prendersi cura delle piante che derivano dall’albero che Masayuki Ebinuma, arboricoltore di Nagasaki, iniziò a curare dopo il bombardamento atomico riuscendo a farlo riprendere fino al punto da ottenere delle pianticelle di seconda generazione che donava ai bambini in visita alla città in cui avvenne l’orribile massacro, affinché le curassero come testimoni di pace e di vita che vince la morte.