Skermiribelli con Giffoni: cinema e adolescenti a Bologna

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labate la ragazza ha volato

A Teatri di Vita, febbraio-aprile

BOLOGNA – “Skermiribelli”

Film su adolescenti scelti da adolescenti

e incontri con i mestieri del cinema

in collaborazione con Giffoni Film Festival

Cinema e adolescenza: 6 ragazze e ragazzi hanno selezionato 6 film per una rassegna che parla di loro, “Skermiribelli”. A partire da un’ampia rosa di titoli messi a disposizione dal Giffoni Film Festival, selezionatori e selezionatrici in erba tra i 15 e i 18 anni – Adele, Albion, Desiderio, Morgana, Sara e Thomas – hanno creato un programma che attraversa realtà quotidiana e storia, inquietudini e solitudini, amori e famiglie, attraverso film italiani, americani, francesi e messicani. “Skermiribelli” prenderà forma in 6 domeniche, dal 19 febbraio al 16 aprile, richiamando il pubblico alla mattina per la proiezione. Poi, dopo il brunch, 6 incontri con professionisti del cinema, per raccontare come si crea un film, dalla sceneggiatura alla regia alla direzione della fotografia, toccando anche la specificità del documentario. Durante una domenica si troveranno a Bologna per la giornata di cinema anche ragazzi e ragazze che fanno parte della giuria di Giffoni, mentre alcuni degli adolescenti di Bologna parteciperanno alla 53esima edizione del Giffoni Film Festival (20-29 luglio). Alla conferenza stampa di presentazione ha partecipato il fondatore e direttore di Giffoni Claudio Gubitosi, che ha ricordato l’importanza di considerare gli adolescenti non come semplici spettatori ma come protagonisti, sulla base della responsabilità e dell’impegno, secondo un’idea di centralità con cui ha deciso di confrontarsi Skermiribelli.

La rassegna, che si terrà a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; tel. 333.4666333; teatridivita.it) comprende i film “Licorice pizza” (19 febbraio), “Regina” (5 marzo), “Petite maman” (12 marzo), “Quando Hitler rubò il coniglio rosa” (19 marzo), “La ragazza ha volato” (26 marzo) e “Oliver and the pool” ancora non distribuito in Italia (16 aprile). I professionisti del cinema che incontreranno il pubblico sono lo sceneggiatore Fabio Bonifacci (19 febbraio), il regista Alessandro Grande autore del film “Regina” in programma (5 marzo), la documentarista Elisabetta Pandimiglio (12 marzo), il direttore della fotografia Fabrizio La Palombara (19 marzo), la regista Wilma Labate autrice del film “La ragazza ha volato” in programma (26 marzo) e il regista Carlo Strata (16 aprile).

Il prezzo del biglietto per ciascun film è di 3 euro, l’incontro è a ingresso libero.

“Skermiribelli” è all’interno del progetto PON METRO – REACT EU BO7.1.1c  del Comune di Bologna “Tutti gli usi della parola per tutti (e tutte)” finanziato dalla UE.

SCHEDE

SKERMIRIBELLI

febbraio/aprile 2023

domenica 19 febbraio, ore 11

Licorice Pizza

(Usa, 2021, 130’)

di Paul Thomas Anderson

con Alana Haim, Cooper Hoffman, Sean Penn, Tom Waits, Bradley Cooper

scelto da Albion

Ospite della giornata, ore 15

Scrivere cinema, Fabio Bonifacci

Un teenager intraprendente si innamora di una ragazza più grande di lui e tenta di conquistarla, sullo sfondo dell’America degli anni 70.

SCHEDA DI PRESENTAZIONE SCRITTA DA ALBION MUSAKU:

Ho visto il film Licorice Pizza insieme alla mia famiglia e dopo la visione abbiamo avuto un dibattito molto interessante sui nostri pensieri e interpretazioni. La differenza d’età tra noi ha fatto sì che ciascuno avesse una prospettiva diversa su alcuni punti del film. Poi in seguito ho chiesto ad alcuni miei amici se riuscivano a darmi un opinione del film e ci siamo trovati abbastanza in linea con i vari punti del film.

