Sabato 22 febbraio La Locandiera al Teatro San Prospero

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REGGIO EMILIA – Sabato 22 febbraio ore 21.00 la compagnia Teatro San Prospero diretta da Erika Patroncini presenta la Locandiera di C. Goldoni.

Le maschere, intese come personaggio, hanno una storia e una tradizione lunga che si tramanda da migliaia di anni. Dalla maschera atellana, ai giorni nostri, passando attraverso la Commedia dell’Arte, i caratteri sono sempre precisi, ben individuabili e soprattutto veritieri.
Con il passaggio dalla Commedia dell’Arte al teatro goldoniano c’è stato un profondo e netto cambiamento nella scrittura e nella rappresentazione della società: ogni personaggio, e ogni maschera, ha infatti l’intento di raccontare il proprio ceto sociale.
Capitani, servi, innamorati e vecchi sono le quattro figure principali che raccontano la nostra società, in particolar modo all’interno delle commedie.
Ogni personaggio cambia figura: cambia nel modo di comunicare e nel suo aspetto, ma non nella sua psicologia e di conseguenza nel ruolo che compie all’interno della comunità.
Tra capitan Spavento, il Cavaliere di Ripafratta e Ignazio Melone (il famoso vigile creato da Alberto Sordi), infatti, non ci sono grandi differenze. Tutti rientrano in un’unica scrittura che prende spunto dalla realtà.
E così vale anche per i servi e soprattutto, nel caso de “La Locandiera”, per i vecchi che sono rappresentati dal Conte di Albafiorita e il Marchese di Forlimpopoli.
Quest’ultimi rappresentano il decadimento e il potere economico. E come tali, normalmente vengono derisi e messi in ridicolo.
Al contrario, i personaggi comici come i servi (che qui si rispecchiano nel personaggio di Fabrizio) con la loro simpatia, la loro ironia tagliente e pungente divertono il pubblico narrando gli eventi così come realmente accadono. Sono, in pratica, la voce sincera e oggettiva dei fatti, quella che in precedenza veniva identificata nella veste dei giullari.
Queste voci sono le più realiste e spesso sono le stesse che si incontrano quotidianamente nella realtà.
I personaggi e le maschere sono dunque realmente esistenti, come la figura stessa della nostra locandiera. Un personaggio che con le sue contraddizioni e con la sua voglia di giocare è talmente vero da non poter essere solamente frutto dell’immaginazione dell’autore.

Goldoni, inoltre, durante tutta la drammaturgia cambia l’aspetto emotivo e psicologico di questo personaggio come se si fosse quasi istaurato un profondo rapporto tra i due.
La donna descritta non può, dunque, provenire solamente dall’ immaginazione e l’autore non può di certo essere riuscito a vedere la condizione della donna manager del nostro tempo.
Come una donna emancipata dei tempi odierni, infatti, Mirandolina è un personaggio forte, autoritario, che forse causa la morte del padre, con una gran voglia di vivere e di giocare.
L’emancipazione, o meglio di desiderio di emanciparsi, lo si denota anche nei personaggi delle due commedianti Ortensia e Dejanira.
La locandiera è dunque un testo attuale per moltissimi versi che al contempo rispecchia anche il periodo storico in cui è stata ambientata.
Il popolo ai tempi di Goldoni definiva le attrici donne come persone poco affidabili, ingannevoli, che giocavano con l’altro sesso per ottenere vantaggi. Ed è proprio questa credenza che ripercorre interamente l’opera alimentandola totalmente con inganni e fraintendimenti.
Tutti i personaggi indossano maschere ben caratterizzate: il Conte e il Marchese sono due buffoni che rispecchiano l’alta società decaduta, il cavaliere ipocrita e ingannevole mente soprattutto a sé stesso, e infine il cameriere Fabrizio rispecchia il popolo.
Quest’ultimo grazie alla sua natura, è indubbiamente il personaggio più crudo e di conseguenza più sincero e onesto di tutta la vicenda.
La Locandiera proposta da Nuovo Teatro San Prospero, è aderente e fedele al testo originale.
Il linguaggio utilizzato, nonostante abbia circa 300 anni, è molto fluido scorrevole e ben comprensibile e noi abbiamo cercato di non snaturarlo.
Le scene si svolgono tutte nello stesso ambiente, ovvero la locanda, e i personaggi sono ben caratterizzati arrivando in alcuni casi ad una forte enfatizzazione.
Lo spettacolo viene ambientato nel periodo storico reale nonostante qualche accenno o oggetto anacronistico, e i costumi sono stati magnificamente disegnati appositamente per questa rappresentazione.

La Locandiera
Autore: Carlo Goldoni
Regia: Erika Patroncini
Scenografia e costumi: NTSP
Luci: Bogdan Gordjienko
Con: Julia Rossi, Filippo Sassi, Erika Patroncini, Giovanni Fusilli, Ennio Cantoni, Alessandra Medici, Aldo Carboni

Durata spettacolo: 75 minuti senza intervallo.