Fino al gennaio 2015 le scuole beneficiarie delle risorse comunali erano infatti quelle di infanzia, primarie e secondarie di primo grado, statali e parificate. A queste, a partire dal gennaio 2015, si sono aggiunte le secondarie superiori che, per competenza, venivano precedentemente coperte dalla Provincia di Rimini. In seguito alla progressiva abolizione delle Province i singoli territori si sono comportati in maniera differenziata, chi semplicemente lasciando scoperto un servizio chi cercando invece di riorganizzare funzioni, responsabilità e risorse. Rimini ha scelto questa seconda strada cercando di convogliare in un servizio fondamentale per tutta la comunità risorse e servizi provenienti dalla diffusa rete socio sanitaria locale. Si tratta di un impegno importante condiviso dalla rete locale di istituzioni in cui ogni anno vengono garantite risorse attraverso investimenti provenienti sia da bilanci dedicati che da risorse provenienti ad esempio dai piani socio sanitari territoriali.
“Un investimento strategico – è il commento di Mattia Morolli, assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini – con ricadute positive per tutta la comunità riminese. Non si tratta solamente di assistere a livello educativo gli alunni con handicap, ma di garantire un’integrazione educativa, sociale e relazionale di cui tutte le classi, le scuole e dunque la città intera usufruisce. Non nascondo le difficoltà esistenti, perché le domande crescono in maniera costante. Il Comune di Rimini, in momenti di tagli evidenti nei trasferimenti di risorse nazionali per il welfare, mantiene il proprio impegno economico, non arretrando ma sostituendosi con risorse proprie anche a servizi un tempo garantiti dalla Provincia. I numeri sono chiari e indicano statisticamente una sensibile crescita nelle richieste per questo tipo di servizio. Richieste sempre più difficili da sostenere anche per il più virtuoso degli enti locali, senza un adeguato sostegno a livello nazionale. Noi lo facciamo e continueremo a farlo con convinzione e determinazione, non arretrando sulle risorse, ma penso siano orami maturi i tempi per riflessione seria a livello di governo nazionale. Non si tratta solo di garantire un servizio di welfare ma di dare piena attuazione ad un diritto basilare all’educazione e alla partecipazione sociale da parte di tutta i cittadini”.
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