Nonostante non sia un appassionato di film romantici, devo ammettere che Licorice Pizza mi ha colpito positivamente, anche perché rappresenta tutto sotto forma di commedia, il che fa apprezzare di più secondo me. La regia e la fotografia sono davvero ottime, le inquadrature e le scelte cromatiche danno molto valore alle singole scene, rendendo tutto perfettamente azzeccato per la tipologia del film. La scelta delle luci è un aspetto fondamentale per dare profondità e significato alle scene di un film. In particolare, questa scelta è stata molto efficace nel creare un’atmosfera accattivante e coinvolgente. Ad esempio, verso i primi minuti del film, abbiamo assistito ad una scena molto luminosa, e lo stesso accade alla fine. Questo serve a dare un contrasto tra le scene più intense e le scene più leggere, rendendo il tutto molto più apprezzabile. Inoltre, l’unione delle luci con le scene di movimento rende il film ancora più interessante e dinamico. La regia è molto pulita e soprattutto azzeccata alle varie scene ed inquadrature, soprattutto nelle scene in movimento dove l’inquadratura nella maggior parte delle volte resta ferma, ma quando si muove dà un idea di stacco e serve a spezzare la scena creando qualcosa di nuovo e di più coinvolgente. La scelta cromatica è ottima per la tipologia di film, e insieme alle luci, crea un’atmosfera che cattura l’attenzione dello spettatore.

Durante le 2 ore e 10 minuti di durata del film, non ho mai avvertito segni di stanchezza, il che è davvero ottimo. La storia inizia con un’intro molto promettente che ci fa subito empatizzare con i protagonisti. I personaggi sono ben caratterizzati e la loro storia combina elementi dell’adolescenza, del mondo del lavoro e della religione in un modo molto avvincente. La trama è piena di inseguimenti, scambi di prospettiva e situazioni sempre più emozionanti che rendono il film sempre più coinvolgente. Questo film è perfetto per gli adolescenti perché rappresenta molto bene alcune delle sfide e delle opportunità della vita pre e post adolescenziale. Il film è un invito a riflettere su come le esigenze e i desideri cambiano e evolvono durante questo periodo della vita. Se sei un adolescente o se hai a che fare con adolescenti, Licorice Pizza è un film che vale la pena vedere.

Le persone che hanno contribuito alla visione del film o che hanno avuto uno spunto successivo: le mie sorelle (Antonela e Fjorela), i miei genitori(Fatos e Yllka), i miei amici (Ivan, Francesco, Matteo ed Alessio).

SCRIVERE CINEMA: INCONTRO CON FABIO BONIFACCI

Fabio Bonifacci, sceneggiatore per il cinema e la televisione. Tra i suoi film: E allora Mambo!, Lezioni di cioccolato, Notturno bus, Si può fare (per il quale ha avuto una nomination ai David di Donatello e ha vinto il premio come miglior sceneggiatura al Festival di Shanghai), Diverso da chi?, Benvenuti al Nord, Amiche da morire (Premio ai Golden Globes per la miglior sceneggiatura), Benvenuto Presidente!, Il principe abusivo, Mio fratello rincorre i dinosauri. Inoltre ha scritto e diretto (con Francesco Miccichè) Loro chi?, che gli è valsa una seconda candidatura ai David di Donatello. Per la tv ha firmato Occhio a quei due, Ognuno è perfetto. Ha pubblicato diversi libri, tra cui l’ultimo è il romanzo Il giro della verità (ed. Solferino).

domenica 5 marzo, ore 11

Regina

(Italia, 2020, 82’)

di Alessandro Grande

con Ginevra Francesconi, Francesco Montanari, Max Mazzotta, Barbara Giordano, Claudio Castrogiovanni

scelto da Sara

Ospite della giornata, ore 15

Dirigere un film, Alessandro Grande

SCHEDA DI PRESENTAZIONE SCRITTA DA SARA MORRI:

Regina è una ragazza di 15 anni la cui passione è cantare. Vive con il padre Luigi, l’unica persona a cui è veramente legata poichè entrambi condividono la stessa passione per la musica. A causa però di un evento tragico, che comporta la morte di una persona, il loro legame comincia a vacillare. Essi infatti, durante una gita in barca sul lago Regina, luogo in cui è proibito accedere, uccidono non intenzionalmente un subacqueo. Regina viene sul momento convinta dal padre a lasciarlo lì e scappare, ma i sensi di colpa le attanagliano il cuore e non riesce più a pensare ad altro se non al rimorso. La sua preoccupazione aumenta nel momento in cui i carabinieri rinvengono il corpo e cominciano a fare domande a tutti coloro che possiedono una barca, tra cui Luigi, il padre. Il quale si ostina a voler tenere nascosto il tremendo segreto vendendo la barca per nascondere le prove. La ragazza, nel tentativo di attenuare il proprio senso di colpa, va a lavorare come babysitter nella famiglia dell’uomo ucciso. In quella casa trova delle anfore che decide di vendere per comprare una culla per il neonato in arrivo della vedova……..

