Savignano – 25 aprile, Giovannini: La libertà è come un campo da arare e coltivare

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SAVIGNANO SUL RUBICONE (FC) – “La libertà è come un campo che dobbiamo tenere arato, coltivato, manutenuto, qualcosa da coltivare giorno per giorno. Non possiamo darla per scontata”. Con queste parole il Sindaco di Savignano sul Rubicone Filippo Giovannini ha celebrato ieri, insieme ad Anpi e al Sindaco dei ragazzi Samuele Robertucci, la ricorrenza dell’anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo, nel suo intervento al termine del corteo in piazza Borghesi. “È importante che siamo qui in piazza oggi – ha sottolineato il sindaco Giovannini – per ricordare chi siamo e da dove veniamo. Il ricordo è da preservare perché le testimonianze dirette delle lotte per la libertà e per la democrazia presto non ci saranno più. Per questo motivo abbiamo scelto da diversi anni di celebrare il 25 aprile insieme ai giovani del Consiglio comunale dei ragazzi”.

“La Costituzione – gli ha fatto seguito il giovane Sindaco Robertucci, citando Sandro Pertini – è un buon documento, ma spetta a noi che non resti solo sulla carta”.

Le celebrazioni si sono concluse con letture di poesie a cura dei ragazzi. Erano presenti la classe 5A della scuola primaria Dante Alighieri e la 5A e la 5B della scuola primaria Ilario Fioravanti. Hanno partecipato, oltre ai giovani e ai cittadini, anche la dirigente scolastica Katia Valzania e alcune insegnanti, i Comandanti della Polizia locale Alessandro Scarpellini e della stazione dei Carabinieri di Savignano Salvatore Pagano, il parroco don Piergiorgio Farina. La cerimonia è stata intercalata dall’esecuzione di brani musicali a cura della violinista Serena Galassi, docente della scuola comunale di musica “Secondo Casadei” e da Giampaolo Guiducci alla tromba che ha eseguito Il silenzio.

          Il Sindaco ha ringraziato i Volontari della Protezione civile comunale per la loro presenza e tutti gli interventi ricordando infine che “è necessario fuggire l’assuefazione e testimoniare giorno per giorno il valore della libertà, rendendola parte della nostra vita”.