Bologna

Il Santuario degli Obici al Finale dell’Emilia: la storia, le scoperte, i segni: domani la presentazione

Mercoledì 13 dicembre, ore 17, presso il Cubiculum Artistarum del Palazzo dell’Archiginnasio di Bologna, Piazza Galvani 1, verrà presentato il volume di Alessandra Maria Molza

BOLOGNA – Mercoledì 13 dicembre, ore 17, presso il Cubiculum Artistarum del Palazzo dell’Archiginnasio di Bologna, Piazza Galvani 1, si terrà la presentazione del volume di Alessandra Maria Molza Il santuario degli Obici al Finale dell’Emilia. La storia, le scoperte, i segni.

L’incontro è organizzato dall’Accademia Nazionale di Agricoltura all’interno del ciclo di incontri “I libri all’Accademia” volti alla presentazione delle ultime e più recenti pubblicazioni in campo agronomico, ambientale e culturale.

I saluti iniziali saranno tenuti da Giorgio Cantelli Forti – Presidente Accademia Nazionale di Agricoltura. A seguire l’intervento dell’autrice Maria Alessandra Molza.

Il libro Il Santuario degli Obici al Finale dell’Emilia. La storia, le scoperte, i segni (Ed. Baraldini sas 2017) è la prima, e finora unica, pubblicazione scritta su uno dei più piccoli santuari del mondo. L’autore, Maria Alessandra Molza, mediante un capillare lavoro di ricerca ha portato alla luce avvenimenti straordinari come miracoli, passaggi di santi e conversioni, avvenuti in questo luogo nel corso dei secoli.

Il volume si divide in due parti, la prima a carattere storico e la seconda dedicata all’immagine venerata nel santuario, una tela di Santa Maria degli Angeli, ritrovata intatta dopo tanti anni sotto il vecchio pavimento e benedetta nel maggio 1982 in Vaticano da Giovanni Paolo II.

Il santuario mariano situato nella Bassa modenese, a pochi chilometri da Finale Emilia, è conosciuto come Santuario degli Obici, come risulta dalle mappe riprodotte nel libro e dalla vasta iconografia pubblicata a completamento del volume, e fu edificato nel XVII secolo per volontà della famiglia dei Marchesi Obizzi in località detta “la Quiete”. La presenza di questo luogo ha creato, nei secoli, un profondo legame religioso e affettivo con la popolazione tanto da definirlo un punto nevralgico per la vita della comunità di Finale Emilia e delle aree circostanti.

Nell’estate del 2012, esattamente il 20 maggio, il terremoto che ha colpito l’Emilia causò danni ingenti al santuario il quale, grazie al lavoro delle istituzioni civili e religiose locali unite per la sua salvaguardia, ha potuto essere il primo della Provincia modenese a riaprire al culto nel 2016.

L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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