Il film ha un significato molto profondo. Permette di immedesimarsi nei personaggi e porci delle domande: è davvero giusto che, nonostante abbiano compiuto un atto sbagliato non volontariamente, un padre che ha sacrificato molte cose per la figlia, debba andare in prigione? Cosa farei io al suo posto? A queste domande non abbiamo trovato ancora risposta: eè facile, infatti, dare per scontato che noi, al loro posto, avremmo fatto la cosa giusta confessando. Ma sarebbe davvero così? La situazione eè più complessa di quel che sembra. Non si può sapere veramente quali sarebbero le nostre azioni nel momento in cui vivessimo una situazione così tragica. È inconcepibile quanto una cosa così grave possa premere sull’anima di una ragazza, per giunta così riservata. Tuttavia molti elementi della trama sono lasciati al caso. È interessante che venga dato spazio all’interpretazione, ma a questo livello si perde talvolta il filo conduttore della storia.

DIRIGERE UN FILM: INCONTRO CON ALESSANDRO GRANDE

Alessandro Grande, regista e sceneggiatore, ha vinto il Premio David di Donatello nel 2018 per il miglior cortometraggio con Bismillah. Il suo primo lungometraggio Regina è stato l’unico italiano in concorso al Torino Film Festival, ha vinto il Ciak d’oro “Cult Movie”, ha ottenuto un premio speciale e una candidatura ai Nastri d’Argento e al Globo d’oro come Miglior Opera Prima. Ha diretto altri due cortometraggi: Margerita e In my prison.

domenica 12 marzo, ore 11

Petite maman

(Francia, 2021, 72’)

di Céline Sciamma

con Joséphine Sanz, Gabrielle Sanz, Nina Meurisse, Stéphane Varupenne, Margot Abascal

scelto da Morgana

Ospite della giornata, ore 15

Creare docufilm, Elisabetta Pandimiglio

SCHEDA DI PRESENTAZIONE SCRITTA DA MORGANA MONTI:

Petite Maman, film di Céline Sciamma, ambientato in Francia, tratta di una bambina delle elementari, Nelly, che ha perso da circa una settimana la sua nonna materna, alla quale era molto legata. Per qualche giorno Nelly e i suoi genitori si trasferiscono nella casa in campagna della nonna deceduta per svuotarla di tutti gli oggetti appartenenti a lei e all’infanzia della madre. Durante  un’escursione solitaria, però, incontra nel bosco un’altra bambina della stessa età, Marion, con una notevole somiglianza con lei; mentre la aiutava a trasportare un ramo alla capanna che stava costruendo la bambina misteriosa, comincia a piovere e scappano nella casa di Marion e Nelly inizia ad avere dei sospetti. La capanna era uguale a quella descritta dalla madre nei suoi racconti sull’infanzia, la casa dove abitava Marion era uguale a quella della sua nonna, il nome e cognome sui quaderni della nuova amica uguali a quelli della madre, la madre di Marion era uguale alla nonna, anche il bastone che usava per camminare era uguale al suo: tutti questi elementi scatenano il dubbio che Marion sia la rappresentazione della madre………….

Film molto malinconico, ma allo stesso tempo non è un dramma come tanti altri che rischiano anche di cadere nel banale: ha una trama molto enigmatica, nel senso che tiene incollati allo schermo anche perché si rischia di perdere dei passaggi. Ottima regia e sceneggiatura, molto semplice, ma allo stesso tempo efficace. Personalmente ho capito della somiglianza tra le case soprattutto quando è proprio Nelly a farlo notare, ma anche il cast, in particolare bella l’idea di prendere due gemelle perché da subito dal primo incontro fa venire il dubbio sul perché sono così simili.

