Silver Succi sui ristoranti chiusi a Natale

82

Lo chef: “Ci manca lo sguardo dei clienti, il compimento del nostro lavoro”

RIMINI – I ristoranti chiusi penalizzano la socialità e complicano la vita alle imprese, ma se è necessario per battere il Covid-19 è bene adeguarsi, cercando nella formula del delivery un’alternativa che non penalizzi la qualità.

Ma c’è altro. Lo spiega Silver Succi, chef del Quartopiano di Rimini.

“E’ vero. Ci siamo messi d’impegno per mettere a punto un sistema di preparazione e consegna che abbiamo definito ‘delivery col cuore’, perché sia davvero possibile gustare a casa gli stessi sapori del ristorante. Però c’è una mancanza davvero difficile da sopportare per noi che lavoriamo nelle cucine dei ristoranti e vale anche per coloro che stanno in sala.

Ci mancano gli occhi dei clienti, la possibilità di leggervi il giudizio su quanto assaggiato. E’ quello sguardo il compimento del nostro lavoro, ciò che ci spinge a migliorare e a sperimentare. Il menu delle Feste è la sintesi di un’attività fatta di tradizione e sapere, esperienze e dialogo coi clienti. E ci prepariamo con scrupolo. Ogni tavolo di questo Natale lascerà anche questo vuoto”.

Al Quartopiano ce l’hanno messa tutta per ‘esportare’ il menu: due le proposte preparate per il pranzo di vigilia, per il Natale e i giorni seguenti, una di pesce e una di carne. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito e le pagine social del Quartopiano.

Nuovo e sfizioso il menù per San Silvestro e Capodanno, compresi zampone e lenticchie, rivisitati alla maniera di Silver Succi.

“Vogliamo sia un dono – conclude Succi – ed abbiamo preparato anche un elegante packaging natalizio a temperatura controllata. Con poche e semplici istruzioni sarà come gustarli coi sapori provati al ristorante, accompagnati dai vini selezionati dal sommelier Fabrizio Timpanaro. Di più: su Spotify e sul sito del ristorante si può anche scaricare la play list con la colonna sonora natalizia. Che avremmo proposto al ristorante. Ci abbiamo messo tutto l’impegno, perché almeno quei sorrisi di soddisfazione potremo almeno immaginarli”.