Bologna

Sanità e welfare. In Emilia-Romagna un medico di base anche ai cittadini italiani senza dimora

Sì dalla Giunta regionale a un’assistenza sanitaria davvero per tutti

BOLOGNA – Un medico di base per tutti, ma proprio tutti, a partire dalle persone che vivono ai margini, in situazioni di grande difficoltà, e che come e più di altri hanno bisogno di essere assistite e curate.

In Emilia-Romagna anche i cittadini e le cittadine italiane senza dimora, non residenti in Paesi diversi dall’Italia e privi di qualsiasi assistenza sanitaria potranno iscriversi all’anagrafe sanitaria per la scelta del medico di medicina generale e avere garantiti – come tutti – i cosiddetti Lea, i “livelli essenziali di assistenza”.

Con un provvedimento approvato dalla Giunta regionale viene dunque confermata l’idea di sanità che da sempre contraddistingue l’operato di questa Regione.

“Un diritto fondamentale, quello alla salute, che non può essere negato a nessuno e che un’istituzione ha il dovere di garantire a tutti- sottolineano la vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein, e l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-.Questa è la sanità pubblica e universalistica che vogliamo e per cui ogni giorno lavoriamo, insieme ai territori. Una sanità che garantisca assistenza e cure a tutti i suoi cittadini e cittadine, senza alcun tipo di distinzione. Una sanità, e un welfare, da cui nessuno rimanga escluso o ai margini. Questo è un provvedimento di cui siamo orgogliosi, che conferma il nostro impegno, traccia una nuova strada e raggiunge un importante obiettivo nella tutela dei diritti delle persone”.

Come funziona

La scelta del medico di medicina generale è a tempo determinato e ha validità annuale, naturalmente a condizione che permanga la presenza del cittadino sul territorio regionale; viene attestata attraverso il rilascio del promemoria di iscrizione del Servizio sanitario regionale da parte dell’anagrafe sanitaria. Per ottenerlo, la persona senza dimora dovrà recarsi all’anagrafe sanitaria con un modulo rilasciato dai Servizi sociali del Comune che attesti di essere in possesso dei requisiti richiesti, portando con sé il proprio documento di identità e/o il Codice fiscale e/o l’estratto dell’atto di nascita.

Saranno i Servizi sociali dei Comuni a prendere in carico i cittadini aventi diritto e a seguirli negli adempimenti necessari per l’iscrizione e la scelta del medico.

In particolare, rispetto alle modalità di segnalazione, la delibera stabilisce che il Servizio sociale deve accertare la condizione prevista dalla normativa sulla base degli elementi acquisibili tramite i servizi anagrafici e grazie agli approfondimenti di tipo sociale; rilasciare l’apposita attestazione anche attraverso la collaborazione con i servizi sanitari (ad esempio assistenti sociali dei servizi ospedalieri, Sert…) e i soggetti del Terzo settore che svolgono attività a favore delle persone in situazione di fragilità.

Sempre il Servizio sociale deve provvedere all’identificazione della persona e all’avvio degli adempimenti necessari, secondo le modalità previste nei propri regolamenti, laddove ne ravvisi il bisogno; infine, deve attivarsi per garantire l’informazione, la sensibilizzazione e la facilitazione all’accesso agli sportelli di anagrafe sanitaria per effettuare l’iscrizione.

Per quanto riguarda la ‘gestione informatica’, il sistema attualmente in uso in ambito sanitario – l’Anagrafe regionale assistiti (Ara) – includerà le persone che effettueranno la scelta del medico di base come ‘domiciliati esterni a scadenza’; nel caso in cui le stesse persone dovessero successivamente ottenere l’iscrizione all’anagrafe del Comune in cui risiedono, l’Anagrafe sanitaria provvederà a regolarizzarne la posizione come regolarmente iscritti a tempo indeterminato.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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