CREARE DOCUFILM: INCONTRO CON ELISABETTA PANDIMIGLIO

Elisabetta Pandimiglio, regista, documentarista, scrittrice, sceneggiatrice e autrice teatrale. Ha scritto per la tv e ha girato degli spot per la UE, il Telefono Rosa e il Comune di Roma sulla condizione femminile e sul disagio sociale. Ha scritto il romanzo Ilia di notte, pubblicato nel 2001. Lavora spesso a fianco di César Augusto Meneghetti. Dopo il corto Punti di vista (Nastro d’Argento), dirige il suo primo lungometraggio di fiction Interferenze, e a seguire altri documentari e corti, che le valgono molti premi, tra cui Senza terra, A sud del sud, Zappaterra, Sogni di cuoio, Motoboy, Taccone fuga in salita, La cena di Toni, I giorni dentro.

domenica 19 marzo, ore 11

Quando Hitler rubò il coniglio rosa

(Als Hitler das rosa kaninchen stahl, Germania, 2019, 119’)

di Caroline Link

con Riva Krymalowski, Marinus Hohmann, Carla Juri, Oliver Masucci, Justus von Dohnányi

scelto da Adele

Ospite della giornata, ore 15

Fotografare un film, Fabrizio La Palombara

SCHEDA DI PRESENTAZIONE SCRITTA DA ADELE FERRARI:

Quando Hitler rubò il coniglio rosa è un film basato sull’omonimo libro di Judith Kerr. Il film racconta la storia tragica di Anna e della sua famiglia, che verrà sconvolta dall’ascesa al potere di Hitler in Germania. Anna è una bambina ebrea, figlia di uno scrittore conosciuto in tutta Europa, famoso per le sue critiche politiche nei confronti di Hitler e del governo tedesco. Grazie alla notorietà internazionale del padre, la loro famiglia gode di una vita agiata a Berlino. Ma tutto questo cambia quando Hitler viene eletto. La famiglia di Anna è costretta a scappare: le offese giornalistiche alla persona di Hitler non erano gradite al governo tedesco. Anna è costretta a scappare, a lasciare la comoda vita di Berlino. La casa di Berlino resterà sempre nel film una costante a cui Anna fa appello per confrontare la sua situazione durante il periodo di “esilio”; così tanto da diventare un’utopia di un’infanzia perduta troppo presto. Dopo essersi rifugiati in un albergo per un paio di giorni, la famiglia si sposta in Svizzera, speranzosa di potersi nascondere per il tempo necessario prima di trovare una sistemazione permanente. Anna vive la Svizzera con malinconia e spensieratezza, dando al luogo una sfumatura mista impregnata del ricordo della vita a Berlino e del disperato bisogno di ignorare i problemi e i tragici eventi che le stanno capitando. La vita di Anna e di suo fratello Max in Svizzera è ancora dipinta con la luce innocente dell’infanzia ed è caratterizzata da colori caldi e un ambiente luminoso, alternato da brevi momenti oscuri. Ma Anna è costretta a partire e a lasciare il luogo che per breve tempo ha chiamato casa. Dopo la partenza si dirigono a Parigi, dove la  famiglia è messa a dura prova………

È impressionante come gli eventi più tragici possano portare a comprendere ciò che conta davvero. E questo film regala allo spettatore proprio questo bellissimo messaggio. Il cambiamento tragico di vite innocenti che si ritrovano a non avere una casa, il cibo, di vestiti e a nascondere il loro nome sono emozioni per noi così distanti, ma anche così attuali. I profughi, i rifugiati, gli immigrati e tutti coloro che vivono nell’oppressione e che sono stati strappati dalle loro case ingiustamente e vivono nella paura di non vedere il domani. Le emozioni forti che il film dona allo spettatore sono un tesoro da fare proprio per immedesimarsi meglio in tutte quelle persone che come Anna e Max sono diversi da noi e non hanno le comodità, i diritti e le possibilità che abbiamo noi. E credo che sia proprio lo scopo del film  quello di raccontare una storia che ci aiuti ad accettare ed accogliere il prossimo, e che ci aiuti a ricordare per non dimenticare le atrocità e le vite perse durante un periodo di mostri che continua ancora oggi e che parte da Anna e Max.

FOTOGRAFARE UN FILM: INCONTRO CON FABRIZIO LA PALOMBARA

Fabrizio La Palombara è direttore della fotografia di film, opere televisive, video musicali e spot pubblicitari. Tra i suoi film, il lungometraggio L’agnello di Mario Piredda, con cui ha realizzato anche alcuni corti come I’m here, A casa mia e Lo sono qui per il quale ha ricevuto una menzione al CinemAvvenire Film Festival. Inoltre ha fotografato, tra gli altri, i corti Stolen Light di Riccardo Sai e di Mario Piredda, Eggshell di Ryan William Harris. Ha lavorato nelle serie tv CasaMika, L’Ora Inchiostro contropiombo e Noi, e come operatore in Gomorra 3, e nei videoclip di Negramaro (Attenta) e Ligabue (Il sale della terra).

domenica 26 marzo, ore 11

La ragazza ha volato

(Italia, 2021, 93’)

di Wilma Labate

con Alma Noce, Luka Zunic, Livia Rossi, Rossana Mortara, Massimo Somaglino

scelto da Thomas

Ospite della giornata, ore 15

Dirigere un film, Wilma Labate

La ragazza ha volato, menzione speciale dei FEDIC Awards alla Mostra del Cinema di Venezia, racconta la storia di Nadia, un’adolescente ‘scomoda’ che vive a Trieste, città di confine tra tante culture, un luogo spazzato da un vento potente, in cui la protagonista cresce coltivando una solitudine da cui uscirà in modo inatteso. Costretta sotto minaccia a un rapporto sessuale non voluto, Nadia si trova a confrontarsi con sé stessa mentre chi le ha fatto violenza non prova il benché minimo senso di colpa e neanche la percezione della gravità di ciò che ha fatto.

“È una storia fatta di personaggi che subiscono la vita nel disordine e nell’inerzia. Nadia è una ragazzetta attraente che si muove nel grigiore, con una famiglia affettuosa ma immobile nel destino della periferia, non degradata, solo difficile e sciatta. È ambientata a Trieste, una città con le strade pulite e il centro sontuoso stretto da vecchi quartieri operai e forti presenze balcaniche” (Wilma Labate).

DIRIGERE UN FILM: INCONTRO CON WILMA LABATE

Wilma Labate, regista e sceneggiatrice. Dopo il mediometraggio di debutto Ciro il piccolo si è dedicata al documentario, con film come Lavorare stanca, Genova. Per noi, Lettere dalla Palestina, Maledetta Mia, Raccontare Venezia, Arrivederci Saigon (nomination ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento). Nel 1992 debutta come regista di un lungometraggio di fiction, Ambrogio, a cui seguono La mia generazione (vincitore ai Golden Globes e al Mar del Plata Film Festival, e due nomination ai David di Donatello), Domenica, Signorina Effe e La ragazza ha volato.

domenica 16 aprile, ore 11

Oliver and the pool

(Oliverio y la piscina, Messico, 2021, 103’)

di Arcadi Palerm Artis

con Mónica Huarte, Alejandro Arean, Jorge Zarate, Jacobo Lieberman

scelto da Desiderio

Ospite della giornata, ore 15

Lavorare sul set, Carlo Strata

SCHEDA DI PRESENTAZIONE SCRITTA DA DESIDERIO LONGOBARDI:

Oliver and the pool è un film messicano di Arcadi Palerm, del 2021, che racconta di un ragazzo di nome Oliver che, shockato dalla morte del padre, si siede su una sdraio della piscina della sua casa; quindi la trama del film è incentrata sulla psicologia del protagonista e di come rielabora il lutto. Oliver and the pool è un film che mi ha colpito perché riesce a farti immedesimare nel protagonista anche se non sei un ragazzo e non hai mai perso un parente.

Oltre a tutto questo è una pellicola che mi ha intrattenuto e che spero intrattenga anche voi.

“Di fronte alla paura lo sguardo soggettivo si restringe, si rimpicciolisce e si appiattisce, si rinchiude in una bolla per poter sentire protezione, anche se l’incertezza farà sempre compagnia, qualunque cosa accada. Il mio obiettivo è trasferire l’esperienza vissuta in qualcosa di creativo, nei sentimenti vissuti dallo spettatore. Credo nelle possibilità di sollievo del racconto” (Arcadi Palerm Artis)

LAVORARE SUL SET: INCONTRO CON CARLO STRATA

Carlo Strata, regista, ha una lunga e ricca esperienza sui set cinematografici di film, corti, videoclip, spot commerciali, in varie mansioni che gli consentono di avere una visione molto precisa e approfondita della macchina di realizzazione dei film. Ha diretto, tra l’altro, videoclip di Vasco Rossi, Gemelli Diversi, Massimo Volume, Mistonocivo, e inoltre cortometraggi indipendenti (Katò, Il concetto di fruizione, Urban Legend), spot commerciali per Gazzetta dello Sport, Renault/sicurezza stradale, Fornetto G3 Ferrari, Google Chrome, e backstage tra cui quello del film di Wim Wenders Il volo. A Bologna è uno dei fautori dell’esperienza del Kinodromo. Con Teatri di Vita e Cinemare ha lavorato come aiuto regista in tutti i film di Andrea Adriatico.